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- Isabel? - qualcuno mi sta chiamando. - Isabel? -

Apro lentamente gli occhi e mi ritrovo Ivy davanti. Sono ancora in ospedale ed è...pomeriggio!? Quanto diavolo ho dormito?

- Tesoro! - mia madre si butta sopra di me e mi abbraccia. - Oh, mio dio...che ti è successo? Stai bene? Sei ferita? - mi tocca dappertutto.

- Mamma... - cerco di liberarmi. - Sì, sto bene. -

Si raddrizza, ora non più preoccupata, ma autoritaria. Credo abbia appena attivato la modalità "Generale stronzo dei Marines" e non sono pronta ad affrontarla. - Si può sapere cosa sta succedendo? Tuo padre è sempre più un idiota, tu sei in ospedale, Duke picchia degli agenti e una dottoressa mi ha appena detto di non stressarti troppo, perché potrebbe essere pericoloso! Esigo una spiegazione, Isabel! -

Mi tappo le orecchie. Ha urlato così forte che penso l'abbiano sentita anche i morti all'obitorio. Meglio se mi riprometto di non diventare come lei, con mio figlio.

- Mamma, lasciala in pace. - borbotta Ivy, sedendosi sul bordo del letto. Dio, quanto mi assomiglia. Non me ne ero mai accorta davvero. Stessa sfumatura castana di capelli, solo che lei ha un caschetto disordinato. Stesse labbra. Stesso naso. Come la mamma. Tre gocce d'acqua. Anche il mio bambino sarà così? Spero abbia gli occhi di Alex e...

- Ehi... - mia sorella mi asciuga una lacrima. - Non piangere, Bel. -

Bel. Mi chiamava così quando era piccola. Un diminutivo che odio, ma non lo sa.

La porta si apre e papà entra, tenendo un caffè in mano. Lo passa alla mamma, senza rivolgerle la parola. Iniziamo bene. Ma lei è una testa calda e non gliela fa passare. Si alza, appoggia il bicchiere di carta sul comodino e gli punta il dito contro. - Tu, ora, mi dici tutto quello che sta succedendo, se non vuoi che l'intero ospedale sia costretto a raccogliere i tuoi pezzi. È chiaro!? -

Io e Ivy ci scambiamo un'occhiata d'intesa. Sta per scoppiare una lite molto accesa.

- Perché non lo chiedi a tua figlia, cosa sta succedendo? - ora è lui a puntare il dito contro di me. - Avanti, Isabel, dì a tua madre in che guaio ti sei cacciata! -

Non ci posso credere. Ma cosa gli succede? È sempre stato rigido e calcolatore, ma ultimamente sta tirando fuori il peggio di sé.

- Dille che sei entrata nell'FBI per scappare dalle tue dipendenze. Dille che ti sei fatta fregare da Meredith Stewart. Dille che ti sei portata a letto un criminale da... -

- Zitto! - sibilo, furiosa. - Sta' zitto! -

Mi guarda, sconvolto. - Cos'hai detto? -

- Di stare zitto! - ripeto, alzandomi. - Se sono entrata nell'FBI, è perché ho voluto farlo! Mi rifiutavo e mi rifiuto tuttora di diventare come te! È vero, mi sono fatta fregare da Meredith Stewart, ma non me la sono di certo cercata. Mi ha manipolata, come tu hai manipolato me per anni! -

- Isabel... - Ivy cerca di fermarmi, ma ormai ho iniziato e non mi fermerò di certo qui. Questa è la mia occasione di rinfacciargli tutto, una volta per tutte.

- Ti definisci "padre", ma non sei altro che un despota! Mi hai rovinato l'adolescenza, cercando di plasmarmi a tua immagine e somiglianza. Volevi un figlio maschio, hai avuto due femmine e hai usato la maggiore come palla antistress. Se ho cominciato con alcol e droga, al college, è stato per colpa tua. Se ho cominciato con i tagli, è stato per colpa tua. Se oggi sono qui... -

- E' sempre colpa tua, Lucas. - finisce Duke, entrando dalla porta. - E ti conviene dirle la verità, prima che lo faccia io. -

- Duke, ti prego, dimmi cosa sta succedendo. - mia madre lo sta supplicando. Cosa mai successa con nessuno. - E tu... - si volta verso di me. - Perché non mi hai mai detto niente, Isabel? -

I belong to youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora