Capitolo 4

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Capitolo quattro

"Bambina svegliati" le sussurrò una voce.

Melanie balzò dal divano impaurita, rendendosi però conto che a svegliarla fosse stata Ava.

"Sono solo io" le sorrise la signora.
"Hai riposato o il divano era scomodo?" Continuò, allontanandosi leggermente dalla ragazza.

"No, ho dormito. Dobbiamo andare a preparare la colazione?" chiese Melanie, deviando il discorso.

La signora Ava annuì e aprì le porte della sala, cominciando a riempire i vassoi e creando una carrellata di dolci e salati.
Sul tavolo da buffet non mancava niente, tra succhi di frutta e cibi vari ce n'era per un intero reggimento.
Dopo aver ordinato la sala, Melanie si fece una doccia nella stanza di Ava, stando bene attenta a non svegliare il signor Franz che non vedeva dalla sera precedente, prima che arrivassero gli ospiti.

Nel frattempo anche il signor Franz si svegliò e si ritrovarono nella sala ad attendere l'arrivo dei ragazzi.
I tre avrebbero fatto colazione nello stesso momento in cui anche tutti gli altri si fossero ritrovati seduti in quella stanza.
Era tutto pronto, fatta eccezione per i caffè e i cappuccini, che andavano fatti sul momento, tramite il grande macchinario professionale posizionato proprio dietro il grande buffet.

Nel giro di pochi minuti la stanza si riempì di tutti i ragazzi.
Quello che ricordava si chiamasse Gary lanciò un occhiolino a Melanie che ella stessa non seppe interpretare.
Nel momento in cui nella sala si materializzò la figura statica e impostata di Rider, tremò, ricordandosi come l'avesse forzata a subire in silenzio e non le avesse fatto chiudere un occhio, troppo in colpa con se stessa per non essere stata abbastanza forte da cacciarlo e da respingerlo.

Lo temeva e lo odiava allo stesso tempo.

Lo avrebbe ignorato, questo era quello che promise a se stessa per il suo bene.
Ava la affiancò cominciando a servire vari caffè ai ragazzi che lo ordinavano e nel frattempo continuò un discorso con suo marito Franz, seduto ad un tavolo lì vicino.
Quando la ragazza sentì il suo nome pronunciato dalla signora, prestò attenzione ai due coniugi.

"Franz, lo sai che Melanie alla fine è uscita con David la sera della fiera?" Parlò Ava sorridendo al marito.

Frase che interessò in particolar modo Rider che riempiva il piatto di cose da mangiare e da portare al suo tavolo. Fece però, finta di niente.

"Cosa?" Si ritrovarono a dire Franz e la diretta interessata.

"Ah tesoro, sai che odio le bugie. Anch'io sono stata ragazza. E so cosa sono quei segni che hai sul collo. Strano che non me ne sia accorta ieri" rise Ava.

Diamine. Era ancora così evidente? Non sapeva come coprirlo dal momento che con sé aveva portato solo un eyeliner e un mascara.
E non possedeva né un fondotinta, né un po' di cipria.
Rider le aveva lasciato un mostro sul suo collo, era come se affamato, l'avesse divorata.
Ricordava ancora il dolore dal momento che continuava a farle male.

A quella supposizione Melanie inizialmente perse così tanto colore sul viso che temette di svenire, poi arrossì di botto.
Uno sbuffo simile ad una risata appena accennata si sentì oltre il tavolo, poi un urlo.

"Non ci credo, Rider è umano! Ha sorriso" gridò Gary attirando l'attenzione di tutti.

Melanie per sbaglio incrociò lo sguardo di Rider, ma lo distolse subito.
Gli ricordava ciò che le aveva fatto passare la notte precedente, il dolore, la paura, le lacrime versate per lui.

E lei non voleva più ricordare.

Era un mostro, un animale senza scrupoli.

Rider invece fu ammaliato dal nuovo comportamento glaciale della ragazza, che aveva appreso si chiamasse Melanie.
Lo stava ignorando volontariamente.
E lui l'aveva capito. E non l'avrebbe mai accettato. Perché chi aveva sempre dettato le regole era lui, e non avrebbe permesso ad una ragazzina di rubargli il mestiere.

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