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Sono immobile, davanti la porta della stanza di Alex. Non ho il coraggio di bussare. Non riesco a muovermi. Fatico addirittura a respirare.

Tutto ciò che vorrei, in questo momento, è chiudermi da qualche parte e stringere un rasoio tra le mani. Ho bisogno di farmi del male, perché solo così potrei calmarmi.

Provo a inghiottire il groppo che ho in gola. Niente, non va giù. Anzi, sembra diventare sempre più grosso e fastidioso.

La porta si apre di colpo, spaventandomi. Alex mi afferra per un braccio e mi trascina dentro. Non dico una parola. Mi avvicino all'armadio e infilo la mia borsa su un appendiabiti. Richiudo lentamente le ante, poi lancio un'occhiata fuori dalla finestra. Sì, sto cercando di guadagnare tempo prima dell'inevitabile.

- Isabel, vieni qui. -

Mi volto lentamente. Alex è seduto sul letto e mi fa cenno di raggiungerlo. Mi avvicino, ma non mi siedo. Anche se le gambe stanno per cedermi.

- Cosa c'è che non va? -

Perché non riesco a parlare? Perché il mio cervello sta rifiutando la realtà? Ho sbagliato tutto, l'ho ingannato e ora devo assumermi tutte le responsabilità.

- Senti, parlerò prima io, ok? - si alza in piedi e inizia a camminare avanti e indietro. - Mio padre trafficava diamanti, lingotti e armi. Blake avrebbe dovuto prendere il comando, ma quando ha combinato tutti quei casini ho preso io il controllo. Ma non potevo smettere di fare affari, capisci? Non mi è mai importato nulla della reputazione e stronzate varie, ma dovevo proteggere i miei ragazzi e le loro famiglie. Per questo ho continuato. E sì, avrei dovuto dirtelo quando le cose sono diventate serie, però avevo paura. Non volevo che mi odiassi per quello che faccio, capisci? -

No, non può essere vero. Perché sta dicendo queste cose? Mi sta rendendo tutto troppo difficile.

- Il mio...lavoro è sbagliato. La mia vita è sbagliata. Ma non quello che provo per te. - continua. - Lo sai che ho avuto parecchie donne, in passato, ma sai anche che tu sei quella di cui ho bisogno. Quella che mi ha fatto tornare la voglia di uscire con il sole e non solo con il brutto tempo. Quella che voglio proteggere a ogni costo, perché la sua pelle non venga segnata da altre cicatrici. -

Basta, basta, basta!

Si avvicina, mi prende le mani e se le appoggia sul cuore. Batte all'impazzata, proprio come il mio. - Sai cosa significa? - abbassa la testa, per poter sussurrare contro le mie labbra. - Che io ti appartengo, Isabel. -

Non ce la faccio più. Crollo contro di lui, sul punto di affogare nei miei stessi singhiozzi. Lo abbraccio forte, perché so che questa sarà sicuramente l'ultima volta. Per quanto possiamo appartenerci l'un l'altra, la nostra storia è giunta al capolinea.

Era questo l'obiettivo di quella maledetta. Sapeva che tra me e lui le cose avrebbero preso una piega inaspettata. Sapeva che avrei ceduto. Sapeva che avrei fallito.

- Isabel. - Alex mi accarezza i capelli. - Che hai? -

- Non possiamo più andare avanti, mi dispiace. -

Si stacca di colpo e mi guarda, confuso. - Cosa? -

- Non... - mi asciugo le lacrime. - Non possiamo più andare avanti. - ripeto.

Mi guarda ancora, senza capire. Ha lo sguardo di un cerbiatto accecato dai fari di un auto. Non sa di cosa sto parlando e, quando lo saprà, cambierà tutto.

Mi odierà e sarà esattamente ciò che merito.

- Perché dici che non possiamo più andare avanti? - appoggia le mani sulle mie guance. - E' per quello che faccio? Posso cambiare, Isabel. Chiedimelo e cambierò le cose. Cambierò anche il destino, se necessario. -

I belong to youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora