Capitolo 23

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"Vivo la vita in maniera diversa dagli altri. Fra me e il mondo c'è una barriera. Una barriera che non mi permette di provare nulla, né dolore né pietà..."

"Ed è così che ti voglio sempre..." ribatte mio zio.

Rabab

Drake girovaga per casa mia, osserva le varie opere di arte moderna disposte per casa e l'arredamento, un arredamento moderno, che gioca con i colori del bianco e del nero.
La mia stanza ha il pavimento a scacchiera, ho gusti particolari. Il braccio continua a farmi male, sento ancora tutti i nervi accavallati.
Tento di mascherare il mio dolore con un silenzio assordante che non è da me.
Khater continua ad inviarmi messaggi. Vuole sapere dove sono. Drake non gli piace affatto. Come non gli è mai piaciuto nessun uomo che mi gravitasse attorno. A letto gli piaceva sperimentare, abbiamo fatto un paio di volte delle cose a tre con altre ragazze ma mai con uomini. Riusciva a condividermi solo con delle donne, io dal mio canto lo condividevo senza fare troppe storie con altre ma solo per il sesso, sapevo che per lui non c'era altro se non mera voglia perversa di accontentare i suoi istinti.
Quando sono diventata abbastanza matura per chiedergli di provare un rapporto a tre con un altro uomo si è opposto.
Non accetto che mi si impongano delle regole.
Le accetto solo se voglio!
Mi affianco ad una delle vetrate del mio appartamento, appena sento il rombo del motore di una moto a me familiare, come previsto. Khater accelera ed entra nel viale della mia villa.
I fari illumina la strada e illumina anche la sua figura.
Sembra un angelo nero in moto.
Indosso un giubbotto in pelle, jeans aderenti e neri e un paio di anfibi. Il casco con la visiera copre il suo capo. Appena ferma la moto inserisce il grilletto e rimuove il casco. Tira i suoi folti capelli biondi cenere indietro e come se mi percepisse solleva lo sguardo verso la vetrata su cui mi solo poggiata. Drake mi affianca e osserva verso il basso, appena individua la figura di Khater sbruffa. Poso lo sguardo su di lui e poi su Khater, sono così diversi ma entrambi molto perversi.
Chissà come sarebbe una cosa a tre con loro due, qualsiasi donna ne uscirebbe disintegrata.
Sono entrambi alti e possenti, passionali e rudi.
Due titani che accendono le mie voglie.
Come ho potuto capire dalle urla e dal letto che sbatteva contro il muro mentre faceva sesso con Azrael, Drake è un uomo carnale e rude, esattamente come Khater. Mi mordo il labbro e sorrido divertita dai miei stessi osceni pensieri.
"Perché è qui?"domanda con stizza Drake puntando le sue pozze blu notte sul mio viso.
"Perché non dovrebbe?"
Lui si porta dietro la sua piccola dobermann rosa!
"Non lo voglio fra i piedi..."prosegue incamminandosi verso la cucina.
"Nemmeno la compagnia di Azrael mi piace ma l'accetto comunque! Poi questa è casa mia!"ribatto sollevando un dito e girando intorno.
"Dov'è il bagno? Ho bisogno di una doccia!"ribatte con aria sprezzante, per poi rimuovere il dolce vita nero che conteneva fino a qualche minuto prima i suoi muscoli statuari che mi fanno ammutolire alla sola vista. Abbasso lo sguardo verso il nodo celtico degli amanti come spesso accade, immagino di poter disegnare i contorni con la lingua per poi scendere verso il suo...
"Dai Nuvola! Non serve molta concentrazione per dare una risposta così banale!"mi schernisce consapevole dell'effetto che sortisce su di me ogni volta che se ne va in giro mezzo nudo per casa.
"Piano di sopra, seconda stanza a destra, troverai la tua stanza e un bagno. Prendi quella, ha il letto più comodo." Tento di sembrare decisa e apatica ma la mia pausa di qualche minuto di contemplazione per il suo corpo, non ha giocato a mio vantaggio. Mentre Drake sale al piano superiore, Khater suona alla porta. Salterello verso l'entrata e appena apro la barriera in legno, il peccato in persona mi si appare davanti, i suoi occhi azzurri con qualche sfumatura verde si posano sul mio viso. Ha una mano poggiata contro lo stipite e nell'altra mantiene il suo casco.
"Mi fai entrare?"domanda divertito con la sua solita aria seducente. Un boccolo biondo cade sulla sua fronte e lo scosto via.
Ha le sembianze di un angelo eppure è il più dannato fra i diavoli.
Mi scosto dalla porta e lo lascio entrare.
L'unico elemento che accumuna me, Khater e Drake è che siamo tutti soli.
Khater è stato abbandonato, Drake non so cosa abbia vissuto ma non ho trovato nulla a riguardo dei suoi genitori ed io sono stata rinnegata da mia madre e bandita dalla mia famiglia.
Un gruppo di tigri solitarie, chiuse nello stesso appartamento.
"Come mai sei qui?"domanda avanzando verso la cucina.
"Ci hanno attaccati, hanno tentato di ucciderci. Ho una pista ma finché non avrò abbastanza prove, non voglio parlarne."
Annuisce ed estrae una birra dal frigo, la apre con le mani e dopo aver bevuto un sorso la fa scorrere sull'isola in marmo bianco in cucina e me la porge. Fermo la bottiglia congelata, la contemplo ma non la bevo.
Non posso prendermi un'altra sbronza, domani devo essere in facoltà e devo avere tutte le sembianze della ragazza perfetta. Quindi questa notte dovrò coprire i tatuaggi e tentare di mascherare le cicatrici.
"Come stai?"domanda poggiandosi contro l'isola.
"Come sempre..."ribatto facendo spallucce per poi porgergli la birra nuovamente. La afferra e inarca un sopracciglio, non capendo il motivo del mio rifiuto.
"È per la copertura..."asserisco rispondendo alla sua tacita domanda. Mostra un sorriso smorzato incarnando le labbra rosa e carnose lateralmente. È talmente sexy. Ha un piercing che gli adorna il sopracciglio sinistro, e un altro piricing sul capezzolo del pettorale sinistro. Sulla schianto ha il maori, del kamate e kora che secondo il linguaggio maori rappresentano la morte e la vita.
Morte e vita, le stesse che vengono decantante dai guerrieri maori prima di una battaglia.
Non mi dispiaceva stare con Khater, con lui mi è piaciuto sperimentare soprattutto la mia sessualità.
Non ero innamorata di lui ma credevo che fosse così, finché non mi sono resa conto che lui è stato il primo a trattarmi come una persona e non come un animale da macello da mandare in battaglia, tanto la sua sorte non cambia!
L'amore è un fantasma di cui molti si convincono dell'esistenza o della sua presenza.
Ma sono in pochi a vederlo, sono in pochi a sentirlo.
C'è chi semplicemente si illude.
Khater si lecca le labbra e si sfila la giacca in pelle. Indossa una maglia bianca a maniche lunghe che aderisce al suo fisico scolpito, riesco a vedere persino il piercing sul capezzolo. È innegabilmente bello e non mi dispiacerebbe, legarlo con le manette che ho in stanza al letto e cavalcarlo...
Mi piacerebbe ma non posso distrarmi.
Picchietta un dito sul labbro attirando la mia attenzione in direzione. Poi lentamente ripercorre con la lingua il labbro inferiore. I suoi occhi addosso sembrano bruciarmi la pelle, soprattutto quando il suo sguardo famelico si posa sui miei capezzoli che spuntano al di sotto del tessuto della maglia.
Sono sempre stata disinibita e questo era un lato di me che gli piaceva particolarmente.
"Dopo tutto questo viaggio, penso di meritarmi una ricompensa..."asserisce avanzando. Valica l'isola, mi afferra per il retro delle cosce e mi poggia sopra. Con una mano avvolge uno dei mie seni e pizzica il capezzolo fra le dita per poi posare le labbra sulla pelle scoperta del mio collo. Si insinua fra le mie cosce divaricate e sfrega la sua erezione contro il mio sesso. Quando mi bacia un punto specifico sul collo mi sfugge un gemito. Sa perfettamente dove toccarmi e mi sto bagnando spudoratamente. Gli mordo un lobo e gli dissemino la mandibola di baci. Annuso il suo profumo accarezzando la linea del collo con le labbra. Con una mano accarezzo i suoi pettorali e scendo sempre più giù verso i suoi addominali. Insinuo la mano sotto il tessuto della maglia e tocco la pelle bollente del suo addome. Gli addominali emergono come mattoncini. Mugugno in apprezzamento e lascio una scia di baci umidi. Afferro il lembo della sua maglietta e la tiro verso l'alto. Il suo corpo scolpito diventa visibile al mio sguardo affamato. Così come il piercing sul capezzolo. Accarezzo i suoi addominali con gesti circolatori per poi scendere con la mano verso il bottone dei suoi jeans stretti che poggiano sulla linea a V del suo pube. Gli bacio il collo e scendo sul petto e passo la lingua intorno al capezzolo. Mugola piacevolmente. Le sue mani vagano al di sotto della mia maglietta finché non raggiunge un seno e lo avvolge. Appena gli mordo un capezzolo porta una mano sul mio collo e la stringe facendomi sollevare la testa.
"Sei la solita ribelle..."mormora con un ghigno soddisfatto per poi baciarmi avidamente. Insinua la lingua nella mia bocca e percepisco il sapore aspro della birra. Prima che possa sbottonargli i pantaloni, Drake entra in soggiorno e si schiarisce la voce.
Mi ero dimenticata di lui, ma d'altronde cosa può pretendere. Lui si concede le sue libertà e me le concedo anch'io con qualcuno che mi piace realmente. Sono fatalmente attratta da Khater e dal suo fascino dannato.
Khater dal suo canto, mi stampa un ultimo bacio sulle labbra e mi fa scendere dall'isola.
"Dovresti andare a dormire..."borbotta Drake guardandomi con occhi socchiusi.
"Anche tu..."ribatto facendogli una linguaccia. "Immagino che Lessy ti abbia stancato..."mormoro con voce infantile.
Khater mi dà una pacca su una natica e ammicca nella mia direzione.
"Meno di quanto tu creda. Sono sempre carico ragazzina..."ribatte ammiccando.
"Ah allora vuoi unirti anche tu alla festa? Oppure hai paura di sfigurare?"domanda Khater divertito.
"Preferisco vedere altro, rispetto al tuo cazzo. Ho sempre amato le linee dei corpi femminili. Se sei così interessato, forse dovrei farmi due domande sulla tua sessualità. Per caso ti piaccio? "ribatte Drake con ilarità.
"Da quando ne ho memoria sono sempre stato interessato alle farfalle. E sono fermamente convinto che tu abbia paura del confronto..."prosegue Khater avanzando verso Drake. Se dovessero scontrarsi non saprei come fermarli. Sono due colossi.
"Se avete intenzione di suonarvele, fatelo fuori da casa mia!"borbotto.
"Ci confrontiamo quando vuoi, non ho paura di te!"ribatte Drake avanzando. Ha indosso un pantalone della tuta ed è a petto nudo. Con tutto questo testosterone in casa sto soffocando.
Afferro Khater per un braccio e lo blocco prima che continui ad avanzare. Conosco abbastanza entrambi per sapere che nessuno dei due si fermerebbe.
"Ho una pista e ho dei sospetti sulla tuo dobermann rosa!"ribatto all'improvviso. In realtà i miei sospetti non sono su Azrael ma su tutt'altra persona. Ma mi sembra un buon modo per deconcentrarlo.
"Non mi freghi ragazzina, perché non te ne torni a fanculo direttamente dalla strada da cui sei arrivato!" mormora Drake puntando un dito verso la porta.
"Sei geloso? Perché devi sapere che Rabab è una nuvola libera, non apprezza le catene..."mormora Khater.
"No, non me ne sbatte un cazzo di lei. Ma entrambi siete un pericolo insieme per la mia dannata missione. Già lei da gestire è difficile e tu sei come lei e sei un altro problema..."afferma con tono aspro carico di rabbia.
"Lei è solo un problema, dobbiamo liberarcene..."asserisce mia madre.
"Sei come lei e sei un altro problema..."ripete Drake.
"Noi siamo giocattoli difettosi, non siamo accettati da tutti..."sussurra Khater.
Retrocedo di qualche passo fino a far costare la schiena contro il marmo dell'isola.
Mi considera anche lui un problema, c'è qualcosa che non va in me?
Sono sempre stata brava almeno nel mio lavoro.
"Sei una merda!"urla Khater andandoli contro e spingendolo. Drake sposta lo sguardo su di me e fa un passo indietro anche lui.
Le persone spesso non si rendono conto di quello che dicono, di quanto feriscono. Eppure ero così abituata agli insulti ma lui ha ripetuto le stesse parole che hanno generato le prime cicatrici sulla mia anima.
"Sai che vi dico, ammazzatevi pure, però prima di andatevene all'altro mondo lasciatemi un assegno per pagare i danni!"urlo fuori di me. Prendo le chiavi della mia moto e mi infilo frettolosamente gli anfibi. Prendo una giacca pesante ed il casco.
"Dove..."prima che possa proseguire ho già chiuso la porta.

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