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- Oh, ma che ci fanno qui... - borbotta Alex, scendendo dal taxi. Davanti a quello che sarà il nostro appartamento per non so quanto, ci aspettano Alice e Vincent, oltre a una decina di agenti della CIA sparsi qua e là.

Siamo in Québec, dopo undici interminabili ore di volo. Ho la schiena a pezzi e un disperato bisogno di dormire. I problemi familiari, in questo momento, non mi interessano.

Sollevo lo sguardo verso il grande edificio che ci ospiterà. È piuttosto antico, con i mattoni a vista. Stile rigorosamente francese. Mi piace. E il quartiere sembra tranquillo. Ho notato che siamo quasi in centro e abbiamo tutti i negozi a portata di mano, così non dovremo spostarci troppo.

- Ciao! - abbraccio Alice e sorrido a Vincent. - Come va? -

- Molto bene. È bello rivedervi. - lei mi accarezza dolcemente la guancia, poi sposta lo sguardo sul brontolone imbronciato dietro di me. - Ciao Alex... -

- Ciao. - risponde lui, freddo. Niente, non riesce proprio ad essere sé stesso, con loro. Dovrò escogitare un piano per scioglierlo.

- Allora, questa è la nostra nuova casa? - chiedo, smorzando un po' la tensione.

- Sì. - Vincent ci fa strada. Apre un cancelletto e ci lascia passare. - Sarete al piano terra, spero non vi dispiaccia. - si avvia verso una porta di vetro e, anche da fuori, riesco a intravedere l'interno. Mi piace già. - Era l'appartamento più moderno e confortevole di tutti e lo abbiamo scelto apposta per voi. - sblocca la serratura e ci dà il via libera. - Prego. -

Mi precipito subito dentro, trascinando Alex per un braccio. Parquet grigio chiaro, finestre enormi che illuminano ogni angolo, pareti bianche. È pazzesco! Devo ammettere che è piuttosto piccolo, ma sembra enorme con la disposizione dei mobili nei punti giusti. E la cucina è rialzata. Per accedervi, bisogna salire tre gradini. La camera da letto è a vista, su un soppalco con una vetrata al posto di una delle pareti.

- Allora, che ve ne pare? - chiede Vincent, quasi preoccupato.

- Lo adoro! - esclamo. - Almeno, sono sicura che non mi annoierò. - faccio un giro su me stessa. - La cucina è fantastica, la camera a vista anche e quel divano... - lo indico. È di un azzurro molto chiaro e non ci stanno più di due persone, ma sembra così comodo! - ...sarà il mio nuovo migliore amico. -

- Scommetto che io non passerò tutto il tempo qui. - dice Alex, quasi ridendo. - Non è così? -

- Sì, avrai un'occupazione provvisoria. So che sei bravo con i motori, perciò lavorerai in un'officina a quindici minuti da qui. Non potete rischiare di dare nell'occhio e non lavorando lo fareste. Dovrete comportarvi come una semplice coppia innamorata che si è appena trasferita qui per mettere radici. -

- Avremo anche delle nuove identità? - domando, conoscendo già la risposta.

- Sì. Per tutti, sarete Lyndah Parker e Derek Brown. -

Due cognomi tra i più diffusi negli Stati Uniti. Trovarli e ricollegarsi a noi sarebbe praticamente impossibile.

- Bene, vi lasciamo a sistemarvi. Le valigie sono in camera da letto, così come i vostri nuovi cellulari e documenti. - Vincent prende Alice per mano e si avviano alla porta. - Se avete bisogno di qualcosa, ci trovate all'ultimo piano. -

Alex rimane in silenzio, ma percepisco il suo disagio. Non riesce a non essere teso, in loro presenza. E il fatto che vivano nel nostro stesso edificio non aiuta per niente.

Si incolla improvvisamente alla mia schiena, con le mani appoggiate sulla pancia. Mi bacia il collo e lo sento sospirare.

- Alex, che succede? -

I belong to youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora