Capitolo 14

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"Mantieni la calma..."

"Non sempre ci riesco..."

"È ordine, non una proposta!"

Drake

Il ramo di un albero picchietta contro la finestra della mia stanza. I raggi filtrano attraverso le foglie per poi giungere nella stanza.
Come sempre mi sono allenato, ho fatto la doccia e mi sono vestito.
Oggi dovrò fare la mia comparsa davanti l'università. Finisco di abbottonarmi la camicia e incedo verso il soggiorno. Rabab è in piedi e si sta versando il caffè. I capelli sono raccolti in una coda malfatta da cui fuoriescono alcune ciocche.
È sempre imperfettamente perfetta e sexy. Allunga una mano sul davanzale e il body che indossa si infila fra natiche scoprendo più pelle. Ringhio frustrato e volgo lo sguardo altrove.
C'è una lunga lista su ciò che dovrei fare e una lunga lista che mi indica tutti i piaceri che potrei trarne andando fuori dai limiti che mi sono imposto e mi sono stati imposti.
Valico il tavolo da cucina e la affianco.
Senza i suoi alti anfibi mi arriva alla spalla. Non dice nulla e come me, evita di parlare. Allungo una mano, prendo la caffettiera e mi verso il caffè in una tazza. Man mano che si muove emana un forte profumo femminile di fiori che potrei riconoscere tra mille. Allungo una mano e le sfioro la nuca dove ha io tatuaggio di un teschio avvolto fra le fiamme. Ha numerosissimi tatuaggi che deve tener ben nascosti. Si volta verso di me e mi fissa con un sopracciglio inarcato. Il mascara si è sciolto al di sotto delle sue palpebre.
Ha tutta l'aria di un panda arrabbiato.
È stranamente silenziosa e questo la rende maggiormente attraente ai miei occhi.
Traccio con un dito il contorno dello scheletro. Abbasso lo sguardo verso i suoi seni ricoperti da goccioline d'acqua. Si è appena fatta la doccia. Mi abbasso nella sua direzione e traccio con la lingua una linea retta che parte dal lato del suo collo e termina sullo zigomo. Lei resta in silenzio senza capire il mio completamento. Non lo capisco nemmeno io ma so che obbligarmi a non toccarla, mi sta facendo impazzire.
Caratterialmente siamo incompatibile ma è impossibile negare che sia attratto da lei tanto quanto lei è attratta da me.
"Che fai?"domanda per poi sorseggiare il suo caffè.
"Assaggio la tua pelle..."
Un particolare in più da conoscere.
Rabab si acciglia. Poi sogghigna divertita. Si sporge sulla punta dei piedi e posa una mano per sorreggersi sulla mia spalla. Posa un bacio sotto il mio orecchio, posa la lingua sulla zona, subito dopo mi morde. Impulsivamente la stringo a me, schiacciando il suo corpo contro il mio. Il suo seno è schiacciato contro i miei pettorali.
Poggia la sua tazza di caffè sul lavabo e mi osserva.
Accarezzo con le mani il pizzo sul retro della sua schiena. Allineo il mio volto al suo. Sono ad un millimetro dalle sue labbra. I nostri respiri si confondono. Man mano scendo con le mani sempre più in basso. Finché non giungo sul suo sedere, accarezzo le natiche per poi artigliare le dita sulla parte bassa. Lei impulsivamente si spinge contro il mio corpo. I suoi occhi castani sono fissi sul mio volto.
"Dovresti tornare sulla tua linea limite se non vuoi uscire dai tuoi schemi..."sussurra.
"So fin dove posso spingermi e so controllarmi..."ribatto.
"Tu ma non io."
Una mano scende dalla mia spalla, mi accarezza il petto, poi l'addome e si posa sulla cintura dei mie pantaloni, le blocco il polso prima che vada oltre.
"Questo è un limite oltre il quale, non devi andare Nuvola..."
Sorride e inclina il corpo e allunga le mani sul retro della mia vita, mi stringe le natiche e le strizza.
"Ora siamo pari soldato..."ammette divertita.
Giro gli occhi al cielo e la lascio andare. "Sei più abbronzato..."prosegue osservandomi dettagliatamente.
"Con quaranta grandi nelle ore di punta nel deserto, sarebbe stato impossibile il contrario..."evidenzio. Riprende la sua tazza di caffè e termina il contenuto.
"Quando esci dalla facoltà ci sarò io. È il momento che i tuoi amici conoscano il tuo fidanzato. Così capiranno che non sono frutto della tua immaginazione..."evidenzio con un sorriso smorzato.
"Se così fosse nella mia immaginazione avremmo superato tante volte i limiti che ti sei imposto." Sogghigna e si lecca le labbra allusivamente.
"Tuo zio non ti ha insegnato il contegno?"
"Mi ha insegnato a provocare e difendermi. Per gli altri sarai sempre troppo qualcosa, allora meglio essere troppo se stessi, che adattarsi e non essere mai adatti..."asserisce facendo spallucce.
Una visione contortamente esatta.
"Magari te lo potrei insegnare." 
"Non sono una ragazzina che puoi educare..."ribatto.
"Tu dici?" Avanzo e lei non si muove di un passo dal punto in cui si trova. Non si tira indietro e non posso rischiare troppo di far sovrastare la mia volontà dalle pulsioni.
Non è una ragazzina timida che si spaventa.
Mi provoca e mi fronteggia senza problemi.
"Quanti uomini hai avuto?" domando improvvisamente incuriosito dalla sua vita sessuale.
"Abbastanza ma non troppi, non mi dono a troppi e non concedo le mia esperienza a chiunque. Tu invece? Si possono contare oppure no?"domanda divertita.
"Sono quante sono. Non mi ritrovavo a lavorare sempre nella stessa zona, quindi sono un po' sparse nel mondo." Faccio roteare un dito in senso circolare.
Durante le mie missioni raramente mi concedevo dei piacer. Avevo uno scopo ben più importante e non era infilarmi fra le gambe delle ragazze del posto. Allungo lo sguardo sul retro delle sue natiche e noto come le mie mani hanno lasciato il segno sulla sua pelle ambrata. Uhm...
"Hai un bel culo..."asserisco leccandomi le labbra.
"Lo so, anche il tuo non è male." Ammicca nella mia direzione. "Bene maschione, vado a vestirmi." Mi dà uno schiaffo su una natica e si incammina verso la sua stanza.
"Depravata..."borbotto.
"Oh no, sono una brava ragazza, con cattive abitudini." Prima che entri nella sua stanza le do uno schiaffo talmente forte sul sedere che la fa avanzare dentro la stanza.
"Tutte le brave ragazze vanno all'inferno..."ribatto.
"Me la paghi!" Abbaia chiudendo la porta.
"Non vedo l'ora Nuvola!"

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