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- Isabel, stai scherzando?! - urla Duke, al telefono. - Ti rendi conto di quello che stai facendo? -

- Certo che me ne rendo conto, non sono ancora tonta. - borbotto, passandomi una mano tra i capelli. Gli ho appena raccontato tutto quello che è successo, senza tralasciare nulla. Siamo al telefono da quasi due ore, ormai. Alex e Sasha sono usciti, perciò sono da sola con Harry, che è accanto a me e sente tutto. In realtà, è stato lui a convincermi a confessare la verità al mio "fratellastro". - Senti, so che... -

- Sai, cosa?! - mi interrompe, furioso. - Anche se lui non ti farà del male, c'è Xia di mezzo! Sa chi sei, sa cosa fai e, soprattutto, vorrà sicuramente finire quello che ha iniziato! Non puoi stare lì! -

- Sono più al sicuro qui, fidati. -

- Il tuo capo? -

- Silenzio radio. -

Fa una pausa. Me lo immagino grattarsi il mento. Lo fa sempre, quando pensa. - Non hai detto tutto questo a Lucas, giusto? -

- Giusto. -

- Dovrò dirglielo io, o... -

- Sa solo che potreste essere tutti potenzialmente in pericolo. -

Sospira. - Fantastico... -

- Non... - un proiettile mi passa proprio sulla testa, mancandomi per un pelo. Mi abbasso di colpo, mentre Harry tira fuori la sua pistola. - Duke, ti chiamo dopo! -

- Cos'era, uno spa... -

Non lo lascio finire e riaggancio. Un altro proiettile colpisce il vetro del balcone, frantumandolo in mille pezzi. Harry spara un paio di colpi, ma a vuoto. Non si vede nessuno.

- Deve essere un cecchino! - gli dico. - Entriamo, prima che ci crivelli! - lo afferro per un braccio e lo trascino dentro. Corriamo giù per le scale, mentre le finestre si disintegrano a mano a mano. O siamo circondati, oppure quel dannato cecchino è un maledetto professionista.

Un proiettile mi sfiora il braccio, bruciandomi la pelle. Fa male, ma è quasi un sollievo per me. Mi guardo alle spalle. Harry sta camminando accucciato, come un soldato. Direi che non mi ha detto tutta la verità sul suo passato. Ma non è questo il momento di chiederglielo.

- Harry! - lo chiamo. - Coprimi! -

- Che vuoi fare? -

- Devo vedere chi sta sparando! -

- Ma sei impazzita?! -

- Coprimi! - scatto in avanti e striscio lungo la parete. Stando alla traiettoria dei proiettili, direi che il cecchino sta scaricando il suo fucile dalla casa di fronte. Bene. Prendo le scale che portano al terrazzo e faccio capolino dalla porta di vetro. Devo ricordarmi di dire ad Alex che i vetri non antiproiettile nella villa di una specie di gangster non sono una scelta saggia. Vedo un lampo di luce provenire da un albero, poi un altro da una casa e un altro ancora da...un'auto in movimento?!

Ma cosa diavolo sono, killer su commissione?

Improvvisamente, una terribile consapevolezza mi investe come un fiume in piena. Non sono né cecchini, né assassini di professione.

James, Reed col nome di merda e la tizia del Messico.

FBI.

I miei "colleghi".

Un'altra prova da superare.

- Merda! - urlo, colpendo il muro. - Harry! -

- Sono qui! - lo vedo dall'altra parte del corridoio, che guarda fuori. - Sono i tuoi colleghi, vero? -

I belong to youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora