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- Alex, svegliati. - sussurro, dandogli un bacio sulla guancia. - Amore, la sveglia è suonata dieci minuti fa. -

- Ancora cinque minuti. - farfuglia lui, infilando la testa sotto al cuscino.

Mi metto a cavalcioni sulla sua schiena e lo scuoto. - Non puoi, farai tardi. - provo a sporgermi in avanti, ma è diventato complicato dato che sono al quinto mese e la pancia è ben visibile. Non ho ancora mai sentito fagiolino muoversi e, anche sei la mia ginecologa qui in Québec mi ha detto che è normale, non posso fare a meno di essere un po' preoccupata.

Alex sbuffa, da sotto il cuscino. - Dolcezza, sai che ti amo, ma mi stai schiacciando. -

Gli tiro un pugno sulla schiena tatuata. - Razza di idiota, non sono così pesante! -

Ridacchia, scoprendosi la testa. - Sarai anche più rotonda, ma non ti ho mai vista così bella, lo sai? -

- Non mi lascerò incantare. - scendo dal letto, imbronciata. - Muoviti, la colazione è pronta. - lascio la camera e vado in cucina. Questa me la paga, può starne certo. Ora che il primo trimestre è concluso e abbiamo il "via libera" per fare sesso, il mio caro fidanzato soffrirà ancora per una settimana, così impara! - Sarai anche più rotonda... - borbotto, aprendo lo sportello della lavastoviglie. - Beh, certe cose si fanno in due e, se sono così rotonda, la colpa è soprattutto sua... -

Lo sento scendere le scale e asciugo di proposito i piatti, solo per potergli dare le spalle. Ha detto che sono bella solo per rimediare al danno. Beh, non ci è riuscito!

Mi abbraccia da dietro e accarezza la pancia con le sue mani calde. Rabbrividisco, ma non dico una sola parola. - Scusa, amore mio. - bisbiglia, baciandomi la spalla. - Lo sai che non volevo offenderti. Mi perdoni? -

Resto in silenzio. Certo che lo perdono, ma gli ormoni della gravidanza mi rendono più irritabile di un chihuahua.

- Tornerò prima, stasera e preparerò io la cena. Però, ti prego, non tenermi il muso. - mi fa voltare verso di lui e prende il piatto che ho tra le mani. Lo appoggia sul bancone e mi abbraccia. - Ho bisogno del tuo sorriso, per passare una bella giornata. -

Mi stringo contro di lui. Oh, al diavolo anche gli ormoni! - Scusa. - bofonchio. - Ho esagerato. - mi sollevo in punta di piedi e lo bacio. - Ho fatto i pancake. -

- Ho sentito il profumo. - si siede sullo sgabello e li spazzola via in poco tempo. - Sai, alla fine non è male vivere qui. Credevo di peggio. -

- Sì, si sta piuttosto bene. - mi piazzo accanto a lui. - Anche se non posso fare a meno di essere preoccupata. -

- Per fagiolino? Piccola, la dottoressa ha detto che... -

- Non è per questo. - lo interrompo. - Non è strano che la psicopatica e Blake non diano più segni di vita? Si saranno accorti che manchiamo da due mesi e mezzo. -

- Sta' tranquilla, Blake è una pedina e non si muoverà se lei non gli darà ordini. - mette il piatto vuoto nella lavastoviglie e viene a baciarmi. - Ci vediamo stasera. - si china a baciare anche la pancia. - Ciao, fagiolino del mio cuore. - prende una maglia di riserva e si avvia alla porta. - Vi amo! - esclama, prima di uscire.

Sorrido, felice. È adorabile. Qualcuno può darmi un pizzicotto solo per confermarmi che sono nella realtà e non in un sogno?

Salgo si sopra per sistemare la camera e aprire le finestre. Siamo in autunno e qui inizia a fare già freddino. Mi manca il caldo della California e spero di tornarci presto.

Una volta finito di mettere a posto, torno di sotto e passo l'aspirapolvere. E così, la mattinata vola via in un lampo. Ma mi manca avere Alex tra i piedi. Questo appartamento è un po' troppo silenzioso, senza di lui. Il lavoro in officina è solo una facciata, eppure deve restare spesso fino a tardi. Molte volte, finisco per addormentarmi prima che lui rientri.

I belong to youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora