Capitolo 10

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Mai nella vita mi sarei immaginata di correre così tanto. Il massimo era correre dalla camera alla cucina, per prendere la Nutella. Ora si tratta della vita di Scott. Sono così nervosa che mi faccio tutto il tratto correndo e non in macchina come Stiles. Arriviamo allo stesso momento e quando Stiles esce dalla Jeep, mi guarda come se fosse impossibile vedermi così.
-Scott!- urlo, aprendo la porta degli spogliatoi. Lui è seduto su una delle panchine, con lo sguardo perso nel vuoto. È nudo, eccezion fatta per l'asciugamano avvolto attorno alla sua vita. 
-Dove sono? Ti hanno fatto qualcosa?- chiedo in fretta. Guardo il suo collo, dove sono presenti cinque segni rossi. Le ferite si stanno già rimarginando.
-Se ne sono andati-dice con diffidenza. È ancora arrabbiato con me.
-Cosa sono quei segni?-gli indico il collo.
-Lo zio di Derek...mi ha fatto vedere l'incendio e tutte le persone che ha ucciso- dice con terrore.
-Ti ha fatto...vedere?-chiede Stiles.
-Derek mi ha detto che c'è un modo con il quale l'alfa può mostrarti i suoi ricordi- spiego io. Mi ricordo una delle nostre discussioni, riguardava proprio i ricordi. Scott e Stiles mi guardano. Scott è impassibile. 
-Peter non è l'unico problema che abbiamo- aggiunge Scott.
-Che vuoi dire? Parli di Jackson?-chiedo confusa dal cambio di argomento.
-Gli Argent credono che sia lui il beta- annuncia. Stiles rimane shockato, spalanca la bocca e sposta la testa leggermente in avanti. 
-Cosa?- domanda incredulo. Io annuisco.
-Hanno visto le ferite- dico io. Salto una partita a Lacrosse e mi perdo tutto questo. 
-Che ferite?- chiede Scott. È la prima volta che mi guarda veramente.
-Quel giorno, quando Derek è venuto a cercarci per via del proiettile...ha attaccato Jackson- spiego. Lui tira gli occhi al cielo.
-Tipico di Derek- dice sarcastico. Sentire il sarcasmo nella sua voce, mi spiazza. 
-Il punto è che ho chiesto a Jackson se fosse successo qualcosa dopo quell'episodio- continuo, attirando la loro attenzione.
-E?- chiede Stiles.
-Mi ha detto che sta benissimo e che non è successo nulla, ma il suo battito è aumentato- concludo. 
-Non credo sia come noi- dice Scott, indicando me e lui. -Non perderebbe tutto questo tempo per chiedermi il morso- 
-Cosa? Ti ha chiesto di morderlo?- chiedo confusa.
-No, mi ha chiesto di procurarglielo. Giusto prima- esclama. Restiamo in silenzio, ma nessuno di noi arriva ad una conclusione sensata.
-Allora sta mentendo su qualcos'altro- dico.
-La domanda è: su cosa?- 

                                           ***
-Andiamo, quando tornerai a parlarmi?- chiedo esasperata. Io e Scott siamo nei corridoio e lui continua a camminare a passo svelto. Io lo seguo alle calcagna. Lui continua ad ignorarmi, quindi si dirige verso lo spogliatoio maschile.
-Hai intenzione di seguirmi anche qui?- domanda, aprendo la porta. Intravedo alcuni ragazzi, tra cui Stiles. 
-Se serve a farmi perdonare, sì- dico decisa. Lui mi guarda come se non ci credesse. Entra, chiudendosi la porta dietro. Io la apro di nuovo ed entro a passo spedito. Sento su di me tutti gli sguardi dei ragazzi, ma non mi importa. In altre circostanze mi fermerei ad ammirare i loro torsi nudi, ma non è il caso ora.
-Lexy, che ci fai qui?- chiede Stiles. Io alzo le spalle e do la colpa a Scott.
-Ok ragazzi. Ascoltatemi bene, solo perché avete vinto la partita di ieri, non significa che non facciate schifo- annuncia il coach, guardando uno ad uno. Poi si sofferma su di me.
-Tu chi diavolo sei?- chiede con il fischio in mano. -Sei la ragazza di uno di questi idioti?- 
-Sorella. È sicuro che possa chiamare i suoi alunni idioti?- chiedo con un sorriso.
-Non è quello che sono?- domanda il coach.
-Oh si, assolutamente. Specialmente quei due in fondo- indico i miei due amici. Il coach mi guarda allibito e poi mi sorride.
-Mi piace, qualcuno mi dica il suo cognome- ordina ad uno dei ragazzi. Qualcuno mormora un 'Stilinski'. -Ok, andiamo. Anche tu, Stilinski-
-Ma fa sul serio? E’ due anni che mi chiama Bilinski- si lamenta Stiles. Alzo le spalle e mi avvio verso il campo di lacrosse. Il coach mi fa cenno di raggiungerlo, mentre i giocatori iniziano a riscaldarsi.
-Dimmi che cosa ne pensi- indica la fila di giocatori capeggiata da Jackson. Quest’ultimo corre verso la porta e scosta i due difensori. In pochi minuti segna un punto e si gira trionfante. Lo guardo attentamente.
-Non penso ci siano dubbi su Jackson, ha un talento innato, ma non sa che significhi il lavoro di squadra. Quanto a Greenberg,eh, l’unica postazione da cui potrà vincere è la panchina- do un giudizio ai ragazzi che si fanno avanti. Un ragazzo riccioluto inizia a correre. Non riesce a segnare punto, ma qualcosa mi incuriosisce. -Lui...Lahey, ha del potenziale-
-Cosa intendi?- chiede il Coach. Mi ha presa per un’intenditrice di Lacrosse?.
-Io, non so. Non fa completamente schifo- la mia risposta sembra più una domanda. 
-Interessante- mi sta fissando con sguardo divertito. -ti voglio qui ad ogni allenamento-
-Veramente, sono nella squadra di nuoto, ho gli allenamenti- aggiungo in imbarazzo.
-Ti darò crediti extra- tenta di convincermi.
-Verrò ogni volta che posso, d’accordo?-chiedo, non volendo rinunciare a crediti extra, soprattutto dopo la figura del giorno prima. Non sento la sua risposta perchè un rumore mi giunge alle orecchie. Mi porto istintivamente la mano all’orecchio sinistro. 
Che stai facendo?
Alzo lo sguardo verso il campo, so esattamente da dove proviene la voce. Scott mi guarda curioso. 
Niente, tu pensa a giocare. Dico a bassa voce. Lui mi ascolta e parte verso i due difensori. Vederlo vincere così facilmente, non mi sorprende più. 
-Lui ,invece, sa giocare e sa muoversi in squadra. Ha fatto la decisione giusta nominandolo co-capitano- dico. Il coach ha uno sguardo interrogativo.
-L’ho nominato co-capitano, oh giusto- dice, strappandomi un sorriso. 
Finito l’allenamento aspetto Scott e Stiles nel parcheggio. Mi appoggio alla Jeep e guardo l’entrata della scuola. Una ragazza dai capelli corvini apre la porta ad una sua amica. Quando vedo il livido sulla sua guancia, sorrido. Almeno le è rimasto il mio segno. La sua amica, Sarah, da quel che ricordo, mi individua nel parcheggio e mi indica a Brooke. Sul suo viso si accende una rabbia mai vista e inizia a camminare verso di me. Alla mia destra, Stiles e Scott mi stanno raggiungendo. 
-Aha, non puoi avvicinarti. Ho un ordine restrittivo- la rimprovero, senza mai smettere di sorridere. Anche Stiles si sforza di restare serio. Apro la portiera della Jeep, ma prima di entrare, rivolgo un’ultima frase alla bionda. -A proposito, il viola ti dona in faccia-

Lost in Beacon Hills || tw ff Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora