Capitolo 20

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La macchina di papà risuona nel vialetto di casa nostra. Io e Stiles ci affrettiamo ad andare alla festa dove Jackson e il potenziale padrone saranno. Papà esce dalla macchina con uno sguardo più pensieroso del solito. Anche Stiles sembra notarlo.
-Aspetta, che succede?- chiedo preoccupata.
-Niente- risponde solo. Il suo tono è senza emozione, stanco.
-Dov'è la pistola?- domanda Stiles, indicando il fodero vuoto. Ho un brutto presentimento.
-L'ho lasciata in ufficio con il distintivo- dice.
Rimango completamente bloccata. Papà lavora per la polizia da molti anni, da prima della mia nascita. Era impossibile che non lavorasse più lì.
-Che cosa?- urlo.
-Tranquilli, ne parliamo più tardi- dice demoralizzato.
-Papà, cos'è successo?- chiede mio fratello. Papà sospira prima di rispondere.
-È stato deciso che uno sceriffo che ha un figlio che ruba un mezzo della polizia e ha un'ordinanza restrittiva ottenuta da uno degli avvocati più rispettati della zona... Non fa fare bella figura alle autorità-.
-Ti...Ti hanno licenziato?- domando incredula. Non è reale, non può esserlo.
-È solo una sospensione temporanea- cerca di rassicurarci, ma percepisco l'ansia e il senso di colpa di Stiles. Lo posso fiutare.
-L'hanno detto che è temporanea o...-
-Veramente no- dichiara papà. -Ma va bene così. Noi ce la caveremo-.
-Hey papà, io...io non capisco perché non sei arrabbiato con me- dice Stiles. Papà lo guarda, senza rabbia, senza rimprovero. Sembra che tutti i suoi sentimenti siano stati prosciugati.
-Non lo so- mormora infine.
Nè io nè Stiles gli abbiamo reso la vita difficile ultimamente. Prima io, con Brooke e l'ordine restrittivo e ora mio fratello. Siamo stati degli egoisti.
Ci guarda un'ultima volta, prima di entrare in casa.
-È tutta colpa nostra- dico tremante.
-È colpa mia- mi corregge.
-No Stiles. Ricordati che ci siamo dentro insieme. Da oggi ci impegneremo ad essere figli migliori, ma prima, dobbiamo occuparci di Jackson-

                                         ***
-Stai bene?- chiede Scott a mio fratello. Siamo arrivati alla festa e davanti a noi c'è una fila di ragazzi pronti a divertirsi. Anche noi dovremmo essere come loro. Dovremmo fare la fila per avere una serata magnifica e invece siamo costretti a seguire Jackson e chiunque lo controlli.
-Si, perchè?- domanda Stiles.
-Non hai detto una parola- gli fa notare Scott.
-Sto bene- ripete lui.
Scott corre improvvisamente verso l'interno dell'edificio e vorrei seguirlo, ma al momento è Stiles ad aver bisogno di aiuto.
-Sbaglio, o quelli sono dei furgoni?- mi chiede, facendomi guardare in lontananza. Due grandi furgoni neri. Gli Argent. Che ci fanno gli Argent qui?
-Devo andare ad avvisare Scott, credi di potercela fare?-.
-Vai- mi liquida con un sospiro.
Una volta dentro, mi devo concentrare su un singolo suono per non impazzire. La musica è al massimo e stanno tutti ballando ammassati. L'unica opzione per trovare Scott è l'odore. Lo individuo dopo pochi secondi, appoggiato ad un pilastro e accanto a lui c'è Isaac.
-È un'iniezione endovenosa. Lo trovi e tiri indietro questo stantuffo. Il collo è il punto più facile- spiega ad Isaac.
-Vuoi farlo fare a lui?- chiedo divertita.
-Devo occuparmi degli Argent- dice con tono serio.
-Lo hai notato anche tu quindi- replico.
-Sì, ma tu resta ad aiutare Isaac-.
-Isaac, stai attento- gli dico, una volta che Scott se n'è andato.
-Sinceramente dubito che questo fermerà Jackson- risponde ridendo.
-Parlavo di te, idiota. Stai attento a non farti male o ti uccido- lo minaccio, cercando Jackson nella sala.
-Eccolo lì- me lo indica il beta.
Jackson ha un'espressione inquietante e fissa un punto preciso della sala.
Io e Isaac dobbiamo far in modo di fermarlo e iniettare la ketamina.
-Serve aiuto?- domanda una voce che conosco fin troppo bene. Erica entra nel mio campo visivo con un ghigno stampato sul viso.
-Non credevo che lo avrei mai detto, ma sì. Dobbiamo distrarre Jackson- le dico in fretta. Non abbiamo molto tempo.
-Ho un'idea- mormora e subito dopo ci spiega il suo piano contorto.
-Che dite se glielo inietto io? Non ci tengo a provarci con l'ex della mia migliore amica- dico disgustata. Isaac mi passa la siringa e i due beta partono verso Jackson. Iniziano a ballare ed Erica sembra completamente a suo agio tra i due ragazzi, mentre io provo solo imbarazzo al vederli. Mi avvicino cauta, impugno la siringa e gliela infilo nel collo. Non ci vuole molto perché Jackson cada e Isaac lo afferra sottobraccio.
Il telefono mi vibra in tasca e mi affretto a prenderlo.
-Che diavolo vuoi, Stiles?- chiedo agitata.
-Mi è rimasto solo un pugno di polvere, non è abbastanza- risponde.
-Mio dio, Deaton ha detto che solo tu puoi farlo. Quindi scusa se non posso aiutarti, ma devo spostare il corpo di Jackson senza sembrare un'assassina-. Detto questo, riattacco nonostante i richiami di Stiles.
Io ed Isaac prendiamo Jackson per le spalle, sperando che gli altri credano che sia ubriaco e non mezzo morto.
-Dove lo portiamo?- mi chiede Isaac.
-Qui dietro c'è una piccola stanza- spiego velocemente. Erica apre la porta per permetterci di entrare e senza nemmeno farlo apposta, c'è una sedia, dove appoggiamo Jackson. La maniglia della porta si muove scricchiolando, mandandoci tutti sull'attenti.  Sono pronta a tirare fuori gli artigli.
-Nonono, sono io!- urla Stiles. Si avvicina a Jackson e lo studia a lungo. -Sta bene?-
-Beh...scopriamolo- risponde Isaac, con gli artigli sguainati.
-Che vuoi fare?- domando curiosa.
-Questo- dice, un istante prima di colpire Jackson con le unghie. Beh, per colpire intendo che ci ha provato.
Il capitano della squadra di nuoto afferra la mano di Isaac al volo e gliela torce. Questo senza nemmeno aprire occhio. Com'è possibile?
-"Questo" non era una buona idea- commento sarcastica.
-Non doveva perdere conoscenza?- chiede con una smorfia di dolore.
-Beh, sembra che questo sia il massimo che otterremo- dice Stiles.
-Speriamo che chiunque lo controlli sia qui stasera- mormoro, un momento prima che Jackson apra gli occhi di scatto. Tutti e quattro facciamo uno sbalzo.
-Sono qui, sono qui con voi- dice con una voce quasi robotica.
-Jackson, sei tu?- chiedo spaventata.
-Noi. Siamo noi- risponde. Guardo Stiles in cerca di risposte e il suo volto passa dalla confusione alla realizzazione.
-Sei tu che uccidi le persone?- domanda con un tono che mi spaventa.
-Siamo noi che uccidiamo gli assassini-.
Al sentire questa frase, io e Stiles ci guardiamo. Avevamo ragione.
-Quindi quelli che avete ucciso fin'ora...- inizio.
-Se lo meritavano- mi interrompe la voce alterata di Jackson.
-Le persone che avete ucciso, sono tutti assassini?- chiede mio fratello.
-Ognuna di loro- è la risposta del kanima.
-Chi hanno ucciso?- domando curiosa.
-Me- annuncia. Me? Che significa me?.
-Che vuoi dire?-. Stiles pone la mia stessa domanda.
-Hanno ucciso me- ripete. I suoi occhi assumono il colore giallo e le pupille si riducono. Le sue mani diventano squamate e gli artigli gli spuntano dalla punta delle dita. Oh no.
-Ci vuole altra ketamina- annuncia Stiles.
-Oh davvero?- chiedo ironica. -Peccato che non ne abbiamo più-.
Jackson si alza dalla sedia ed emette un suono pungente, prima di muoversi. Stiles è il primo a scappare. Assurdo, credevo sarebbe stata Erica a svignarsela.
Io, Erica ed Isaac lo seguiamo, chiudendo la porta con tutta la nostra forza. Il problema è che il kanima rompe la parete laterale della piccola stanza e inizia a strisciare via.
-Dobbiamo cercarlo- dico con fare sbrigativo.
-Facile a dirsi- replica Stiles. Poi inizia a correre verso l'esterno dell'edificio e lo seguo senza sapere che cosa voglia fare. Non bada molto a me, lo fa solo quando vado a sbattere contro qualcosa. A terra c'è il frassino e io non posso oltrepassarlo. Io, Isaac, Erica...nessuno di noi può farlo. Alzo lo sguardo verso mio fratello e rimango sorpresa al vedere Derek al suo fianco.
-Oh mio dio, funziona!- urla Stiles entusiasta.
-Ti prego, Derek. Tiragli un pugno- supplico il mio alfa.
In quel momento, un ululato echeggia in tutto il parcheggio, o meglio, in tutta Beacon Hills. Lo riconosco subito. Scott.
-Scott- mormoro preoccupata. Quello non era un semplice ululato, quello era un grido d'aiuto. Anche Derek l'ha sentito e non era lontano. No, Scott è qui vicino.
-Spezzalo- grida a Stiles, indicando il frassino.
-Cosa? No!-risponde lui.
-Stiles, spezzalo. Scott sta morendo!- urla Derek. Non c'è tempo per aspettarlo, devo trovare Scott. Cerco di ricordarmi da dove proveniva il suono e lo seguo. Dopo qualche secondo, Derek mi raggiunge. Evidentemente Stiles ha spezzato il frassino.
-È odore di strozzalupo?- chiedo al mio alfa, torcendo il naso.
-Sì- dice arrabbiato, aprendo la porta di un altra stanzina dell'edificio. La porta da cui proviene l'odore dello strozzalupo. Scott è a terra, mentre Victoria lo guarda omicida. Derek inizia a lottare con lei, io invece, corro da Scott, accertandomi che stia bene. È immobile, gli occhi chiusi.
-Scott!- gli tiro dei colpetti sulla faccia. -Non ti conviene morire prima di chiedermi un appuntamento-.
Continua a tenere gli occhi chiusi e per quanto io sia terrorizzata, sono sollevata dal fatto che respiri ancora. Sento Victoria urlare e quando alzo lo sguardo vedo la sua spalla sanguinante. Derek l'ha morsa.
La madre di Allison scappa senza emettere alcun suono, avvolta nel silenzio. Derek mi aiuta a sollevare Scott e lo portiamo alla clinica. Era l'unico posto che mi veniva in mente al momento.
-Starà bene, vero?- chiedo al veterinario. Mi guarda sorridendo.
-Si, non ti preoccupare- risponde.
-Grazie- diciamo io e Derek all'unisono. Ci guardiamo a vicenda. Sorrido notando il suo sguardo.
-Scott ti piace- dico punzecchiandolo. Persino le sue labbra si incurvando leggermente all'insù.
-D'accordo, ma non dirglielo-.

*nota*
Scusate se ci metto troppo a scrivere/pubblicare, ma tra mille verifiche e cose da fare non trovo mai abbastanza tempo per scrivere.
Spero stiate tutti bene <3

Lost in Beacon Hills || tw ff Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora