"La vita spesso ti sfuggirà della mani e in quei momenti inizia a fuggire dalla vita..."
Canzone: Belong (X Ambassadors ⬆️)
Khater
Spesso mi capita di guardare il mio riflesso e vedere qualcun altro.
È buio pesto, non riesco a dormire. Nella villa di Drake tutte le luci sono accese. Vedo Rabab andare in giro per il soggiorno. Mi fermo davanti alla finestra, recupero il mio cellulare e le comunico nel linguaggio morso facendo lampeggiare la luce del mio cellulare e le comunico di uscire.
Voglio la sua folle compagnia.
Mi infilo il cappotto e i guanti in pelle ed esco fuori.
Faccio roteare le chiavi della macchina intorno al dito. Sono riuscito a trovare una macchina d'epoca e l'ho presa in fitto. Non ne posso fare a meno.
Rabab mi raggiunge salterellando lungo il viale innevato. Mi domando dove sia Drake.
Solitamente le sta addosso come un falco, non la lascia andare, non le lascio spazio, non la lascia sola con me.
Sa che sono una minaccia, ha paura che possa portarla via. Se non le importa nulla, allora mi domando perché ci tenga tanto a non perderla. Potrei porre la stessa domanda a me stesso.
Rabab prova a sfilarmi le chiavi si mano ma sollevo il braccio e le pongo al di sopra del mio capo. È alta ma non così tanto alta. Sorrido e mi prendo beffa di lei. Tenta di darmi un calcio ma mi scanso in tempo.
"Dove hai lasciato il tuo cane da guardia?"domando riferendomi a Drake.
"È andato via. Ha detto che ha una pista che deve seguire da solo e che nelle mie condizioni, gli sarei stata di intralcio. Quindi sono sola..."mormora ridacchiando.
"Ti va di viaggiare con me e traghettare la tua anima nel domani?"domando divertito. Sorride e avanza sbattendo le sue ciglia come una bambola ma in maniera lenta e sensuale. "Sai che mi ecciti quando fai così piccola?"domando guardandola come un depravato. Gira gli occhi al cielo e sfila, dal suo bomber, bianco una sigaretta, se la frappone fra le labbra. Afferra l'accendino dalla tasca del mio cappotto e si accende la sigaretta, me lo riposiziona in tasca e mi batte una mano sul petto come se fossi stato un bravo soldato, a cui dare una pacca sulla spalla! Sbuffa il fumo nella mia direzione e assume uno sguardo serio.
"Non chiamarmi più piccola. Non sono più una ragazzina. Chissà quante ne hai chiamate così!"sputa fuori innervosita.
È l'unica che abbia mai desiderato chiamare così ma questo lei non deve saperlo. Fra di noi c'è sempre stato un rapporto speciale, c'eravamo solo io e lei.
Non avevamo altro e non avevamo nessun altro.
Siamo stati essenziali l'uno per l'altra.
Ci proteggevano ma eravamo l'uno il peggior nemico dell'altra. Eravamo anche l'uno, l'unica fonte di forza dell'altro.
Nessuno ci aveva mai amato e noi avevamo la nostra particolare e malata forma d'amore.
Si perché il nostro era un amore malato, rischiavamo spesso di ucciderci a vicenda. Abbiamo toccato il limite troppe volte e la separazione ha fatto bene ad entrambi.
Io senza di lei non sono completo, lei senza di me non lo è ma insieme siamo troppo.
Troppo pericolosi, troppi lesivi, troppo...
"Dove mi porti?"domanda con fare civettuolo sbuffando il fumo davanti a sé.
"Non c'è bisogno che tu lo sappia, devi solo seguirmi. Se non lo farai, ti perderai un gran divertimento. Allora te lo vieni a fare un giro con la follia?"ribatto.So che cederà a questa provocazione, dietro la donna c'è ancora un frammento della ragazzina curiosa. Nei suoi occhi si anima la curiosità e mi osserva qualche secondo. Si morde il labbro inferiore senza dire nulla.
Vorrebbe cedere, ma sta in tutti i modi tentando di placare il suo istinto.
"Non puoi giocare così con la mia curiosità..."si lamenta. "O mi lasci guidare oppure mi dici dove andiamo. Altrimenti non vengo!"conclude con tono aspro per poi gettare la sua cicca nella neve. Incrocia le braccia e mi fissa con aria seria. Non penserà che cederò ad una simile ed inutile provocazione!
"Se guidi tu devi sapere la destinazione! Non mi freghi con questi giochetti. Ti do un'ultima chance, sali in macchina oppure resti qui tutta sola a girarti i pollici...piccola"concludo con un sorriso beffardo stampato sulla faccia. Batte un piede a terra e stende le braccia lungo in fianchi e chiude le mani in due pugni, sembra una fatina indispettita. Una tenera fatina che potrei prendere e schiacciare fra due dita con tanta facilità. Ma la fatina viene sostituita da una dea ammaliatrice, nel momento in cui il suo sguardo cambia e diventa più rilassato. Mi lancia uno di quei sguardi da seduttrice. Mi gravita intorno, mi sfiora la schiena, poi il petto.
"Dimmi dove andiamo..."sussurra sollevandosi sulla punta dei piedi. Il suo fiato caldo accarezza il mio orecchio, mi pizzica la pelle del lobo fra i denti per poi succhiarlo e posare la sua lingua calda contro la pelle sensibile. Giro gli occhi al cielo e penso al potere e gli effetti che avrebbero la sua bocca, se fosse poggiata altrove. Vorrei che posasse quella boccaccia insolente sul mio cazzo, sarebbe impegnata per qualcosa di gradevole e appagante per me! Mi mordo le labbra e sbruffo.
Me la scrollo di dosso e mantengo il controllo. Strano a dirsi per uno come me, che è eternamente fuori controllo.
Non mi piace restare per troppo tempo legato a questa maledetta e noiosa realtà che a volte sembra divenire un cappio che si fa sempre più stretto intorno al collo. Impedisce persino di respirare.
Mi avvicino alla macchina e apro lo sportello prima di entrare sposto lo sguardo su di lei. Osservo come i pantaloni delineano la fisicità tonica delle sue gambe. Il cappotto bianco aderisce alla sua vita sottile attraverso una cintura. Mi fissa sbigottita incredula che non sia caduto nella sua trappola di seduzione. Sono abituato alle Amantidi come lei, ti seducono per poi farti a pezzi.
"Allora?" Rabab mi fissa, indecisa fra ciò che vorrebbe fare e ciò che il suo orgoglio le dice di fare. Oltre al fatto che odi che le si dica cosa deve fare e come. Si incammina tacitamente verso la mia macchina, si infila dentro e poco dopo entra anche lei.
"Sapevo che avresti ceduto..."asserisco. Si volta scocciata nella mia direzione e mi fa un medio.
"Vengo solo perché non ho di meglio da fare, non ti montare la testa! Se ci fosse stato Drake, non avrei perso con te!"borbotta tentando di ferirmi.
"Eppure ricordo che scappavi dal tuo adorato Drake per venirti a divertire con me! Hai per caso dimenticato la nostra serata a tre con la tua amichetta?"domando stuzzicandola.
"Eri un momentaneo diversivo dal dolore. Lo sei sempre stato. Come io lo sono sempre stata per te..."asserisce con tono glaciale.
Avvio la macchina e restiamo entrambi in silenzio. Consapevoli che quanto ha detto, è la verità.
Siamo un diversivo dal dolore,
un diversivo da questa tremenda realtà che spesso tenta di uccidere, invece che curare e chi ti sta accanto diventa una diversa forma di cura.
Il sesso per noi era un diversivo,
noi stessi eravamo il diversivo.
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Rise up
RomansaRabab e Drake due nomi, due persone che potrebbero rappresentare gli antipodi del mondo. Destini opposti. Un amore dimenticato. Un legame sciolto. Un simbolo di eternità. Vite connesse. "Credi di potermi fermare?"