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- Il ragazzo è ancora sotto l'effetto del sedativo, perciò non si sveglierà questa sera. - dice il medico, anticipandomi alla porta della stanza. Ha permesso solo a una persona di vedere Alex e tutti sono stati d'accordo sul fatto che dovessi essere io. - Può parlargli tranquillamente, ma cerchi di tenere la voce bassa e accenda solo la lampada sul comodino, ma non la luce. -

- Ok. - sto fremendo dall'impazienza. Voglio solo entrare e sedermi accanto a lui. Prendergli la mano e aspettare che si svegli. Non ho bisogno di nient'altro, in questo momento. Il calore della sua pelle sarebbe più che sufficiente.

- C'è un letto libero. Si stenda, se dovesse averne bisogno. -

- Grazie. -

- La lascio, so che non vede l'ora di raggiungerlo. - mi sorride dolcemente. - E credo di doverla ringraziare, signorina. Anche se io l'ho rianimato, è stata lei a riportarlo qui. - apre la porta per me e mi invita a entrare.

Faccio un passo avanti, prima di piombare nella penombra. La lampada è spenta, ma la luna fa ancora la sua magia attraverso i vetri. Mi avvicino al letto. Ora, Alex non è più collegato a nessun macchinario. Indossa un pigiama dell'ospedale. Gli va un po' stretto sui bicipiti, tanto che hanno dovuto tagliarlo all'angolo. Mi viene da ridere. Il mio Presidente muscoloso e sexy è sempre lo stesso, in fondo.

Avvicino il più possibile una sedia al letto e gli prendo la mano destra tra le mie. Le infermiere sono state così premurose da lasciare l'ecografia e il test nella sinistra. E il fatto che sia riuscito a stringerle più di una volta, mi scalda il cuore di un'emozione che non credevo possibile. Ma potrebbero essere gli ormoni della gravidanza. Anzi, sono sicuramente loro. Ormai, non faccio altro che piangere e vomitare. Poi, passerò alle voglie di cibo e allo sfinimento totale per gli ultimi mesi prima del parto. Wow, mi aspettano delle settimane fantastiche!

Guardo Alex. Dorme beato. Sembra calmo e in pace. Forse, per la prima volta in vita sua, ha un sonno senza incubi. Gli sfioro la barba di tre giorni sul viso. La tiene sempre così, senza né accorciarla, né farla allungare troppo. Gli sta bene. Non sarebbe lui, senza. I capelli, invece, sono arruffati. Cosa del tutto insolita. D'istinto, cerco di spazzolarglieli con le mie dita.

La porta si apre lentamente e un'infermiera mi viene incontro, tenendo un bicchiere di carta in mano. - Da Ivy. - me lo porge sorridendo, prima di lasciarmi di nuovo da sola.

È cioccolata calda.

Giusto, perché non ho mangiato assolutamente nulla, oggi. E la cioccolata è da sempre la mia salvezza. Mia sorella lo sa meglio di chiunque altro.

Soffio e ne prendo un sorso. È dolce, avvolgente, deliziosa. Spero solo di non vomitarla, tra poco. Ho troppo bisogno che resti in circolo per un bel po'.

Appoggio il bicchiere sul comodino e spingo i gomiti sul materasso, la mano di Alex sempre stretta nella mia. È più calda, rispetto all'ultima volta. Ha una rosa con lo stelo, tatuata lungo il pollice. È molto fine e leggermente sfumata. E il nero risalta sulla sua pelle abbronzata. Faccio scorrere le dita lungo il suo braccio tempestato di altre rose. Sono tutte diverse. Chi più grande, chi più piccola. C'è anche qualche piccolo bocciolo qua e là.

Chissà cosa significano per lui.

Mi ha parlato del nome di sua madre, ma ormai è coperto dal mio. Deve averlo fatto dopo esserci separati, perché l'avrei visto, accidenti. Se sono rimasta incinta, un motivo ci sarà...

Non riesco a trattenere uno sbadiglio. Ho sempre sonno, cavolo. La dottoressa mi ha detto che è normale, ma dio, ho l'impressione di essere invecchiata di cinquant'anni. Neanche mia nonna è sempre così stanca, eppure ha ottantacinque anni. E meglio se non penso a lei, perché se scopre che aspetto un figlio fuori dal matrimonio, smuoverà cieli e terre pur di farmi una lavata di testa delle sue. Ma sono anche certa che si scioglierebbe davanti a Alex. Ha una certa "passione" per i giovanotti in forma, come dice lei. La aiutano a tenere il cervello attivo.

I belong to youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora