The End

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Alla fine del capitolo vi preghiamo di leggere lo spazio autrice, è molto importante. Grazie e buona lettura!

Jackson

Picchietto i piedi a terra per l'ansia. Sono fuori la stanza del dottore che mi ha seguito in questo percorso di chemio. Il giorno è giunto e i risultati finali sono finalmente arrivati. Ho deciso di venire da solo, ho bisogno di una passeggiata, di guardare la mia fine in modo soggettivo.

-"Duncan" volto lo sguardo verso una sottile voce.
-"È il suo turno." la segretaria mi rivolge un tenero sorriso e si sporge per farmi passare. La ringrazio ed entro in sala guardando l'uomo alto e robusto che ormai conosco bene,intento a cercare delle carte nella cassettiera alla sua destra.

-"Buongiorno dottore" lo saluto e mi siedo sulla sedia davanti a lui. Lo guardo mentre si tocca un orecchio ed estrae una cartella tra i mille fogli.

-"Ciao Jackson. Tutto bene?" Sorride dolce. Rispondo che va bene e che sono solo un po in ansia per i risultati, mi risponde che è normale e che non dobbiamo allarmarci e che dobbiamo essere forti qualsiasi siano le circostanze. Annuisco e seguo ogni suo movimento. Da quando apre la busta a quando concentrato i suoi occhi vacillano a destra e a sinistra. Porta lo sguardo su di me. La verità allora viene a galla.

Sono passati esattamente sei mesi da quel giorno. Il giorno in cui non solo siamo riusciti a scappare dalle grinfie dei cattivi ma anche dalla morte di Damon. Il funerale del ragazzo è stato fatto pochi giorni dopo il rapimento,nonostante il male subito ci siamo andati tutti. Damon non era una persona cattiva ma chi l'ha cresciuto aveva fatto in modo di mutare il suo carattere. Il male fatto l'abbiamo compreso tutti, ci siamo messi nei suoi panni,abbiamo capito che era solo un povero ragazzo in cerca della sua felicità. Una felicità mai ottenuta prima,senza amore di nessuno. Successivamente abbiamo scoperto che quel ragazzo era figlio di Havana e di un'infermiere. Tutto accaduto nell'ospedale psichiatrico dove lei era stata rinchiusa e dove è morta. Papà ci è rimasto male, si è sentito davvero in colpa e ha pianto ripensando al fatto che la storia fosse quasi come la sua. Pensavamo che tutto fosse finito ma si sa,il male è sempre dietro l'angolo. Dopo un mese che Mike era dietro le sbarre ormai l'avevamo dimenticato. Dopo qualche settimana abbiamo udito una notizia sconvolgente al telegiornale,appunto parlavano di un fuggitivo e quel uomo era proprio lui,Mike Dallas. Ricordo il panico negli occhi di tutta la mia famiglia,ed era anche il periodo in cui le chemio non andavano per niente nel verso giusto. Quel ragazzo era scappato e l'avevano ritrovato il giorno stesso fuori casa Blake. Era diverso, era irriconoscibile, voleva ancora vendetta, vendetta che non avrebbe mai ricevuto. Riuscimmo a farlo sbattere di nuovo in carcere. La polizia ci confessò che avrebbe passato così tanti anni in galera che si sarebbe dimenticato per sempre di noi. Il mese successivo, visto il mio peggioramento con il cancro ho dovuto subire una nuova operazione. Il dottore disse che quella volta ci saremmo mossi in maniera diversa, avrei fatto delle tipo di chemio diverse che sarebbero durate circa tre mesi, poi un mese intenso di riposo. Bombardamenti medici continui insomma.

-"Ciao amore" entro in casa salutando la mia ragazza che è in cucina. I capelli ancora non mi sono cresciuti,ma sono felice di piacerle anche così. Sorride abbandonando subito i fornelli.

-"Ciao.." mi avvicino a lei e la bacio, lei approfondisce allacciando le braccia al mio collo ed io ricambio prendendola per i fianchi.

-"Mamma?" mi stacco e tolgo la giacca a quadri rossa e bianca.

-"È di sopra con Angel" annuisco.

-"Quindi che ti ha detto il medico?" mi guarda preoccupata ed io mi tocco la nuca sospirando piano. Si porta le mani alla bocca e gli occhi diventano subito lucidi,in questi mesi le cose tra di noi sono andate benissimo e anche se a livello fisico siamo quasi a zero,i nostri occhi parlano da soli.

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