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Mi siedo sul marciapiede e appoggio la fronte sulle ginocchia. Ho sonno, sono stanca morta e la notte scorsa non ho chiuso occhio, perché il mio vicino idiota ha dato una maledetta festa. È un ragazzino appena diplomato all'Accademia di polizia, che si crede Idris Elba versione sbirro. Non ha capito un bel niente della vita. Non sa che gli aspettano non mesi, ma anni di gavetta.

- Sei già stanca, dolcezza? -

Sollevo la testa di colpo. Alex è qui e non l'ho nemmeno sentito arrivare. - Hai il potere del teletrasporto, per caso? - borbotto, sbadigliando.

- Beccato. - si siede vicino a me e mi passa un bicchiere di caffè. Viene dalla caffetteria di Flo, lo riconosco. - E' il mio preferito. -

Ne bevo un sorso. È il caramel latte, fatto con caffè espresso, estratto di vaniglia, salsa al caramello, zucchero di canna e, ovviamente, latte. Lo prendo sempre quando ho l'influenza, perché è molto dolce.

- Ti piace? -

- Sì. -

- Sasha sta arrivando. Meglio se prendi un cambio di vestiti, perché ci fermeremo in albergo stanotte. -

- Ok. - apro la valigia e prendo alcune cose, maledicendomi per essere una di quelle persone che dorme senza pigiama. Infilo tutto in una borsa, che non sapevo neanche di aver messo tra i vestiti, per giunta.

- Ehilà, bambolina! - da dietro l'angolo sbuca un ragazzo biondo, tutto muscoli e un filo sottilissimo di barba. È carino, ma si è bruciato la sua unica chance di piacermi.

Bambolina. Io? Ma mi ha vista?

- Sasha, mi raccomando, quando arrivate in Messico non fate casini. Aspettateci in hotel e niente stronzate, è chiaro? - farfuglia Alex, accendendosi una sigaretta.

- Sissignore. - prende la mia valigia con una mano sola e mi fa l'occhiolino. - Ci vediamo in Messico, bambolina. -

Se lo sento chiamarmi di nuovo "bambolina", giuro che gli faccio saltare in aria la moto. Bambolina un corno...

Mi appare la mano tatuata di Alex davanti la faccia. - Andiamo? -

Gliela prendo e lo tiro di proposito, mentre mi alzo. Si sbilancia in avanti, ma non cade nella trappola. Mi afferra per la vita e incolla la guancia alla mia. - Non mi freghi stavolta, dolcezza. -

- Non mi arrenderò finché non cederai per primo, Presidente. -

E' solo un gioco e io sarei in missione, ma c'è qualcosa che mi fa cambiare continuamente rotta. Ok, conosco Alex da un solo giorno, ma so riconoscere una persona malvagia e lui non lo è. Ha l'aria da duro, ma gli occhi buoni. C'è una luce chiara dietro le sue iridi color smeraldo. Uno scintillio puro, candido.

Proprio come lei.

Blake, invece, ha un'aura più scura. Lui è quello che potrei ritenere malvagio.

- Hai portato il casco? - la voce di Alex mi riscuote dai miei pensieri.

- No, l'ho lasciato a casa. - mi rialzo e lo recupero da un vaso con un enorme cespuglio piantato dentro. - Oh, guarda un po', ce n'è uno proprio qui. -

- La prossima volta non ti porterò il Caramel latte, c'è troppo zucchero dentro. - ridacchia, infilandosi il suo. Sale sulla Harley e scivola in avanti, verso il serbatoio, per lasciarmi spazio. Mi piazzo dietro di lui e gli avvolgo le braccia attorno alla vita. I suoi muscoli già duri si irrigidiscono ancora di più.

Partiamo e la velocità elevata mi riempie di adrenalina. La sento pompare nelle vene, fino al cuore. È una sensazione...fantastica.

Per quanto sia chiaramente spericolato, Alex ha anche una concentrazione sovrumana. Non si lascia distrarre da niente, neanche da un moscerino che gli finisce sulla visiera del casco.

I belong to youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora