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Xander

La vita non ha mai smesso di mettermi davanti a prove difficili e sofferte. Di solito le persone che possiedono troppo sono quelle maggiormente infelici,tendono a dare una definizione di gioia ambigua e del tutto casuale. Chi è forte invece,capisce come andare avanti e che l'unico modo per farlo è saper nascondere le proprie debolezze,le mancanze. Così,indossano vestiti firmati e il più bel sorriso che possiedono,ingannandoci di essere felici. Bugie,tutti inganni. Il problema più grande è stato appunto dichiarare la mia sessualità,far uscire il vero me stesso. Avevo paura e nessuno capiva. Non sapevo che avevo bisogno solamente di urlare al mondo,la mia famiglia mi avrebbe amato lo stesso.

Non sapevo se dar la colpa al caldo o all'ansia che affliggeva le mie emozioni. Continuavo a passarmi le mani umide di sudore contro i jeans e i piedi battevano forte contro il pavimento color mogano. Ero arrivato al limite,per me i segreti finivano li e finalmente ero deciso a dire tutta la verità alla mia famiglia. Non dimenticherò mai quel fatidico giorno d'agosto,dove ho iniziato a vivere finalmente. Avevo solamente quattordici anni e ormai la mia vita era piena d'amore,amavo Justin più di ogni altra cosa solo che era tutto un enorme bolla di felicità,confinata tra quattro mura. Avevo mentito,avevo detto a mamma di star male così da non andare al mare insieme ai miei fratelli. Loro erano già usciti di mattina presto ed io stavo lì a torturami. Presi un bel respiro profondo e mi sollevai avendo quasi un capogiro. Mi diressi fuori dalla mia stanza e a passi svelti scesi le scale tenendomi al corrimano,occupai tutte le mie forze per non cadere rovinosamente a causa della fragilità del mio corpo in quel momento. Entrai in cucina e il mio cuore si strinse a se quando notai come giocavano tra loro spensierati e felici,innamorati. Cosa avrebbero pensato di me? Nella mia testa continuava a frullare il fatto che papà fosse un uomo pieno di valori,soprattutto quello della famiglia. Respirai affannosamente nascondendomi dietro la porta,nascosi le lacrime portandomi un braccio sugli occhi. Iniziai a tremare domandandomi perchè proprio io, perché stavo soffrendo così tanto?  l'unico pensiero che avevo,era la delusione negli occhi di mia madre e di mio padre. Cercai di calmarmi e di farmi avanti. Avanzai mogiamente verso i due ancora sorridenti. Mi notarono subito,rimasero con il sorriso.

-"Amore dove stai andando?"  domandó mia madre sistemandosi sulle gambe di papà. Io rimasi li a fissarli senza rispondere. Le parole non uscivano,ero troppo nervoso, volevo tanto tornare indietro e prendermi ancora un po' di tempo ma tremavo così tanto da non avere neanche le forze per pensare a qualche scusa.

-"Xander tutt bene?" quella volta fu mio padre a parlare e quando spostai lo sguardo su di lui,crollai definitivamente. Iniziai a piangere a dirotto,senza fermarmi. Avevo troppa paura,ormai ero uscito allo scoperto,ero esposto. Caddi subito sulle ginocchia coprendomi il viso con le mani,singhiozzai forte.

-"Oh mio Dio,Tesoro che hai? Non ti senti bene? Che succede?" sentii la voce preoccupata di mia madre che si avvicinò subito inginocchiandosi alla mia altezza,prese le mie mani e mi guardò negli occhi.

-"Mi-mi dispiace" singhiozzando provai ad alzare lo sguardo al suo volto. Mi lanciò uno sguardo estremamente confuso. sentii le braccia di mamma avvolgermi,un porto sicuro. Profumava di unico,di amore e di fiducia. Smisi piano di tremare. Appoggiai la testa contro la sua spalla e mi accoccolai.

-"Xander" sentii la voce di papà vicina e la sua mano sulla mia schiena. Mi allontanai piano mentre con le dita asciugai le mie lacrime. Mi sedetti sul pavimento a gambe incrociate e trattenni entrambi i miei genitori stringendo loro le mani.
-"Xander.." non risposi.
-"Guardami Xander" le dita forti dell'uomo al mio fianco si posarono sotto il mio mento per poi alzare il viso alla sua direzione.
-"Qualsiasi cosa sia non devi preoccuparti va bene?" Sorrise e la sua mano iniziò ad accarezzarmi lentamente,lungo la guancia. Mi calmai e annuii,era arrivato il momento. Lo sapevo per certo,dovevo parlare. Farmi forza e finalmente rivelare tutto. Presi un lunghissimo respiro intrecciando le mie mani con quelle dei miei genitori.

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