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Apro lentamente gli occhi e, subito, un profumo familiare mi invade le narici. Sono in una stanza d'albergo. La mia, forse. Lancio un'occhiata all'angolo in alto a sinistra del soffitto. Non c'è nessuna videocamera.

Allora, non sono nella mia.

Giro appena la testa di lato e trovo un Alex completamente perso nel mondo dei sogni. Ha un braccio sopra di me e l'altro sotto la mia testa. Indossa ancora il vestito di ieri sera.

Sollevo il braccio sinistro, ma un dolore atroce mi strappa un gemito di dolore che lo fa svegliare di colpo.

- Isabel. - si mette subito a sedere, più sveglio che mai. Ha la camicia sporca di sangue e il labbro spaccato. Non me ne sono accorta ieri, quando è venuto a salvarmi. Beh, c'è anche da dire che non me la passavo proprio bene ed ero sul punto di svenire. No, credo di essere svenuta davvero...

Mi stringo le coperte addosso con la mano destra. Il pollice della sinistra è fasciato e c'è una stecca a tenerlo dritto e immobile. Chi me l'avrà messa? Non mi avranno mica portata in ospedale? Avevo chiesto di...

- Ehi, respira. - Alex mi circonda il viso con le mani. - Stai per avere un attacco di panico, rilassati. -

Ovvio! Se mi avete portata in ospedale sono fottuta!

Chiudo gli occhi e cerco di recuperare la calma. Inspira. Espira. Inspira. Espira. Ok, ci sono. - Cos'è successo dopo che sono svenuta? - chiedo.

- Ti abbiamo portata qui e Sasha ti ha iniettato un anestetico. Doveva rimetterti a posto la spalla e non avresti resistito in quelle condizioni. -

- Sasha? -

- Sì. Era un infermiere, prima di entrare nel club. -

Quell'idiota che continua a chiamarmi "bambolina" è un infermiere? Questa sì che è una sorpresa. - Ha pensato anche al dito? -

- Sì. -

- E tu...non mi hai mai lasciata da sola? Neanche per dormire? -

Si gratta la nuca. Sembra imbarazzato. - No... -

Sorrido. - Vieni qui. - allungo il braccio non dolorante verso di lui.

Mi appoggia la testa sul petto, circondandomi la vita. - Non fare mai più quello che hai fatto stanotte, è chiaro? - borbotta. - Xia è troppo pericoloso. -

- Ma perché ce l'ha con te? Mi hai detto che avevi risolto tutto. -

Sospira. - Non ho risolto proprio tutto. Blake ha combinato un casino e io mi sono preso la colpa. Per questo ce l'ha con me. -

Gli passo una mano tra i capelli e tiro fuori dei frammenti di vetro. Come ci sono arrivati sulla sua testa? - Alex, cos'è successo mentre ero svenuta? -

- Xia ci ha attaccati. Eravamo in macchina, stava guidando Harry. Io ero dietro, con te sulle gambe. Ha sparato al vetro posteriore, mancandomi per un soffio. -

- E adesso... -

- Non so dove sia, mi dispiace. - strofina la guancia contro la maglietta. Una delle sue magliette, in realtà. Non ho più il vestito rosso, ma questa mega t-shirt dei Metallica. - Non sei più al sicuro, Isabel. -

Se solo sapesse che non lo ero neanche prima...

- Non puoi più restare sola. - continua. - Ti troverà anche senza sapere il tuo nome. Ha la memoria di un elefante, quel piccolo bastardo. -

In realtà, il mio nome lo sa eccome e sa anche che lavoro faccio, a differenza sua. Oh, perché non mi decido a vuotare il sacco? La cartellina blu con tutte le informazioni è proprio nella mia valigia. Ci vorrebbe solo qualche minuto per prenderla e fargliela leggere. Perché mi trovo in questa situazione del cavolo?

I belong to youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora