Capitolo 8

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Com'è andata esattamente? Alla grande. Io ed i miei amici abbiamo trovato una soluzione ai nostri problemi e....non ci credete vero? Ok, è andata così...

-Resta qui. Hai le chiavi?- chiede mio fratello a Scott. Lui le prende dalla sua tasca con diffidenza. -Bravo, ora tienile in alto-
-Che cos'hai in mente?- mi intrometto.
-Qualunque cosa accada, tu dovrai stargli vicino, okay?- mi domanda. Io annuisco, questa volta non ho idea di che cosa gli stia passando per quella minuscola testa. Mio fratello si allontana. Lo vedo guardarsi intorno e poi tirare fuori le chiavi della jeep. Si sta avvicinando troppo ad una macchina. E non è la sua. Allunga una mano, quella con la chiave, e inizia a strisciare il lato sinistro della macchina.
-Che diavolo?- mi pizzico la pelle per capire se io stia sognando.
-Hey, hey hey! Che cosa credi di fare a quell'auto bello?- urla. Sta guardando un gruppo di ragazzi radunati a meno di un metro da noi. Questi si girano nel punto in cui Stiles ha indicato. Nel nostro. Guardo Scott che ha ancora la chiave dell'auto di Melissa in mano e capisco il piano di Stiles. Ora è troppo tardi per fare qualsiasi cosa.
-Che cosa credi di fare?- chiede il proprietario della macchina. Scott scuote la testa e rimette la chiave nella tasca posteriore dei pantaloni. Prima ancora di dire qualsiasi cosa, il proprietario lancia uno schiaffo a Scott e presto si trasforma in pugno.
-Spostati- mi ordina un altro ragazzo. Scott si rialza e ha una mano sopra la bocca. Dal naso esce un rivolo di sangue.
-Scott!- urlo. Lui si lancia verso uno dei tre ragazzi, ma quest'ultimo lo ributta a terra come se fosse una piuma. Io mi porto una mano sulla bocca. Guarirà Lexy, lo sai. Mi avvicino a Stiles, cercando di ignorare il suono dei pugni a contatto con la pelle di Scott.
-Che hai fatto Stiles?- gli urlo contro. Lui tiene in mano il telefono del coach che indica 100 battiti. Ad ogni colpo crescono sempre di più.
-Digli qualcosa!- mi dice brusco.
-Che cosa dovrei dirgli? Lo stanno prendendo a pugni!- continuo a gridare. Poi sospiro. Devo fare qualcosa. -Scott! Non perdere il controllo. Hai capito?-
-Continua- dice Stiles. Scott si sta coprendo la testa con le braccia. Io mi avvicino ai ragazzi.
-Basta, lasciatelo in pace. Lasciatelo in pace!- loro si fermano e scappano. Mi abbasso. Scott ha il naso insanguinato, ma sta bene.
-Ti hanno ascoltata- mi sorride. Io allungo una mano verso la sua mascella.
-Sì, mi hanno ascoltata- sorrido a mia volta.
-No, hanno ascoltato me- dice un'altra voce. È la seconda volta che la sento oggi. Tiro gli occhi al cielo e mi giro. -Che avevate intenzione di fare?- chiede Mr. Harris. Io mi giro verso Stiles che tiene quel dannato telefono in mano, per mostrarmi i 68 battiti di Scott. Sta sorridendo. Idiota.
-Oh no, non vorrà mica...- dico io, ma ovviamente mi blocca.
-Siete in punizione-

***
-Cos'ha fatto Derek?- urlo incredula. Scott ci ha raccontato di come ha trovato Deaton, il suo capo, ferito. Derek lo stava minacciando, secondo lui, Deaton è l'alfa. Stiles parcheggia la nostra Jeep a scuola.
-Questa è una pessima idea- dice mio fratello.
-Questa è la peggior idea che abbiamo mai avuto- confermo io.
-Lo faremo lo stesso?- chiede Stiles.
-Avete un piano migliore?- di solito siamo io e Stiles ad escogitare dei piani, ma questa volta solo Scott ne ha uno.
-Proporrei di ignorare il problema fino a quando non sparirà da solo- suggerisce Stiles. Sbuffo.
-Tu pensa a farmi entrare- ordina Scott. Mio fratello apre il portabagagli e ne tira fuori delle cesoie grandi. Non chiedetevi da dove le abbia prese. Non credo vorreste saperlo. Una camaro nera parcheggia accanto a noi. Derek Hale apre la porta ed esce dalla macchina.
-Il mio capo?- chiede Scott.
-È in macchina- risponde Derek. Ci affacciamo tutti alla finestra per guardare l'uomo. Deaton è legato ai polsi ed è ancora svenuto. Mi rifiuto di credere che l'alfa sia una persona così vulnerabile e che si faccia prendere così facilmente.
-Ah, sembra che stia comodo- commenta Stiles. Poi ci dirigiamo verso l'entrata della scuola.
-Aspettate, che fate?- chiede il corvino.
-Sono collegato all'alfa- risponde Scott. -Tu resta qui Lexy-
-Ma- mi oppongo, ma poi accetto la sconfitta. Entrambi entrano nell'edificio. Io mi giro verso Derek.
-Non vorrai credere che lui sia l'alfa?- chiedo indicando il capo di Scott.
-Sta mentendo su qualcosa, ma se non è lui l'alfa, sta di sicuro proteggendo qualcuno- risponde Derek.
-Non ne sono convinta- dico sincera.
-Come va con la rabbia? Sei riuscita a farti spuntare gli artigli o le zanne?- domanda curioso.
-Niente di niente- dico alzando le spalle.
-Dobbiamo trovare un modo- continua lui.
-Dobbiamo? Tu davvero mi aiuterai?- chiedo incredula.
-Perchè sei così sorpresa?- domanda.
-Pensavo che fossi troppo impegnato con le tue cose e con Scott- dico sincera. Sembro patetica. Lui si avvicina. Le sue braccia possenti si allungano verso di me.
-Lexy, sei il mio beta. Tu sarai sempre la mia priorità- mi stringe le spalle. Sembra sincero. Sto per dire qualcosa, ma un suono mi precede. Un ululato. O almeno un tentativo di ululato. Scott sta emettendo un suono simile a quello di un cagnolino spaventato. Derek chiude gli occhi, esasperato.
-Non ci posso credere- dice secco. Un altro suono proviene dalla scuola, questa volta molto diverso, più minaccioso e autoritario. Scott ce l'ha fatta. A giudicare dalla faccia di Derek però, non ne è felice.
-Ora ammazzo tutti e due!- grida ai miei amici quando ci raggiungono. -Che cos'era? Volevate attirare tutto lo stato qui a scuola?-
-Non sapevo che fosse così forte- dice Scott con l'eccitazione nei suoi occhi.
-Eh sì, era forte. Ed era fighissimo-mio fratello ride, come se avesse appena scoperto che il suo migliore amico ha appena vinto alla lotteria.
-Sta zitto- ordina Derek.
-Non fare il brontolone- risponde Stiles indicandolo.
-Che gli hai fatto?- chiede Scott guardando la macchina. Deaton non c'era più.
-Derek, dov'è?- domando preoccupata. D'improvviso mi chiedo se ho sbagliato a sottovalutare il capo di Scott. Mi giro verso Derek, per ricevere una risposta. Lui mi guarda, dalla sua bocca esce un rivolo di sangue, i suoi occhi mi supplicano di correre. Poi, qualcuno lo afferra per la schiena e lo sbatte contro uno dei muri della scuola. Lui cade a terra, esamine. Non riesco a muovermi, se non fosse per Scott che mi tira con sè verso l'entrata della scuola.
-Chiudi, chiudi- urla Scott a Stiles.
-Ti sembra che io abbia una chiave?- chiede Stiles sarcastico.
-Usa qualcosa- suggerisce Scott
-Cosa?- domanda mio fratello.
-Qualsiasi cosa!- grida l'amico. Stiles si alza, guarda dal vetrino della porta e fissa le cesoie che sono rimaste fuori. Vuole andare fuori. È solo in questo momento che mi risveglio dai miei pensieri. Stiles non può uscire. Non posso perdere anche lui.
-No, Stiles no- grido. Lui apre la porta, così scatto in avanti. Lo blocco con il braccio sinistro e sgattaiolo fuori in fretta. Afferro le cesoie.
-Lexy!- urlano Scott e Stiles. Alzo lo sguardo e davanti a me c'è una creatura alta, con occhi rosso sangue. L'alfa. Io corro velocemente verso la scuola, chiudendomi la porta dietro. Passo le cesoie a Stiles che le posizione tra le maniglie della porta. Nessun movimento da parte dell'alfa.
-Non terranno vero?- chiedo ai ragazzi indicando le cesoie.
-Probabilmente no- dice Stiles. Negli occhi non vedo più eccitazione, ma paura. Ci guardiamo intorno. Un'atmosfera completamente diversa da come la vediamo di solito: i corridoi vuoti, bui. Sentiamo un ululato e iniziamo a correre. Entriamo nella prima aula che ci capita. Stiles e Scott afferrano la cattedra, ma questa è troppo pesante e fa troppo rumore.
-Fermatevi! La porta non lo terrà fuori- urlo disperata.
-È il tuo capo Scott, è Deaton l'alfa- dice mio fratello.
-Cosa? No- ribatte Scott. -Non può essere-
-Oh, andiamo. Lui scompare e in un attimo spunta quella cosa che fa fare a Derek un volo di sei metri?- chiede Stiles.
-Non è lui- ripete Scott.
-Ha ucciso Derek- dice l'altro.
-Derek non è morto. Non può morire- Scott non sembra convinto di quello che dice.
Quando nominano Derek distolgo lo sguardo. Non può essere morto. Derek non è morto. Lo conosco da meno di un mese, ma sento di aver perso una sicurezza nella vita. Tu sarai sempre la mia priorità. Ripenso alle sue parole, ai suoi occhi che mi guardavano mentre gli artigli dell'alfa lo trafiggevano. Una lacrima mi scende sulla guancia. Mi affretto ad asciugarla.
-Che cosa? Gli usciva molto sangue dalla bocca e non sembrava essere solo un graffietto. È morto e ora tocca a noi- la sicurezza nel tono di Stiles mi mette i brividi.
-Hey. Derek non è morto e noi non moriremo- dico mantendo la mia voce ferma, sto cercando di convincere più me stessa che loro.
-Bene e che facciamo?- chiede Scott.
-Arriviamo alla Jeep. Andiamo via di qui. E tu rifletti seriamente sul cambiare lavoro-risponde Stiles.
-Come diavolo vorresti arrivare alla Jeep?- domando mentre mi avvicino alla finestra per vedere se posso aprirla. Loro mi raggiungono.
-Non si aprono, la scuola è climatizzata- mi informa Stiles.
-Rompiamone una- suggerisce Scott.
-No, farebbe troppo rumore- ribatto io. Osservo il parcheggio della scuola e poi fisso la Jeep. C'è qualcosa di strano nel veicolo. -Stiles...che cos'ha il cofano della jeep?-
-Che vuoi dire? Non ha niente- dice tranquillo.
-È piegato- interviene Scott. Prima di poter solo muoverci, la finestra va in frantumi. Scott mi prende velocemente e mi copre la faccia. Guardo a terra per capire che cosa ha colpito il vetro. La batteria della Jeep.
-Quella è la mia batteria- dice Stiles arrabbiato, mentre cerca di alzarsi. Scott lo blocca.
-Fammi dare un'occhiata- Scott si accosta alla finestra.
-Niente?- chiedo guardandolo.
-No, andiamo- ci ordina.
-Ci serve una stanza senza finestre- dice Stiles.
-Qui non c'è una stanza senza finestre- ribatte Scott.
-Lo spogliatoio ha poche finestre giusto?- chiedo io. Loro annuiscono e iniziamo a correre. Non credo di aver mai corso così tanto nella mia vita, ma non credo nemmeno di aver mai rischiato la mia vita. Avrei voluto entrare negli spogliatoi maschili in altre circostanze, non in questa.
-Chiamate vostro padre- dice Scott.
-Che gli dico?- domanda mio fratello.
-Non so, digli che c'è una fuoriuscita di gas o un incendio- propone Scott. -Se quella cosa vedrà le auto della polizia se ne andrà via-
-Credi davvero che non li ucciderebbe tutti?- chiedo scuotendo la testa. No. Mio padre non deve saperlo.
-Dobbiamo trovare una via d'uscita e andarcene- bisbiglia Scott.
-Vicino non c'è niente per almeno un miglio- dice Stiles.
- E la macchina di Derek?- chiede Scott.
-Può andare. Usciamo, recuperiamo le chiavi dal corpo e prendiamo la macchina- Stiles annuisce.
-Non vorrete mica lasciare Derek qui!- li accuso. Non m'importa se scoprono la verità.
-Bene, prendiamo anche lui- si corregge. Loro due si dirigono verso la porta, ma Scott si ferma subito.
-Ho sentito qualcosa- dice. Io annuisco, l'ho sentito anche io. Stiles si nasconde in uno degli armadietti, facendo un rumore assurdo.
-Stiles, sei un idiota- sussurro. Anche Scott entra in uno degli armadietti, mentre io rimango ferma, non sapendo che fare. Corro in una delle docce. Sento qualcuno aprire la porta dello spogliatoio. Una sagoma si avvicina agli armadietti ed i miei amici urlano. Io me ne esco dal nascondiglio.
-Che volevate fare? Uccidermi?Fuori di qui- urla il bidello della scuola.
-Ci ascolti solo un attimo ok?- prova a dire Stiles.
-Ok un bel niente. Toglietevi dai piedi- ci spinge fuori dalla porta. Appena usciamo, lui viene afferrato e tirato con forza. Sul vetro della porta appaiono le impronte delle sue mani insanguinate. Scott si precipita verso la porta, vuole aiutare il bidello, ma ormai è troppo tardi. Io e Stiles lo tiriamo indietro e ci mettiamo a correre.
-Io qui non ci muoio. Io non ci muoio a scuola- grida Stiles.
-Noi non moriremo- cerco di essere positiva.
-Ma che cosa vuole?- urla Stiles con quella poca voce che gli rimane.
-Me. Derek ha detto che gli serve un branco- risponde Scott.
-Oh grande, un lupo pazzo che fa gioco di squadra. Davvero fantastico- non ho il tempo di ribattere che l'alfa si lancia contro le finestre del corridoio e ci insegue. Dopo diversi tentativi da parte di mio fratello di evitare l'alfa, quest'ultimo finisce nei condotti. Mi sembra di essere in una escape room che non finisce mai. Il soffitto scricchiola sotto il contatto delle zampe dell'alfa. Ci troviamo nelle cucine quando sento un telefono squillare.
-Aspettate, avete sentito?- chiede Scott.
-Un telefono che squilla- dico io confusa. Ascolto quella suoneria ed è molto familiare. Frugo tra le mie tasche, ma non trovo il telefono. Poi ricordo di averlo lasciato nel sedile della Jeep. Mossa stupida Lexy.
-Stiles, dimmi che hai il numero di telefono di Lydia- chiedo speranzosa e terrorizzata allo stesso momento. Lui mi guarda e sorride debolmente.
-Per chi mi hai preso? Non sono uno stalker- dice lui.
-Stiles!- grido io.
-Si ok, ce l'ho. Tieni- mi passa il suo telefono e io chiamo il suo numero. Il telefono squilla di nuovo. Mi risponde subito.
-Chi è?-
-Lydia? Dove sei?-
-Vicino ai bagni delle ragazze, perchè?-
-Vai verso l'entrata-
-Ok, va bene-
Io ed i ragazzi corriamo verso l'entrata preoccupati per Lydia. Insieme a lei c'è Jackson.
-Che ci fai qui? Perchè sei venuta?- quasi urlo.
-Tu me lo hai chiesto...- mi dice mostrandomi il suo cellulare. Mostra il mio contatto con un messaggio. Ci vediamo a scuola, urgente.
-Lydia...non te l'ho mandato io- dico spaventata.
-Siete venuti in macchina?- chiede Stiles speranzoso.
-Sì, ce ne andiamo?- chiede la rossa. Sopra di noi scricchiola qualcosa e sospetto già di sapere la risposta. Scott mi prende per il braccio e grida "via". Tutti corriamo e ci sparpagliamo per la scuola. Dietro a noi l'alfa ringhia e sento diversi armadietti piegarsi sotto il suo peso. Decidiamo di entrare nell'aula di biologia e Scott sigilla le porte con dei pezzi di metallo.
-Dobbiamo bloccare la porta- dice lui. Jackson lo aiuta a spostare una scrivania, mentre Lydia è appoggiata ad un muro.
-Scott aspetta- dice mio fratello. Io lo guardo e capisco cos'ha in mente. L'aula di biologia è piena di finestre. Lydia aiuta i ragazzi e sposta una sedia. Stiles continua a pregarli di fermarsi. -ragazzi aspettate-
-Hey!- fischio. Tutti si fermano. -Lo so che siete spaventati, ma potete fermarvi e pensare un attimo a quello che stiamo facendo? Che cosa pensate di fare con tutte queste finestre?- domando. Indico le grandi vetrate e Stiles mi ringrazia.
-Che diavolo sta succedendo?- chiede Lydia. Io mi zittisco, non so che dirle. Lei si trova qui a causa mia. Il mio telefono è nella Jeep ed è ovvio che qualcuno l'ha preso da lì. Scott si piega su uno dei banchi, mettendosi una mano sulla fronte. Vedendoci muti, Stiles si fa avanti.
-Qualcuno ha ucciso il bidello- dice.
-Come?- chiede Lydia con un filo di voce.
-Sì, è morto- ripete Stiles.
-Chi l'ha ucciso?- domanda Jackson.
-No, era tutto finito. Il leone di montagna è stato ucciso- dice Lydia terrorizzata.
-No, non capisci. Non era un leone di montagna- le dice Jackson.
-E chi era allora?- chiede lei. Mi guarda. -Lexy?-
-Io...non lo so- alzo le spalle. Non so cosa dire.
-Chi? Chi è?- chiede Jackson. Lui sta guardando Scott. Il mio amico sospira e dice una cosa che mi spiazza.
-È Derek, Derek Hale- dice. Io lo guardo con disprezzo. Pensare a Derek morto mi fa male, ma sapere che qualcuno lo possa considerare un assassino, me ne fa ancora di più.
-Derek ha ucciso il bidello?- chiede Jackson. Non riesco a decifrare la sua espressione, non è solo spaventato, ma anche sorpreso.
-Sì, li ha uccisi tutti partendo da sua sorella- spiega Scott. Io smetto di ascoltarlo, è troppo per me. Tutto quello che dicono dopo non arriva alle mie orecchie, come se fossi sott'acqua. Decido che devo tornare a galla.
-Chiama la polizia- ordina Jackson a Stiles. Vorrei urlare di non farlo.
-No- ribatte contrariato mio fratello. Lo ringrazio mentalmente.
-Che significa no?- domanda Jackson.
-No, significa no. Lo dico in spagnolo? Noh- risponde Stiles. Mi metto una mano sulla fronte. -Derek ha ucciso tre persone, non sappiamo che armi abbia-
-Vostro padre è lo sceriffo. Ha le armi di tutto il dipartimento. Chiamalo- dice Jackson puntandoci contro la mano sinistra.
-Lo chiamo io- interviene Lydia.
-Lydia, no- la supplico, ma lei ha già digitato il numero e schiacciato il tasto della chiamata.
-Chiamo dalla scuola superiore, siamo intrappolati qui dentro- quello che dice dopo, è solo una serie di "ma". -Ha riattaccato-
-Cosa? La polizia ti ha riattaccato?- chiedo confusa.
-Gli hanno avvertiti che ci sarebbero stati scherzi su un'irruzione nella scuola. Ha detto che se richiamo rintracciano la telefonata e mi arrestano- spiega lei.
-Allora richiama- ordina Jackson.
-No, non rintracciano il tuo telefono. La pattuglia andrebbe a casa tua prima di venire qui- dice mio fratello.
-Perchè ci vuole uccidere?- chiede Lydia in panico. -È stato lui a mandare il messaggio?-
-Non lo so Lyds- dico con le lacrime agli occhi. Non ho intenzione di tradire Derek.
-Ok, forse è ora di darci una calmata- suggerisce Stiles. Prende me e Scott in parte. -È stata una grande idea quella di dare la colpa a Derek-
-Non che non lo è stata- ribatto arrabbiata.
-Non sapevo che dire, ma dovevo dire qualcosa. Se lui è morto non importa, giusto?- chiede Scott.
-E se non lo fosse?- domando scuotendo la testa.
-Ora dobbiamo pensare a come uscire vivi da qui- dice Stiles.
-Ma siamo vivi, avrebbe già potuto ucciderci. Sembra che voglia intrappolarci- mormora Scott.
-E quindi vuole mangiarci tutti insieme?- chiede stiles.
-No, secondo Derek cerca vendetta- risponde Scott. Sto per intervenire, ma Jackson ci ferma.
-Ok deficienti. Nuovo piano: Lexy chiama suo padre e gli dice di mandare qualcuno con un fucile decente. Siamo d'accordo?- sputa. Io guardo Scott con sguardo interrogativo. Non so più cosa fare.
-Ha ragione. Digli tutta la verità se necessario, però chiamalo- mi dice. Non proprio tutta. Stiles mi guarda.
-Non voglio vedere nostro padre che viene sbranato- mi riferisce.
-Nemmeno io- per una volta sono d'accordo con lui. È l'unico genitore che ci è rimasto.
-Forza, dammi qui. Lo chiamo io- Jackson si avvicina a me e vuole prendere il telefono di Stiles dalla mia mano. Mio fratello scatta in avanti. Gli tira un pugno. Lydia corre verso il suo ragazzo per accertarsi che stia bene.
-Stiles, dobbiamo fare qualcosa- dico seria. Annuisce. Prendo il telefono e chiamo papà. C'è la segreteria telefonica. La porta dell'aula inizia a vibrare, persino i chiodi cadono dalla serratura della maniglia. Stiles suggerisce di andare nella cucina e riiniziamo la nostra interminabile corsa. Siamo scappati da un'aula per finirne in un'altra. Ovvero quella di chimica, quella che più odiavo. Scott blocca la porta con una sedia. Come se bastasse per tenere fuori l'alfa.
-Quanti ne entrano nella tua macchina?- domanda Scott a Jackson.
-Cinque se ci si stringe un po'- risponde.
-Cinque? Ma se quando mi davate un passaggio ci entravo a malapena- ribatto.
-Non c'è modo di uscire senza attirare l'attenzione- dice Stiles.
-Guardate là- Scott indica una porta con un cartello. -porta sul tetto. Scendendo dalla scala antincendio arriviamo al parcheggio-
-Sì, ma è chiusa a chiave Scott- gli indico il lucchetto.
-Il bidello ha la chiave- dice lui.
-Vorresti dire il cadavere- lo corregge Stiles.
-La prendo io, posso trovarlo fiutando il suo sangue- spiega Scott. Io lo fulmino con lo sguardo.
-Beh, sembrerebbe proprio una pessima idea- dice per me Stiles.
-Prendo la chiave- annuncia Scott affinché Lydia e Jackson lo sappiano.
-Scott no. Non hai nemmeno qualcosa con cui difenderti- bisbiglio, ma vorrei urlare forte.
-Una cosa c'è- dice Lydia. Io la guardo curiosa. Sta fissando le bottigliette che si trovano sugli scaffali dell'armadio.
-Vorresti innaffiarlo con l'acido?- chiede Stiles.
-No, tirargli una bomba. Qui c'è tutto il necessario per una molotov con auto innesco- spiega lei. Tutti la fissano in silenzio. È in questi casi che ringrazio la nascosta intelligenza di Lydia. -Che c'è? Devo averlo letto-
-Senz'altro- commento io.
-Anche quello è chiuso a chiave- dice Stiles. Jackson sbuffa e in pochi secondi sfonda il vetro dell'armadio con il gomito. Lydia si mette immediatamente all'opera chiedendo a Jackson gli ingredienti e mescolandoli attentamente. Quando ha finito mette il tappo e passa la beuta a Scott. Io lo guardo di nuovo. A giudicare dalla sua faccia devo sembrare proprio disperata.
-Non farlo Scott- dico tremando.
-Aspettiamo che tuo padre ascolti la segreteria?- chiede scuotendo le braccia.
-Scott, quello è l'alfa. Hai visto cos'ha fatto a...a Derek- lo prendo per il braccio libero.
-I prossimi saremo noi, Lexy- mi bisbiglia all'orecchio. Scuoto la testa più volte, non mi preoccupo nemmeno delle lacrime che scendono lungo le guance.
-Scott non puoi, non voglio che ti succeda qualcosa- lo supplico ancora. Capisco che non posso convincerlo. Nei suoi occhi c'è pura determinazione. Mi lascia il braccio lentamente e poi si allontana. Mi guarda un'ultima volta. Stiles si avvicina a me mentre Scott esce dall'aula. Non dice niente, non mi abbraccia. Sta lì, come se potessi rompermi da un momento all'altro.
-Hey, va tutto bene- mi rassicura Jackson. Mio fratello lo guarda malissimo e ho l'impressione che vorrebbe tirargli ancora un altro pugno.
-Perchè hai i capelli bagnati?- mi chiede Stiles. Io mi porto istintivamente la mano nei capelli. Dietro sono leggermente bagnati.
-Io non...- lo guardo confuso. -credo di essermeli bagnati quando mi sono nascosta nella doccia-
-Ti sei nascosta nella doccia?- domanda ridendo. So che sta cercando di distrarmi.
-Beh, alla fine siete stati beccati prima voi, no?- commento io.
-Jackson,mi hai passato l'acido solforico? Deve essere acido solforico o non si innesca- dice Lydia. Per un attimo dimentico come si respira.
-Ti ho dato esattamente quello che hai chiesto, va bene?- dice brusco il fidanzato. Aspettiamo in silenzio per cinque minuti. Sto per uscire a cercare Scott, ma un urlo mi fa bloccare sul posto. È Scott. Vorrei muovermi, ma anche Jackson sta urlando, si sta tenendo il collo e un brutto presentimento si insinua nei miei pensieri.
-Stai bene?- chiedo preoccupata.
-Si, sto bene- risponde, senza aggiungere altro. Sento una chiave girare nella serratura della porta e corro verso di essa per aprirla. È chiusa. Cerco di aprirla disperatamente, ma i miei tentativi sono vani.
-Ferma Lexy, avete sentito?- chiede Lydia. Io mi calmo e mi concentro sui suoni attorno a me. Delle sirene. Quando papà entra nella scuola sembra sorpreso. Probabilmente si aspettava di vedere Stiles, ma non me. Io lo abbraccio forte. Una volta usciti dalla scuola, ci fa mille domande.
-Sicuro che fosse Derek Hale?- chiede a Scott. Lui annuisce.
-Sì, l'ho visto anche io- si aggiunge Stiles. Io lo guardo di traverso.
-Avete trovato il bidello?- domanda Scott mentre scendiamo le scale.
-No, non ancora- dice mio padre. Scott ripete il posto dove aveva visto il bidello l'ultima volta e papà dice di non aver visto niente. Scott lo accusa, ma papà viene subito chiamato da un agente. Ora rivolge l'attenzione a me e mio fratello. -Restate qui, tutti e tre-
-Beh siamo ancora vivi. Insomma siamo sopravvissuti all'alfa- dice Stiles.
-Scherzi? Ci è passato accanto quando eravamo in laboratorio. Non credete che sapesse esattamente dove eravamo?- chiedo stringendo i denti.
-E allora perché siamo vivi?- domanda Stiles.
-Mi vuole nel suo branco. Ma io credo che prima voglia che io mi liberi del vecchio branco- dice a bassa voce Scott.
-Che intendi? Quale vecchio branco?- chiede mio fratello. So già la risposta.
-Jackson, Lydia, voi- dice triste.
-L'alfa non vuole ucciderci- dice Stiles.
-Vuole che lo faccia Scott- concludo io.
-E non è la cosa peggiore- aggiunge Scott.
-Come può non essere la peggiore?- domando indignata.
-Quando mi ha fatto trasformare...io volevo farlo. Volevo uccidervi- dice con un filo di voce. Stiles ammutolisce e lo guarda come se non lo conoscesse. Nemmeno io posso capire Scott, non riesco nemmeno a trasformarmi, figuriamoci se qualcuno me lo facesse fare. Restiamo in silenzio con lo sguardo abbassato. Tranne Scott. Scott sta fissando un punto preciso, poi si allontana da noi. Io e Stiles lo seguiamo.
-Eccoti qua- dice Deaton, il capo di Scott.
-Come hai fatto a...- domanda Scott.
-Ad uscire? Non è stato affatto facile. E da quanto mi dicono, sono vivo grazie a te. Credo di doverti un aumento- Deaton sta ridendo. Non so se sia un buon segno.
-Su ragazzi, è il momento di andare- dice papà, prendendomi per un braccio. Entro nella macchina dello sceriffo e mi abbandono nel sedile posteriore. Voglio solo dormire e smettere di pensare. Soprattutto a Derek. Non hanno ancora trovato il suo corpo e questo mi preoccupa e solleva allo stesso tempo.
-Lexy senti...- Scott mi rivolge la parola.
-Non parlare, ti prego- dico io.

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