Mi chiamo Clotilde Bertocchi, 24 anni, abito ad Oleggio Castello.
Il nome l'ho ereditato da un'antenata, o almeno così mi è stato raccontato. A me sta bene, mi piace e piace anche ai miei simpatici amici che dall'asilo si dilettano nelle più strambe storpiature.
Che altro si dice in queste situazioni? Boh, non ho mai tenuto un diario, o per lo meno non l'ho fatto con la giusta consapevolezza, ma adesso sono pronta!
Sono disoccupata. Per dirla tutta, ho studiato, mi sono diplomata e addirittura laureata, ma ciò non toglie che rimanga una disoccupata. Le poche persone che mi contattano mi fanno credere di essere troppo o troppo poco preparata per il ruolo e quindi mi salutano con la promessa che mi faranno sapere. Quanti lo fanno, poi?
È inutile domandarselo, una persona (abbastanza sana di mente) si mette a scrivere un diario perché, essenzialmente, non ha niente di meglio da fare. Si ha la speranza di scrivere qualcosa degno di essere riletto in futuro, ma anche la sicurezza che quando si troverà nascosto da qualche parte il fatidico diario si proverà una certa pena per la persona che l'ha scritto. Nel mio caso per la me del passato. La me di ora.
Non va male su tutto il fronte, sono fidanzata con Leo da ben cinque anni. Le cose con lui vanno bene, ci amiamo e questo conta. Come contano le sue fossette sul viso che gli spuntano quando è felice, la sua pelle liscissima e le sue gambe. Ebbene si, le tre cose che mi piacciono di più di lui sono queste.
Ma torniamo a me, Clotilde, 24 anni, nata e cresciuta nella stessa casa, disoccupata, improbabile scienziata, amante dei libri (oh sì, quanto amo leggere), del buon cibo (dio mio, quanto amo mangiare) e della montagna (non disdegno il mare, ma la montagna è la montagna!).
Mi sono laureata in scienze e tecnologie dell'ambiente, ma sembra che qui in Italia nessuno sia ancora pronto a impiegare fondi per la sua tutela. Quindi noi cari laureati siamo a passeggio! E meno male che di avvocati e economi ce ne sono in sovrannumero, negli annunci di lavoro cercano solo loro!
L'unico impiego che sono riuscita ad accaparrarmi è stato quello di pacchettista nel periodo natalizio dell'anno scorso, mentre ancora facevo la pendolare tra università e casa. Venivo pagata addirittura 3 euro e 50 all'ora, credo sia quella che chiamino schiavitù legalizzata. Comunque andavo in questo posto, a due passi da casa, dove vendono per lo più pentolame ed articoli per la cucina, per avvolgere nei pacchetti regalo (a velocità da record) alle cose con forme più strane possibili ed immaginabili. Il pacchetto che mi veniva meglio era quello in cui mettevo le padelle, quindi detto questo detto tutto! Però i clienti erano sempre contenti delle mie opere d'arte astratte e arzigogolate che Picasso mi faceva un baffo! La responsabile del negozio un po' meno.
Da poco mi si è aperto un nuovo mondo: quello delle ripetizioni! Leo è già ben inserito ed ha tutta la sua cerchia di ragazzine che lo chiamano, probabilmente lo amano e gli sono riconoscenti perché riescono prendere 6 nel compito di matematica. Io, sinceramente, non mi sentivo troppo all'altezza, ma ora ci sto prendendo la mano. Ho aiutato per un mese un ragazzino di prima media a fare i compiti, il piccolo Tommy. Il primo giorno che sono andata a casa sua mi ha studiato per bene e mi ha messo alla prova, poi ha capito che non ero un insegnante e che in qualche modo ero dalla sua parte. I genitori di Tommy stanno molto bene economicamente parlando e a loro costava meno pagare una persona (ok che prendo 10 euri all'ora, però...) piuttosto che stare qualche oretta al giorno con lui. Tommy non aveva bisogno di nessun aiuto, forse solo di un amico. Purtroppo ora non ci vado più, era un po' lontano da casa e comunque mi impegnava tutti i pomeriggi un'ora (dalle 4 e mezza alle 5 e mezza) più mezzora ad andare e a tornare. Ma adesso sono intenta ad espandere il mio giro, che conta addirittura zero ripetenti (chiamiamo così i ragazzini da cui andiamo a fare "lezione"). Ho stampato una bella serie di foglietti che appiccicherò un po' ovunque e vediamo se qualcuno si farà avanti! Sono fiduciosa!
Ok, cosa manca?
Clotilde, 24 anni, nata e cresciuta nella stessa casa, disoccupata, improbabile scienziata, amante dei libri, del buon cibo e della montagna. Sono alta, se così si può dire, 1.60 m molto scarso (così c'è scritto sulla mia carta d'identità!) e peso 55 kg. Sono la copia spiccicata del ritratto frontale di Jeanne Hébuterne, la moglie del grande Modigliani, ma con i capelli riccissimi. Come se alla povera Jeanne fosse scoppiato un petardo in testa, uno bello potente e non un minicicciolo.
Bene, caro Diario, se così ti posso definire, credo di averti dato una bella overdose di informazioni. Non ti prometto che ti scriverò tutti i giorni, ma farò del mio meglio!
A presto,
tua Clotilde.
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Il noioso diario di Clotilde - Il pericoloso mondo delle ripetizioni
Literatura FemininaMolti mi hanno sconsigliato di tenere una parola negativa nel titolo. "Noioso": che cattiva pubblicità! Non è affatto accattivante, non invoglia nessuno a leggerlo. Forse sì, forse no. Sarcastica sì, ma scaramantica mai! Starà a voi decidere il grad...