Capitolo 44

346 30 1
                                    

"Più saprai mentire e più potrai ottenere quello che vuoi dalla vita..."

Canzone: Hey Child (X ambassador ⬆️)

Drake

Avevo mentito a Rabab per averla, sono sempre venuto con le altre donne che ho posseduto con o senza preservativo. Era un modo per ottenere da lei quello che volevo.
Così come facevo con Azrael, le dicevo che lei era l'unica.
Le donne per me sono sempre stato un mezzo e non un fine, un mezzo per prendermi il mio piacere.
Ora si sentirà risentita ma non mi importa. Non so se lei sia mia alleata o nemica.
Ci sono momenti in cui vorrei solo allontanarla e proteggerla e altri invece in cui non mi fido di lei.
Eppure in un certo senso a lei ci tengo.
Devo semplicemente  allontanarla per evitare che perda anche lei.
Da molto tempo per me la vita non ha più un senso, non provo quei piaceri. Non provo più interesse.
Tutto ciò che voglio è prendermi la mia libertà, ma per il resto non mi importa di nulla.
Non voglio sentire ancora quel continuo senso di vuoto o incompletezza.
Voglio continuare a bastarmi.
Ho smesso di fidarmi di chiunque da molto tempo.
Inclino la testa sulla poltrona e sbuffo, mi ha distrutto la macchina completamente nuda e la sua folle azione mi ha eccitato.
Non appena riprende a ronzarmi intorno, decido di agire.
Mi sollevo in piedi e le afferro il collo, la sbatto contro il muro della cucina e assaporo la sua bocca. L'idea di scoparmela con Khater inizia a piacermi, potrei dimostrare a quel mezzo matto quanto lei sia molto più attratta da me che da lui.
Mi morde il labbro e mi salta in braccio avvolgendo le sue gambe lunghe e toniche attorno al mio bacino.
Il sesso sarebbe lo strumento migliore per sfogare tutta la rabbia repressa.
Anche quando ho visto la sofferenza prendere vita sul suo volto, non mi sono fermato, e mi sono preso ogni parte di lei, ogni parte che reclamavo.
Le divoro la bocca e stuzzico la sua lingua, che segue i miei movimenti con esperta abilità. I suoi seni piccoli sono schiacciati contro il mio petto, le sue braccia sono strette e avvolte intorno alla mia nuca.
Alla fine fra me e lei, ci sono dei nodi che legano le nostre anime indissolubilmente.
Non ci apparteniamo, entrambi apparteniamo alla vita o forse alla morte.
Devo ancora capire chi per primo reclamerà la mia anima.
Inizio a pensare che la mia anima non la voglia nemmeno il diavolo.
"Con i tuoi giochetti potresti persino ingannare il diavolo ma non me, cosa vuoi Drake?"domanda sulle mie labbra.
Osservo il suo labbro inferiore gonfio e arrossato, vorrei strapparglielo via a morsi.
Magari ora potrei depistarla con la mia proposta indecente, non deve sapere in che direzione vanno realmente i miei pensieri.
"Se accettassi la tua proposta di fare una cosa a tre con Khater?" Inclino il capo sorridendo sornione, per capire se ci è cascata oppure no.
"Perché vorresti farlo?" Assottiglia lo sguardo e mi fissa dritto negli occhi con fare indagatore.
"Ho bisogno di soddisfare una mia curiosità e vincere una mia personale sfida..."rispondo con fare convivente inclinando il labbro verso l'alto in un ghigno da vero stronzo.
"Vuoi sapere se il tuo è più grosso? Perché posso risponderti subito, ve la giocate quasi alla pari..."sussurra contro il mio orecchio accarezzandomi la zona subito sotto il lobo con il suo fiato caldo. Scuoto la testa e diniego come se volessi allontanare qualche strano moscerino che mi importuna.
"Non è questo, ma ben altro. Allora ci stia Nuvola o hai paura, di essere disintegrata?"
Inarca un sopracciglio per poi scoppiare in una fragorosa risata.
"Non sarà di certo questo a spaventarmi, un anno fa mi sono ritrovata in questa situazione."
La sto ingannando per perseguire i miei fini.
Inganno tutti, molto spesso inganno persino me. Preferisco non pensarci, preferisco non concentrarmi troppo sulla verità.
Anche se resto connesso connesso alla realtà ma resto connesso alla sua versione menzognera.
Mi illudo e illudo, senza mai lasciarmi illudere.
La vita mi ha già ingannato una volta, mi ha privato di tutto quello a cui tenevo e alla fine sono finito con le mani piene di cenere.
"Non resta altro che chiederlo a Khater..." mormora attirando nuovamente la mia attenzione su di sé.
"Perché non vai a fargli la proposta?"propongo. Così io potrò allontanarmi e chiamare l'agenzia, visto che ora sono io a comando.
Fossman aveva scelto me per sostituirlo. Ma io non voglio questa responsabilità, dovrò riunire tutti e dare le miei dimissioni da capo e dall'agente.
Sarò finalmente libero e potrò andarmene. Non mi importa di lasciare la missione irrisolta.
Non mi importa più nemmeno dei bambini, Rabab saprà cavarsela anche senza di me. Risolverà il caso e assumerà ancora una volta il ruolo della paladina della giustizia insieme a Khater, mentre io sparirò in qualche luogo freddo e isolato.
Mi isolerò da questa vita ma non prima di averla avuta ancora.
Voglio possedere ancora il suo corpo, voglio succhiare ancora i suoi seni piccoli e sodi. Voglio inebriarmi ancora del sapore della sua pelle. Voglio baciarla, marchiarla e possederla ancora, per poi lasciarla andare. Per poi lasciarla al mondo ancora una volta.
Sarà mia ancora nel presente e degli altri nel futuro.
Sarà mia come è stata mia nel passato e non lo è stata per un lungo periodo.
Con un rantolo di rabbia la lascio andare in malo modo in balia di un improvviso attacco di gelosia. Sentimento che non mi è mai appartenuto. Non sono mai stato geloso di una donna.
Sono sempre stato geloso, solo e soltanto della mia libertà.
Rabab se ne accorge del mio provvisto cambiamento e mi fissa con un cipiglio. Si starà domandando cosa mi passa per la testa.
"Cosa ti prende? Sei geloso?"domanda spintonandomi giocosamente una spalla.
"Affatto..."ribatto con un sorriso amaro. Mi allontano e mi dirigo verso il tavolino dove è poggiato il mio pacchetto di sigarette.
Lentamente la mia ragione perde colpi, prende sempre più potere il desiderio e il vizio.
Questo è un problema.
Rabab si muove danzando sulle note del peccato, emergendo nella mia oscurità con il suo evidente bagliore di fiamme. 
Accendo l'ennesima sigaretta della giornata e incedo senza voltarmi verso la porta. 
"Che fai sparisci ancora?"
Senza risponderle chiudo la porta e vado via.

Rise upDove le storie prendono vita. Scoprilo ora