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Sono le sei del mattino. Alex è ancora profondamente addormentato. Sembra così rilassato e appagato, che mi dispiace troppo svegliarlo.

Mi vesto in fretta e scendo alla reception. C'è la stessa ragazza di ieri sera e, quando la raggiungo, mi guarda di traverso.

- Hola, ¿hay un área de relajación afuera? - Buongiorno, c'è una zona relax all'esterno?

Senza rivolgermi la parola, indica una porta laterale.

Borbotto un gracias, prima di uscire all'aria aperta. Fa un caldo infernale già di prima mattina e il solo pensiero di dovermi infilare di nuovo casco e giacca di pelle mi fa rabbrividire. Cosa assurda, dato che sto per sciogliermi come un ghiacciolo al sole.

Mi siedo su una delle sdraio e fisso il riflesso azzurro dell'acqua nella piscina. Mi ricorda quella della vasca...

Alex è focoso, passionale ed è capace di farmi urlare il suo nome con un semplice battito di ciglia. La notte appena trascorsa è stata incredibile.

Ma c'è un problema.

Non sarebbe dovuto succedere tutto quello che è successo.

Primo, perché fare sesso con un perfetto sconosciuto non è da me. E secondo, perché sono un dannato agente dell'FBI e se sono con lui è solo perché devo trovare il modo di incastrarlo e consegnarlo a quella stronza psicopatica della Stewart.

Parlando del diavolo, eccola che mi chiama sul cellulare.

- Pronto? - rispondo.

- Agente Brooks, siete già arrivati a Città del Messico? -

Come diavolo fa a saperlo? Io non le ho detto niente. - No. -

- Dove siete? -

Come se non lo sapesse. Le basterebbe semplicemente controllare il mio GPS e mi troverebbe all'istante. Le faccio un saluto via satellite, se vuole. - A Camargo. -

- E che ci fate ancora lì?! - urla così forte, che sono costretta ad allontanare il cellulare dall'orecchio.

- Abbiamo avuto un guasto alla moto. - mento. - Alex la sta riparando e tra poco ripartiremo. -

Alex, invece, è nel mondo dei sogni e si sta riprendendo dalla notte movimentata che abbiamo passato.

- Dovete sbrigarvi, agente Brooks! -

Ma che problemi ha, questa donna?! - Potrei sapere perché? - silenzio. - Pronto? - guardo lo schermo. - Brutta stronza. - appoggio i gomiti sulle cosce e mi tengo la testa con le mani, sospirando. Non credevo che la mia prima missione potesse essere così. Mi aspettavo azione, adrenalina, pericolo... invece, mi ritrovo qui, con le farfalle allo stomaco al solo ricordo della bocca di Alex sulla mia.

Dio, non posso sentirmi così. Non va bene. Devo allontanarmi da lui il prima possibile, altrimenti farò del male a entrambi.

Riprendo il cellulare e chiamo Kaleb. Ho bisogno di lui, in questo momento. Sono le cinque del mattino, in California. Non risponde. Provo con mia sorella Ivy. In Colorado, c'è lo stesso fuso orario del Messico. Se ha lezione, dovrebbe essere già sveglia.

Sto per riagganciare, quando risponde assonnata. - Pronto? -

- Ehi, sono io... stavi dormendo? -

- Bel. - è il modo in cui mi chiama da quando era piccola. - Non preoccuparti, dovevo comunque alzarmi, dato che ho lezione. -

Studia Business alla CU South Denver, a Parker. Per essere in ritardo alla lezione delle 8:30, si sveglia due ore prima. Cosa succeda in quel lasso di tempo, è sempre stato un mistero da due anni e mezzo a questa parte.

I belong to youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora