Capitolo 38

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"L'attesa è essa stessa il piacere..."recitava Lessing.
"Non poteva dire stronzata migliore" pensavo.

Canzone : Incredible (On the larceny👆)

Drake

La osservo mentre sono fermo davanti al suo letto, lei si rotola e rigira aggrovigliandosi sempre di più nel piumone e scoprendo alla mia peccaminosa vista il suo corpo. 
Sono passate due settimane dal nostro incidente e questa convivenza a tre, a volte mi pesa e altre volte è insopportabile. Sono sempre stato una persona solitaria e trovarmi improvvisamente a convivere con due personalità eccentriche e ingombranti, mi rende il pacifico convivere difficile.
Khater tenta in ogni momento di portarsela a letto, lei quando vuole si lascia andare e quando invece vuole restare sola con il suo dolore, si nega.
Penso che il sesso sia un diversivo che mette a tacere il caos che ha nella testa.
In questo ci somigliamo molto.
Mi domando cosa possa accadere se ci dovessimo concedere noi due un piacere del genere e se possa accettassi la folle idea di dividerla con Khater.
Solitamente preferisco i ménage a trois con altre due componenti femminili, non mi dispiacerebbe piegare al mio volere Rabab e un'altra donna, e sono convinto che lei non si tirerebbe indietro. Non la spaventa il confronto ma non spaventa nemmeno me.
Alla fine la monogamia è una condizione a cui la società ci ha costretti, in natura non esiste in tutte le specie, basta pensare ai primati. I nostri antichi predecessori non contemplavano proprio il concetto.
Ogni animale si accoppia con più partner. Sono rari quelli che restano fedeli alla stessa compagna e così avviene anche per gli esseri umani.
È più facile accontentarsi nell'avere tutte che lottare per continuare avere un'unica persona.
Mi domando se le relazione aperte non siano altro che un escamotage per evitare di esorcizzasse la paura di legarci troppo ad un'unica persona, oppure siano un'espressione di libertà.
Ogni concetto può avere sempre più valenze.
Per me ora, le relazioni libere sono espressione di libertà, per me prima erano un mezzo per esorcizzare la maledetta paura di perdere la ragazzina che ora mi ritrovo davanti.
Sia io che lei, siamo ormai abituati a vivere i rapporti in maniera aperta e libera, non c'è più alcun possesso, non c'è più alcuna gelosia da fungere da limite.
Ormai non siamo altro che la piena espressione di amore liquido, dove tutto muta e si trasforma incessantemente. Non c'è alcuna base stabile a cui aggrapparsi .
Le nostre vite sono sempre state una fiera della solitudine e un inno al cambiamento.
Non c'è mai stato un punto fermo, o forse c'è stato e nel momento in cui c'è stato, entrambi siamo quasi finiti per morire. Nel nostro caso sembra che la monogamia uccida. Tenere troppo all'altro ci porta alla dipendenza e alla sofferenza, quando non è più presenza costante per varie vicissitudini della vita.
Alla fine tutto finisce e porta alla sofferenza perché sappiamo che un momento prima l'avevamo e quello dopo non l'abbiamo più. E allora perché vivere qualcosa con la consapevolezza che quando non l'avremo più, staremo male?
Perché non accontentarsi della moltitudine di corpi che si possono possedere per un istante? Perché non vivere senza la preoccupazione di soffrire? Perché non vivere nel godimento?
Sarò egoista ma non ho alcuna intenzione di soffrire ancora in questa vita. Voglio vivere intensi lunghi attimi di godimento che sono privi di qualsiasi fine. Voglio vivere senza pesi e paure.
Vivere seguendo i principi di Eros.
Voglio dar ascolto solo al piacere quando ne ho più voglia e ora ne ho voglia.
Ho voglia di cibarmi del suo corpo e di assaporare la sua pelle di cui percepisco il profumo sin dal punto in cui mi trovo.
Man mano avanzo sempre più vicino al suo letto. Poggio un ginocchio, sul materasso, che affonda sotto il mio peso.
Mi piego in avanti e la fisso qualche secondo dalla mia posizione di supremazia.
Potrei persino ucciderla in questo momento e liberami di un grosso problema, invece mi ritrovo a desiderarla.
Mi piego in avanti e la bacio, la bacio con un intensità tale da ridestarla dal suo stato di sonno. Mi stringe i capelli e spinge le mie labbra contro le sue, le rivendica come se fossero qualcosa che le appartenesse.
Eppure noi siamo due perfetti estranei che sono figli della notte e appartengono soltanto alla morte .
Rabab mi accarezza la schiena nuda e sofferma il suo tocco delicato sulle cicatrici in rilievo.
Posa il peso sugli avambracci e solleva la schiena, probabilmente percependo il dolore delle ferite sulla schiena ancora aperte. Man mano abbassa il piumone e fa emergere il suo corpo semi nudo. Indossa una camicia nera in raso che copre i suoi seni piccoli e sodi. Le stringo un seno in un palmo e pizzico il capezzolo fra due dita, Rabab avanza e preme il suo seno contro la mia mano. Separiamo le nostre labbra avide di baci e ci fissiamo qualche secondo.
Sto cedendo o è lei a vedere? Da tempo agognavamo  questo momento.
Sposto il piumone e mi infilo fra le sue gambe, divarica le cosce e mi permette di insinuarmi. Allunga una mano e accende il lume sul comodino accanto al mio letto. La luce illumina il volto di entrambi.
Scoperti dal nostro nascondiglio che ci garantiva, l'oscurità ci scrutiamo l'un l'altro.
Con una mano accarezzo la pelle nuda delle sue cosce e resto inginocchiato fra le sue cosce. La pelle ambrata sembra luccicare sotto la luce tenue del lume. Sposto lateralmente il tanga e osservo il suo sesso gabro con sguardo affamato. Le accarezzo l'interno coscia per poi posare la mano sul monte di venere. Allungo il pollice verso il basso e allargo le pieghe delle grandi labbra. Senza troppi sforzi trovo il clitoride. Muovo il pollice formando dei cerchi immaginari. Sposto lo sguardo dal centro del mio desiderio al suo viso, fisso sulle mie dita che lavorano al centro del suo corpo. Mi accarezza il braccio facendo scendere e risalire la mano. Si solleva e si posiziona anche lei in ginocchio sul materasso. Con uno strappo deciso la libero del tanga e mi lecco le labbra. Rabab mi accarezza l'addome e ferma la mano in corrispondenza dei miei boxer bianchi dal tessuto teso che disegnano perfettamente la mia erezione. Con entrambi le mani afferra l'elastico e mi abbassa i boxer sotto le natiche. Con la mano sfiora la punta e osserva affamata e con perverso desiderio il mio membro che si erige verso l'alto.
"Non giocare con me e non giocherò con te..."asserisco serio.
Mi fissa con desiderio negli occhi e afferra con vigore il mio membro. Tira la pelle verso il basso e poi verso l'alto, facendo emergere la cappella. Scende con la mano verso il basso e mi massaggia i testicoli con una mano mentre con l'altra mi massaggia il cazzo con carezze decise, sa esattamente come e dove toccarmi come se l'avesse già fatto. Le strattono con una mano la canotta verso il basso e libero uno dei suoi seni. Mi abbasso in corrispondenza e avvolgo nella bocca uno dei suoi capezzoli piccoli e rosei. Mordo la punta e circuisco l'areola con la lingua. Inizia a ansimare e decido di esagerare pigiando il palmo a coppa sulla sua fica ormai bagnata, il clitoride sfrega contro il mio palmo e con il medio e l'indice la penetro. Poso lo sguardo sul suo viso contratto per il piacere. Si morde il labbro e quando posiziono un dito ad uncino, le pareti del suo sesso si stringono intorno le mie dita e la presa sul mio cazzo diminuisce. Geme sonoramente e tenta di mantenere il controllo. Mi accarezza la punta del mio membro passando l'indice lungo la spaccatura, mi strappa un gemito gutturale che attira la sua attenzione.
"Ti piace, non è vero?"domando con tono basso e ovattato.
È talmente bagnata che le mie dita scivolano con facilità e producono rumore ogni volta che entrano ed escono.
"Quanto piace a te..."sussurro sul seno ormai bagnato dalla mia saliva, passo all'altro seno e ripeto la stessa cosa. Con lo sguardo accarezzo i vari tatuaggi che adorano il mio corpo e ammiro le linee del nodo degli amanti, composto da linee rosse e decise proprio come il mio.
Oscilla sulle mie dita e scuote la testa come se non potesse più contenere il piacere. Continua a massaggiarmi i testicoli e man mano vengo pervaso da un leggero formicolio che mi fa presumere che lentamente mi sto avvicinando all'apice. Ma non voglio esplodere così ma voglio che avvenga nella sua bocca ma non prima che sia venuta lei. Muovo le dita con più decisione dentro e fuori proprio come la penetrerei con stoccate decise e veloci.
Arriverei in punti in cui altri uomini sono sicuro che non siano arrivati.
Rabab geme e improvvisamente viene pervasa da un orgasmo intenso che blocca i suoi movimenti e la costringe a reggersi alle mie braccia per non crollare sul letto. Le sue pareti si stringono intorno alle mie dita e mi bagna dei suoi umori, continuo a penetrarla aumentando il climax. Il suo petto si alza e abbassa in maniera concitate e sussurra il mio nome in maniera conciata. Mi fissa negli occhi e prende fiato, lentamente sfilo le dita dal suo sesso bollente e bagnato e porto le dita ricolme delle sue secrezioni in corrispondenza del suo capezzolo che lo inumidisco delle sue stesse secrezioni per poi rimuoverlo via leccandolo.  Ha un sapore dolce, mugugno in apprezzamento mentre la fisso negli occhi. Riprende ad accarezzarmi e velocizza i movimenti. Non mi condurrà all'apice così, non ora che sono nel mio pieno controllo.
"Mi piace il tuo cazzo..."sussurra fissando il mio membro teso e si lecca le labbra. Le afferro la nuca e la spingo contro di me e la bacio con desiderio. Le stringo i capelli in una coda e le divoro la bocca e le rubo il fiato.
"Allora succhialo..."sussurro sulle sue labbra tumide. Sorride divertita e si libera della canotta in seta restando completamente nuda davanti ai miei occhi. Si posiziona carponi davanti a me, con la lingua gira attorno alla cappella, reclino il capo indietro e ringhio piacevolmente infastidito. Lentamente accoglie la mia lunghezza nella sua bocca calda e umida. Avanzo e sprofondo nella sua bocca più della metà della mia lunghezza, Rabab mi fissa negli occhi con rabbia e desiderio. Oscillo lentamente avanti e dietro. Le accarezzo la schiena in arcuata e quando mi prende quasi del tutto nella sua bocca, le schiaffeggio una natica e stringo la pelle morbida della zona arrossata. Risalgo lungo la sua schiena e le raccolgo i capelli in una coda di cavallo che stringo in un pugno. Le sue labbra accarezzano il mio spessore mentre avanza e indietreggia con la testa accompagnando i miei movimenti che man mano diventano sempre più frenetici e decisi. Le stringo i capelli con più vigore e sprofondo del tutto fino a toccare il retro della sua gola. La mia erezione ormai è lucida per la sua saliva. Incava le guance e me lo succhia con enfasi, sembra che le piaccia.
Ogni volta che mi seppellisco nella sua bocca in tutto il mio spessore e lunghezza mugola, ma ho bisogno di questo per toccare l'apice. Continuo a muovermi in movimenti decisi e concitati che lentamente mi conducono verso l'apice ma prima di raggiungere l'orgasmo, quando ci sono quasi mi blocco. Mi estraggo dalla sua bocca e le tiro il capo indietro tirandola per i capelli. Rabab assume un'espressione frustrata ed allibita. Non capisce perché mi sia fermato, ma le sto semplicemente dimostrando che anche con lei continuo a mantenere il mio pieno controllo. Le afferro il collo e la spingo sul letto facendola stendere supina. Risalgo sul suo corpo e mi piazzo semi eretto in corrispondenza delle sue costole. Poggio le ginocchia sul materasso ai lati del suo seno. Afferro il mio membro e lo direzione verso la sua bocca. Le mi accoglie e mi fissa estasiata. Le penetro la bocca come farei dentro il suo corpo. Mi muovo in maniera decisa dentro e fuori. Poso una mano contro il muro e contraggo le natiche spingendomi dentro le sue labbra ormai tumide. Rabab mi afferra le natiche e me le tasta mentre mi fissa provocatoria. Non appena passa la lingua intorno alla cappella prima di farmi uscire completamente dalla sua bocca peccaminosa, vengo pervaso da uno spasmo, e vengo dentro la sua bocca con fiotti continui. La vista si appanna e il cuore inizia a pulsare anche nella testa. Il formicolio mi percuote tutta l'erezione. Schiudo gli occhi e poggio la testa contro il muro. Rabab mi fissa tutto il tempo ingoia e mi lascia uscire dalla sua bocca lentamente.
Mi accarezza lentamente stuzzicandomi e preparandomi al nostro prossimo round, al contempo mi fissa con sguardo carico di lussuria.
Retrocedo e la bacio afferrandole i capelli, la lascio andare per poi dirigermi verso il comodino e afferrare un preservativo. Strappo con la bocca l'involucro in plastica. Pizzico la punta e srotolo il preservativo lungo la mia lunghezza. Sono gonfio e duro da morire. Rabab si inginocchia sul letto. I capelli corvini le cadono sul davanti come una tendina. Fisso il suo sesso nudo e lucido che a breve penetrerò con desiderio. Mi accovaccio alle sue spalle e con una mano accarezzo la linea della sua schiena. Le afferro i capelli e le faccio reclinare il capo fino a farlo poggiare contro la mia spalla la nuca. Mi allineo al suo orecchio e le mordo il lobo.
"Vieni qui e perditi con me..." sussurro con tono arrochito. Si solleva il necessario per accogliermi. Striscia il mio membro contro le sue labbra umide e senza girarci troppo mi accoglie. Le sue pareti sono stette e mi risucchiano piacevolmente. È calda e bagnata. Una piacevole sorpresa che mi fa gemere sonoramente. Inizia ad oscillare con decisione ad un ritmo passionale e carico di desiderio.
Sono chiuso dentro di lei nel suo inferno, bruciamo insieme, dannati dalla voglia di scoppiare nel piacere estasiante che i nostri corpi rincorrono.
Le afferro un seno con una mano e le dissemino il collo di baci umidi. Con la mano libera le accarezzo il ventre e raggiungo il suo clitoride che inizio a stuzzicare, voglio che venga ancora, venga con me.
Voglio che esploda. Accompagno i suoi movimenti decisi oscillando con il bacino e sprofondando nella sua entrata che si apre come un fiore al suo sbocciare. Dentro e fuori.
Dentro il suo inferno e fuori dalla realtà.
Il preservativo è diventato lucido e anche la parte della mia erezione che non è rivestita dal lattice. Le stringo un capezzolo fra due dita e stuzzico il sensore fra le sue gambe. Rabab geme e aumenta la velocità dei suoi movimenti. Così entrambi ci troviamo in una posizione dominante. Solitamente mi piace piegare le donne al mio volere, proprio come piegava la donna a cui sono stato affidato me.
Improvvisante vengo pervaso da un senso di rabbia, afferro la nuca di Rabab e la schiaccio contro il materasso facendola ritrovare prona con il corpo schiacciato contro il materasso. Le stringo la nuca con foga, le schiaffeggio la natica ed entro ed esco dal suo corpo ad un ritmo sfiancante. Contraggo le natiche e faccio avanzare il suo corpo nel letto. La spalliera sbatte contro il muro producendo un rumore secco, lo stesso rumore secco che produce il mio bacino quando si schianta contro le sue natiche.
Lei è sottomessa al mio controllo!
Osservo la mia posizione di potere e me ne compiaccio. Il mio membro scopare e riappare dalla sua entrata. Con una mano stringo la sua folta chioma corvina e con l'altra le stringo una natica, incavando le dita dentro la pelle.
Voglio che mi senta fin dentro le ossa.
Rabab produce dei versi convulsi di piacere ma ad un certo punto borbotta qualcosa, con una spinta decisa le fa urlare il mio nome e contorcere il viso.
"Così non verrò..."mormora. Tento di placare la mia rabbia e di tornare al presente. Ora ed in questo momento. Le tiro la nuca e la riposiziono nella posizione di prima che sembra più congeniale ad entrambi. Mi cavalca come una vera amazzone facendo schiantare le sue natiche contro il mio bacino. Improvvisante fa uscire completamente il mio membro. Si volta e mi spinge sul letto sale a cavalcioni e riprende a cavalcarmi. I suoi seni sbattono concitati contro il suo torace mentre si muove convulsamente ma in maniera esperta. Posa le mani contro il mio petto e mantiene l'equilibrio. Sollevo la schiena e le afferro un seno in bocca. Lo succhio e lo circuisco fra le labbra facendola gemere. Mi afferra i capelli con una mano e l'altra la posa sulla mia spalla.
La vista si appanna e il respiro diventa concitato. Le mordo il seno ed esplodo nel preservativo, vengo pervaso da degli spasmi continui e convulsi che mi conducono ad un piacere estasiante, mai provato nei precedenti orgasmi. Rabab mi segue con orgasmo breve ed intenso quanto il mio, mi graffia il petto e mi morde il collo. Collassa sopra di me mormorando il mio nome.
Lentamente si solleva e mi sfila dal suo corpo ed mi disfo del preservativo. Si solleva e si stende sul letto.
Mi sento assuefatto dalle sensazioni.
Stordito, mi alzo in piedi e lo getto dentro l'immondizia accanto alla scrivania. Non è mai stato così inteso. Non è mai stato così piacevole.
Mi avvicino alla finestra e poggio la testa contro il vetro freddo. C'è neve ovunque. Ed è buio, l'inverno sembra aver cancellato persino le tracce della stessa natura, quasi non si vedono più i manti degli alberi. Chiudo gli occhi e resto con la fronte poggiata contro vetro a pensare. Ho fatto una stronzata cedendo? Non lo so, ma mi sono preso qualcosa che volevo prendermi. Che dovevo prendermi. Solo che ora provare questa sensazione gratificante ed intensa mi porta a desiderare di rifarlo ancora. Di non fermarmi a questa unica volta in cui i nostri corpi si sono presi e rivendicati. Percepisco il tocco delicato e femminile della mani di Rabab sul mio addome. Mi bacia la spalla e poi prosegue lungo la schiena, le sue mani accarezzano e venerano con il tocco i miei addominali. Man mano le sue labbra percorrono la mia spina dorsale e si ferma su una delle mie natiche su cui posa la lingua e poi la morde facendomi avanzare contro il vetro. Ringhio in disappunto e inclino il capo lateralmente, la guardo male e le chiarisco che non mi è piaciuto.
"Nemmeno a me è piaciuto quando mi hai posizionata come una pecora!"borbotta girando gli occhi al cielo.
"Un pezzo di potere a te, un pezzo di potere a me..."sussurra sollevandosi e riprendendo ad accarezzare i miei addominali disegnando dei cerchi immaginari. Mi volto di scatto e le afferro il collo.
"Non mi serve il tuo consenso per prendermi quello che voglio..."asserisco sfiatando contro il suo viso. Ma non si intimidisce, la mia reazione non fa una piega. Scoppia a ridere e scuote la testa.
"Le tue minacce non mi spaventano, se tu prendi qualcosa senza il mio consenso, faccio lo stesso Drake. E che tu mi minacci o meno, questo non cambierà..."ribatte con un sorrisetto insolente. Continuo a stringere la sua gola e avanzo facendola indietreggiare. Arriviamo in corrispondenza del letto e la spingo sopra ma lei mantiene l'equilibrio stringendomi il braccio della mano che strige la sua gola.
"Ora mi prenderò qualcosa senza il tuo consenso..."mormoro con un sorrisetto divertito e mi mordo il labbro. 
"Devi piegare la mia volontà e annichilire le mie forze prima di poterti prendere qualcosa senza che io lo voglia!"ribatte leccandosi le labbra. Le spingo una spalla e cade sul materasso seduta, ora si trova alla stessa altezza del mio membro.
"Inconsapevolmente anche tu desideri farlo con tutta te stessa Nuvolla..."sussurro accarezzandole il labbro.
Per poi perderci ancora una volta fra le strade della lussuria,
mi perdo con lei nel labirinto del desiderio,
brucio con lei e dentro di lei.

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