Capitolo 37

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"Si può essere traditi, senza essere formalmente traditi..."

Drake

Finiamo tutti per essere consumati dalla vita oppure dagli eventi della vita.
La mia prima regola è sempre stata non fidarsi di nessuno. Non avrei potuto mettere in atto scelta, regola migliore.
Azrael è tanto bella, quanto pazza e averla come nemica, non è affatto rassicurante. Per non parlare del fatto che Rabab sia stata plagiata per tutti questi anni, da quel gruppo di squattrinati che si fingevano suoi amici. Mi domando come reagirà.
Quelli che credeva una spalla su cui poggiarsi in realtà, non si sono rivelati che l'ennesima lama che agogna di affondare nella sua pelle.
Mi avvicino alla macchina sul ciglio della strada, quella che ho fatto saltare in aria. Voglio accertarmi di aver portato a termine parte della mia missione. Le fiamme oscillano scosse dal vento, il fumo diventa sempre più intenso fino a intasarmi i polmoni. Prendo fiato per poi trattenerlo non appena mi avvicino. Il calore e il fumo mi fanno inaridire gli occhi che iniziano a lacrimare vivacemente. Sul cofano trovo il cadavere, ormai quasi del tutto incenerito, di Blind. Pensava di poter fregare me?! Pff povero illuso, c'è ne sono stati tanti e ce ne saranno altrettanti.
Mi allontano dalla macchina oramai in fiamme e incedo sulla strada vuota.
Fra le fiamme e il caos, nella solitudine, nascosto nell'oscurità trovi me, che sono in attesa di prendere una vita.
Prendo il mio cellulare e trovo alcuni messaggi di Rabab. Non so come abbia fatto ad avere il numero. Apro la conversazione e come al solito noto che mi ha inviato alcune foto, precisamente sue foto con indosso intimo succinto mentre assume delle pose provocanti. Appena apro l'ultima foto in cui indossa un intimo succinto e rosso, una scossa di energia mi si accumula lungo il mio membro che man mano diventa sempre più duro. Assumo un espressione stizzita, non sopporto che qualcun'altra abbia il controllo del mio corpo.
Con le donne sono sempre stato controllato, mi lasciavo andare solo quando più lo desideravo, con lei invece perdo la mia volontà, la mia mente percorre la strada opposta del mio corpo.
Fa si che si animo tutte le più perverse fantasie che sono sempre più spinto a voler realizzare. Mi piacerebbe schiacciarla contro una delle vetrate della mia camera da letto e prenderla da dietro.
Ritorno alla realtà e tento di concentrarmi.
Scavalco il gard reil e attraverso il bosco. Lancio il cellulare nella foresta per evitare ulteriore distrazione e anche che mi intercettino. Osservo la bussola sul mio orologio è noto che indica il nord nella direzione opposta, rispetto quella in cui sto andando, quindi la direzione che ho intrapreso è quella giusta. Un elicottero mi aspetta all'aeroporto e ho meno di un'ora per prenderlo, mi devo affrettare e devo evitare ogni genere di distrazione.
Non posso fidarmi di nessuno, chi credevo che mi volesse libero, in realtà mi voleva liberare dal mio corpo! Non dalle catene che aveva stretto intorno alla mia vita. Fossman sta pianificando qualcosa di grosso. Vuole eliminare me e Rabab perché siamo vicini alla verità. Siamo troppo pericolosi insieme per lui, così come avvenne a Mosca.
Appena ci allontanammo dai suoi ordini, tentò di ucciderci. C'è sempre stato lui dietro i momenti in cui mi sono avvicinato alla mia fine. Non capisco perché abbia voluto che collaborasi con Rabab, se già era consapevole del fatto che fossimo pericoloso insieme. Forse pensava di poterci controllare questa volta. Entrambi privi di memoria e di ricordi. Entrambi privi di qualsiasi cosa che ci potesse unire nuovamente. Eppure a suo discapito i ricordi lentamente sono emersi e contrariamente al mio volere, il nostro legame diventa sempre più forte.
Per la prima volta, voglio preservare una vita che non è la mia ma la sua. Per sei anni, ho sempre pensato a me stesso. Non mi ricordavo di lei e in un certo senso forse vivevo meglio. Inconsapevole del fatto che ogni momento rischiasse la sua vita.
Lei è il mio opposto, rischia continuamente, incurante delle conseguenze, io invece faccio attenzione e curo ogni dettaglio dei miei piani.
Lei agisce e basta, senza riflettere.
Per quanto sia diversa da me, sono certo che Fossman presupponesse che il nuovo me, non si sarebbe mai potuto legare ad una matta come lei.
Ma come il tempo è successo di nuovo ma questo nessuno deve saperlo, nemmeno Rabab. Se troverò il modo di escluderla dal gioco malato che gira attorno alle nostre vite, lo farò. Non voglio che tutto si ripeta, non voglio che un'esplosione cancelli tutto. Magari posso far si che si avvicini a Khater e vada via con lui. Così sarebbe al sicuro lontana dai maledetti piani di Fossman. E se Khater non fosse nostro alleato ma anche lui fosse un nostro nemico? Magari si nasconde? Ma non si spiegherebbe l'aiuto che ci ha dato ogni volta, magari vuole semplicemente avere la nostra fiducia per poi fotterci! Dannazione! Tutti questi pensieri, non fanno altro che far aumentare il frastuono di voci nella mia testa. Man mano ogni via d'uscita sembra frantumarsi ed io non so più come tenerla al sicuro lontano da tutti e lontana da me. Anch'io sono pericoloso per lei, quando perdo il controllo rischio di eliminare chiunque, lei compresa, soprattutto perché è una donna e mi ricorda la donna che mi ha adottato.
Quella maledetta donna folle, che amava sottomettermi e tormentarmi continuamente.
"Devi inginocchiarti nella neve! Vuoi essere il migliore o uno dei tanti! Inginocchiati!"mi urla contro con tono autoritario. La fisso con odio dritto negli occhi e senza battere ciglio le sputo contro. Lei mi dà un assonante schiaffo. Inclino il labbro in una smorfia e lentamente mi abbasso e affondo le ginocchia scoperte nella neve.
Indosso solo la canottiera e degli slip. Ci sono meno tre gradi e lei vuole farmi gelare il sangue qui fuori.
Si ripulisce il viso con il dorso della mano e mi fissa in maniera sprezzante. Mi afferra i capelli con una tale forza da farmi reclinare il capo indietro. Avvicina vertiginosamente il suo viso al mio e assume un espressione soddisfatta.
"Sei un soldato, una pedina e nient'altro. La tua vita non vale quanto il tuo scopo. Non sei nulla, sei solo un'ombra che appare e scompare. Schiavo dei tuoi ordini. E ora gli ordini te li do io e devi eseguirli!"
Mi lascia andare spingendomi indietro e facendomi crollare nella neve. Va via facendo ondeggiare la sua fluente chioma corvina che entra in contrasto con il bianco candido della neve.
Mi sollevo e ritorno in ginocchio.
La mia vita non vale quanto i miei ordini. Inclino la testa e osservo il mio vicino dalla finestra che davanti a tanta crudeltà, resta inerte ma lui è un soldato e probabilmente avrà vissuto il mio stesso iter.
Siamo accerchiati da soldati in una zona sperduta e isolata dove nessun essere ragionevole mette piede. Sono accerchiato da ombre che non fanno altro che osservare freddamente e eseguire gli ordini. A loro non importa che io abbia solo dieci anni, non importa che faccia freddo, a loro non importa nulla della mia vita.
Alla fine sono un'ombra anch'io, ora ci sono ma sono destinato a scomparire e confondermi con il buio.

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