Capitolo 1

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Canzone: Bad girl (FVLK ⬆️)

Rabab

"L'essere donna è confine Rabab. È un limite che esiste solo nella tua testa e in quella delle persone che sottovalutano il tuo genere..."asserisce.

"Quindi potrò diventare un'investigatrice come te?"
domando con voce piccola .

"Tu bambina, potrai fare ed essere chiunque tu voglia..."

Il mio lavoro fa si che spesso mi rapporti con uomini che mi sottovalutano solo per il mio genere di appartenenza e ciò che penso ogni volta è che non possano fare errore più grande nella loro vita.
Sono ciò che sono e non esserlo significherebbe non essere me. Da quando ne ho memoria ho sempre fatto questo.
Sono stata istruita da mio zio per diventare una macchina di ricerca veloce.
Mia madre mi ha ripudiata in tenere età e mio padre mi sempre ritenuta troppo nociva per la famiglia,  talmente tanto da spedirmi dal caro zio George.
Il caro anaffettivo, cinico e razionale zio George.
Mi ha amato come poteva,
mi ha insegnato ciò che conosceva, è tutto ciò che conosceva era collegato al mondo dell'investigazione. Come sempre nonostante sia pieno inverno me ne vado in giro mezza nuda per casa, ci sono meno quattro fuori e a Berlino, gli inverni sono particolarmente freddi. Ma non me ne importa, non soffro più il freddo da tempo.
Mi posiziono davanti ai tre specchi in camera da letto e ancheggio in intimo con un bicchiere di champagne in mano. Festeggio la risoluzione di uno dei tanti casi del mese. Sono molto richiesta perché nonostante i molti fattori a mio sfavore, sono la migliore nel mio campo. Le note della canzone Bad girl risuonano nella mia camera da letto. Afferro la sigaretta fra l'indice e il medio della mano libera e sbuffo il fumo davanti a me annebbiando la mia immagine riflessa.
Molti ritengono che il vizio contamini le anime delle persone deboli, io invece credo che sia lo strumento dell'anima dannata, che usa per concedersi quiete.
Continuo ad ancheggiare davanti allo specchio e mi compiaccio di ciò che ne è riflesso.
Amo me stessa più di qualunque altra persona al mondo.
La mia vita può essere definita come un apoteosi all'indipendenza.
Le luci della città iniziano ad accendersi e man mano Berlino prende luce nell'oscurità della notte.
Il buio man mano viene adornato non solo dall'opalescente colore della luce delle stelle ma anche da intense luci colorate di bar e negozi.
Dall'altezza del mio appartamento posso vedere tutto.
Continuo ad oscillare e bere, finché non finisco il contenuto del mio bicchiere. Il mio cellulare riprende a squillare, la mia temporanea felicità viene subito sostituta dalla noia. Lancio il bicchiere in cristallo in aria che svolazza per qualche secondo in aria per poi infrangersi sul pavimento alla stessa velocità con cui si e infranta la mia libertà.
Nonostante abbia risolto numerosi casi nella mia vita, vivo con la costante ansia di poter perdere.
Anche quando arrivo al mio obbiettivo non mi sembra di esserci arrivata, perché voglio di più.
Ambisco sempre a ciò che non posso ottenere.
Stranamente mi ritrovo sempre a desiderare qualcosa che non può essere possibile. La chiamata è indirizzata al mio numero privato e non quello di lavoro. Poche persone posseggono il mio numero personale, sullo schermo del cellulare appare la scritta numero privato e da questo semplice indizio capisco subito di chi si tratti.
"Come va all'inferno zio George?" Prima ancora che mi saluti gli faccio intendere che qualsiasi scherzo avesse in programma di farmi non avrebbe funzionato.
Negli ultimi tempi mi ritrovo sempre qualche passo più avanti.
"Anticipa il tuo avversario o per lo meno stagli al passo, mai restare indietro."
Termino la mia sigaretta e la schiaccio contro il posacenere a forma di cervello posto sul mobile accanto al letto.
Ho il cervello in fumo letteralmente.
"Ti ho istruita per bene ragazzina! Fa caldo e come te la passi nel tuo purgatorio invece? Sei arrivata alla fine dei gironi oppure sei tornata indietro perché ti sei voltata?" Mi beffeggia.
"Sono arrivata alla fine e mi sono fatta un bel bagno purificante come compenso..."ribatto. Mi getto sul materasso e mi posiziono come una stella con gambe spalancate e un braccio disteso mentre l'altro è piegato ad angolo acuto per aiutarmi a sostenere il cellulare vicino l'orecchio.
"Brava ragazza hai fatto il tuo dovere! Qui a Santa Cruz si muore di caldo, non brucia solo il sole ma bruciano anche le anime di parecchi dannati. Vagano in città a piede libero e non vedo l'ora di trovarli e spedirli nel loro inferno..."prosegue. Sposto lo sguardo verso lo specchio e osservo il mio volto.
Ho l'aspetto di un'anima dannata.
Come quelle a cui do la caccia.
Solitaria vago nell'oscurità del mondo.
Attraverso le fiamme e ne esco indenne.
Condannata a nascondere la mia identità.
Non poter istaurare legami per proteggere i miei cari.
Ormai non sento più la mia famiglia da anni.
Nessuno conosce il mio vero nome.
Nessuno sa chi sono.
Rabab è un fantasma che vaga nella realtà, senza mai mostrarsi.
Un'identità, un nome, una vita che mai saranno svelati.
Sono solo un'ombra che si confonde con il resto senza mai emergere in mezzo al tutto.
Alla fine il mio scopo è proprio questo, confondermi senza mai distinguermi.
Trovare ma non farmi trovare.
Essere per me ma non essere per gli altri.
Ci sono senza esserci.
Esistono senza che gli altri sappiano che io realmente ci sia.
Ci sono così tante persone che intendono farmi fuori che sono più le volte in cui ho simulato la mia morte che le volte in cui ho festeggiato il mio compleanno.
Nascita e morte.
Inizio e fine.
Tutto è strettamente legato ad un unico ciclo.
"Sei mai stanco di tutto quello che fai? Sei mai stanco di doverti nascondere zio?"
"No, amo cacciare diavoli e nascondermi tra di essi. Non perdere mai di vista il tuo scopo e il tuo scopo non sarà mai noioso. Non ti stancherà mai ragazzina. Ricordati chi sei e ciò che vuoi dalla vita e ciò che pretendi da te. Prova a prendere l'intangibile che risiede nella tua..." prima che finisca la frase la nostra comunicazione viene interrotta.
Probabilmente qualcuno stava per intercettarci e ha chiuso prima di terminare il suo discorso.
Prova a prendere l'intangibile che risiede nella tua...
Mente?
Anima?
Storia?
Realtà?
Tutte risposte plausibili ma solo una è quella esatta.
L'intangibile può risiedere ovunque io creda, fuori o dentro di me.

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