Capitolo 9

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Corro più veloce che posso e rimango ancora sorpresa quando arrivo davanti alla casa di Scott senza il fiatone. Io e Derek ci dividiamo: io entro, mentre lui gira attorno alla casa. 
Quando arrivo davanti alla stanza di Scott, vedo Stiles con le mani sulla testa. Allungo una mano verso di lui per richiamarlo. 
-Hey, dov'è Scott?- chiedo preoccupata. Lui scuote la testa.
-Stavamo parlando, ma ha iniziato a dimenarsi e quando sono rientrato, lui non c'era più- mi spiega.
-È scappato?- domando, mentre cerco di capirci qualcosa. In risposta, mi apre la porta della camera e noto la finestra aperta. Ovviamente. -Devo avvisare Derek, lui saprà come trovarlo- 
-Aspetta un attimo, Derek è qui?- chiede Stiles.
-Si, andiamo- dico, dirigendomi verso l'esterno della casa. Mio fratello mi segue, cercando di tenermi il passo. Ci guardiamo attorno, ma Derek sembra scomparso. -Piano b, prendiamo la Jeep e lo cerchiamo noi- 
-Mi piace il piano b - dice mio fratello. -Proviamo alla clinica?-
-Tentar non nuoce- dico, mettendomi la cintura. Lui parte senza badare al limite di velocità. Papà chiuderà un occhio. Per la quindicesima volta.
Appena arriviamo alla clinica, capisco che Scott non si trova lì. Le luci sono spente e non si sente un solo rumore dall'interno. Scuoto la testa scoraggiata. 
-Lo troverermo, proviamo all'ospedale- mi rassicura. Io annuisco e salgo sulla Jeep un'altra volta. A metà strada, un'idea mi passa per la testa. 
-Stiles, torna indietro- dico brusca. Lui mi guarda confuso.
-Che vuoi dire?-chiede lui.
-Voglio dire, torna indietro. Andiamo a casa di Scott. Lui dovrà pur tornare, se non lo ha già fatto- spiego, mettendo una mano sul volante. Lui me la scosta e fa retromarcia. In dieci minuti siamo arrivati al punto di partenza. Tiro un sospiro di sollievo quando vedo Scott sul suo letto, con una faccia confusa. Sono sicura che Derek c'entri qualcosa e ringrazio il mio alfa mentalmente, mentre abbraccio Scott. 

                                          ***
Quando entro nell'aula di arte, Al è già seduta in primo banco, come suo solito. Ha un sorriso dipinto sulle labbra e in mano tiene diversi pennelli colorati. 
-Buongiorno fiorellino, come va?- chiede particolarmente allegra. Io rido, alzando le sopracciglia.
-Fiorellino?- domando io. Lei mi ignora, prende un bicchiere rosso e si alza per riempirlo d'acqua, pronta a continuare il suo dipinto astratto. La mia attenzione viene catturata da una figura slanciata che entra dalla porta. 
-Che ci fai qui?- chiedo brusca a Brooke.
-Vederti uscire dalla classe di economia con tanta ambizione, mi ha fatto capire che quella non era la materia adatta a me- risponde tranquillamente.
-E tra tutte le materie, arte era quella adatta a te?- il sarcasmo è evidente nella mia voce. 
-Non credo che tua madre ti abbia insegnato le buone maniere- risponde con tono provocatorio. Quando vede che rimango perplessa per un secondo, le appare un sorriso. -Oh giusto, non ce l'hai. Scusami, davvero-
-No tranquilla, dopotutto la tua non ti ha mai insegnato ad utilizzare quella parte del corpo chiamata cervello. Oh giusto, non ce l'hai- faccio una faccia dispiaciuta. -Scusami, davvero-
Il suo sorriso si spegne lentamente e io mi giro soddisfatta. Al torna a posto e il suo sguardo passa da me a Brooke. Mentre la prof entra, spiegando i dettagli del nostro prossimo lavoro, Brooke mi si avvicina lentamente.
-Non ti renderò le cose semplici, Alexandra- dice con disprezzo. Le mie mani stringono i lati del banco e una rabbia mi pervade tutto il corpo. Le mie nocche diventano bianche e cerco di combattere contro il tremore alle mani. Al mi guarda preoccupata.
-Hey, non assecondarla- mi ammonisce. Appoggia una mano sulle mie, ma non riesco calmarmi. Non quando ha nominato lei. Vorrei non dare soddisfazione alla bionda ossigenata, ma l'idea di stare chiusa in una stanza con lei, mi dà il voltastomaco. Mi alzo dalla sedia con gli sguardi dei miei compagni su di me ed esco dalla porta. 
Quando entro in bagno, sento qualcuno piangere. I suoi singhiozzi risuonano ovunque. Non so come reagire, ma decido di avvicinarmi.
-Hey, va tutto bene?- domando insicura. Non sono mai stata brava a rassicurare le persone. Sono brava ad ascoltare, ma in fatto di consigli, sono una frana. Non ricevo alcuna risposta per almeno 30 secondi. La ragazza si asciuga il naso e decide di rispondere.
-Lexy?- chiede con voce strozzata. Riconosco immediatamente la sua voce. Lei apre la porta e ne esce con i capelli spettinati e il trucco colato. 
-Lydia, mio dio, stai bene?- sono preoccupata per lei. Non importa quello che mi ha fatto, lei è la prima amica che mi sono fatta qui e vederla così, mi spezza il cuore. Lei sospira e si affretta a sistemarsi il trucco. 
-Sto bene- dice infine. Io la guardo, aspettando che mi dica perché stesse piangendo. Quando vede che non mi muovo, mi guarda negli occhi. -Perchè mi parli ancora?- 
-Perchè siamo amiche, Lydia- dico lentamente. Le sistemo i capelli, in modo che siano perfetti. -E perchè sei presa malissimo. Hai visto che capelli avevi?- 
Lei sorride, ma poi torna seria. Si appoggia al lavandino.
-Ti devo dire una cosa- annuncia seria. Io annuisco e le faccio cenno di continuare. -Ho fatto molte cose sbagliate, lo so. Ma…-
-Lydia, non devi spiegare, va tutto bene- la interrompo.
-Lexy, per l'amor del cielo, stai zitta- mi sgrida. Si prende una ciocca di capelli rossi e la mette dietro l'orecchio. -Ho sbagliato, ho pensato che ci fosse qualcosa tra te e Jackson e mi sono vendicata-
-Tra me e Jackson?- chiedo sorpresa.
-Lui non mi ha mai guardata così- risponde. In quel momento capisco quanto lei tenga a lui e soffra del suo disinteresse. 
-Sono sicura non sia così- dico, ma nemmeno io ne sono convinta.
-Il punto è che non voglio perderti ed è il motivo per cui io non ho baciato Scott- continua. Mi guarda attentamente, per vedere la mia reazione. Sbatto gli occhi più volte.
-Non lo hai baciato?- chiedo speranzosa.
-Non ti farei mai questo. Sarò pure una stronza, ma so quanto ti piaccia- allunga una mano verso di me. Prende la mia mano sinistra e la stringe. 
-È solo una cotta, Lydia- dico io. Lei tira gli occhi al cielo.
-Oh andiamo, non è solo una cotta- dice esasperata.
-Che intendi?- scuoto la testa.
-Lo guardi come se fosse l'unico ragazzo al mondo. Quando ti parla, i tuoi occhi si illuminano e il tuo sorriso non sembra mai finire. Non dare per scontato queste cose- mi lascia la mano ed esce dal bagno, lasciandomi sola e spiazzata.

Lost in Beacon Hills || tw ff Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora