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- Alex? - lo scuoto leggermente. Niente, continua a dormire come se nulla fosse. - Alex? - ancora niente. Maledizione, ma come fa a non sentirmi?! - ALEX! -

Spalanca gli occhi di colpo e si mette a sedere. - Che succede? Ti si sono rotte le acque? - controlla il cellulare. - Ok, abbiamo già fatto due prove, posso farcela. - balza giù dal letto e inizia a vestirsi. - Hai già i dolori? Vuoi farti una doccia, prima di andare? Ma serve davvero, poi? Devi far nascere fagiolino, non ti serve la doccia! - prende due scarpe diverse e si risiede per infilarsele, senza minimamente rendersene conto. - Prendo la valigia, la carico in macchina e poi torno da te, ok? Tu resta distesa, al massimo ti porterò in braccio. - si rialza e prende il borsone dalla cabina armadio. Tira fuori anche la carrozzina che abbiamo comprato. - Non siamo andati nemmeno al corso pre-parto. Beh, ci arrangeremo! - si avvia alla porta, carico come un mulo.

Ok, è ora di dire qualcosa. Mi schiarisco la gola. - Alex? -

- Hai ragione! Ho dimenticato la copertina! Che idiota... - torna indietro per prenderla.

- Alex, calmati. - mi alzo e gli blocco la strada.

- Come faccio a calmarmi?! Mio figlio sta per nascere e... -

- Non sta per nascere. - lo interrompo. - E non mi si sono rotte le acque. -

- Ma... - mi solleva la vestaglia, per accertarsene, facendomi ridere. - Quindi non... -

Scuoto la testa.

- Ora dammi un motivo valido per il modo in cui mi hai svegliato, allora. - borbotta, mollando la borsa sul pavimento.

- Perché sono quasi le undici e dobbiamo andare al corso pre-parto. -

- Merda, è vero... - si passa una mano tra i capelli. - Beh, ti aspetto di sotto, allora. - mi dà un bacio veloce. - Tanto, sono già vestito. -

- Perché non ti guardi allo specchio? - lo spingo verso la specchiera della cabina. - Non noti niente di strano? -

- Sembro un senzatetto. - ridacchia, sfilandosi la felpa, che aveva messo al contrario. - Fagiolino non è ancora nato e mi sta già facendo venire i capelli bianchi. -

- Sei tu che vai subito nel panico, rilassati. - gli do una pacca sul sedere. - Il tuo mini Presidente arriverà tra due settimane, secondo i calcoli. -

Scendo di sotto per preparare la colazione, anche se è tardissimo. Ma ho fame e devo mangiare assolutamente qualcosa.

Trovo mia sorella seduta al bancone della cucina, con il naso infilato tra i libri. Sta studiando online e segue i corsi da qui. Nostra madre non si è fatta viva, quindi credo abbia capito che sia scappata da me.

Mi riempio una tazza di caffè e preparo uova e bacon. A quest'ora, è l'unica cosa che mi viene in mente. I pancake non mi sembrano una buona opzione. Non che uova e bacon lo siano...

Quando ho finito di preparare tutto, Alex mi raggiunge, pizzicando di proposito la guancia di Ivy, che risponde con un pugno sul braccio.

- Studiare non ti fa bene, cognata. - la prende in giro. - Ti rende troppo aggressiva. -

- La colpa è tutta dell'architettura gre... - si blocca, a occhi sgranati.

Mi acciglio, sorpresa. - Non studiavi business? -

Raccoglie libri e quaderni e fa per scappare di sopra, ma la afferro per il braccio. Non dico una parola, aspetto solo che confessi. Si agita, non riuscendo a liberarsi. - Bel, merda, sembri papà... -

A quelle parole, mollo la presa, sconvolta. È come se mi avesse appena dato uno schiaffo in pieno viso. Paragonarmi a papà non è un complimento. Indietreggio fino al bancone e vado a sbatterci contro con la schiena. Credo di stare per avere un attacco di panico e non so nemmeno perché.

I belong to youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora