Capitolo 30

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"Lotta per te stesso e mai per qualcun altro. Gli altri possono sempre tradirti..."

Kather

Continuo ad oscillare con il busto su e giù mentre faccio gli addominali a testa in giù con le gambe appese all'asse.
Mi sento invincibile come King Kong.
Mentre il mio corpo oscilla nella mia mente continua ad oscillare il corpo di Rabab, anche quello oscilla su e giù. Dannatamente lento e sensuale.
Nella mia testa c'è un circo dove prendono vita sempre i migliori spettacoli ricchi di stranezze.
Lei si ostina a respingermi e io mi ostino a desiderarla ancora di più.
È più matura e testarda e si fa meno manipolare rispetto prima.
All'inizio bastava un sorriso sensuale e qualche carezza proibita per farla cedere. Ora questo non le basta più, desidera di più, desidera ogni più recondita fibra del mio corpo ma ci sono parti di me che non concedo a nessuno e che a volte non concedo nemmeno a me stesso.
La rabbia monta nelle vene con ferocia e fa aumentare la velocità dei miei gesti che diventano sempre più veloci e concitati. Mi getto giù dall'asse e con le mani già rivestite dalle bende mi dirigo verso il sacco. Sferro qualche pugno alternato da calci, a gambe e braccia alterne. Il sacco oscilla e sembra beffeggiarmi. Resiste e sembra non voler cedere, mi viene contro e torna indietro dopo ogni mio assalto. La potenza dei miei colpi diventa sempre maggiore finché non mi cadono dei pezzi di vernice dal soffitto.
"Hai intenzione di distruggermi la palestra?"domanda Nuvola camminando con passo lento e sensuale nella mia direzione. Le gambe si incrociano formando una X perfetta, e i fianchi scattano ad ogni passo.
Si può essere così fatalmente letali?
Ha tutta l'aria di essere una di quelle sirene che ingannano con il loro dolce canto per poi portarti a fondo.
La sua sicurezza non fa altro che stuzzicare il mio appetito ancora di più. Ferma il sacco che continua ad oscillare come un pendolo, mai stanco che mai si ferma e non fa altro che scandire il tempo con estenuante e ritmata cadenza.
"Ciao piccola..."mormoro allungando una mano e scompigliandole i capelli. Come sempre indossa un semplice completino intimo succinto. Rabab non è mai andata d'accordo con i vestiti.
"Come vedo la tua cattiva abitudine di andare in giro mezza nuda per casa, non è venuta meno..."asserisco fissando il suo corpo tonico e slanciato.
Come sempre ha una muscolatura perfetta. I muscoli delle braccia sono diventati più tonici e gonfi. Con sguardo maliardo si lecca le labbra e mi distrae. Ora sembra proprio lei quella che manipola e non viene manipolata. 
Potrebbe irretirmi in qualsiasi momento.
"Non credo che ora ti metta a disagio la mia semi nudità, ragazzaccio. Oppure le tue inclinazioni sono cambiate e preferisci ammirare il nudo maschile?"domanda ammiccando.
"E sei anche diventata più spiritosa..."aggiungo sorridendo. Provo ad afferrarla ma lei si scansa.
Sa che amo la caccia e sta facendo di tutto per stuzzicare il mio istinto predatorio.
"Sono pericolosa ma sono anche divertente..."mormora camminando all'indietro.
"So quanto tu possa essere pericolosa Nuvola..."mormoro incedendo nella sua direzione, con sguardo fisso sul suo corpo. Mi piacerebbe prenderla proprio qui contro un muro o magari sul pavimento ma attendo un suo cenno che dia il via ai più perversi scenari che animano la mia mente e potrebbero riflettersi nella realtà.
Desidero solo il suo corpo, non chiedo altro e non voglio rivendicare altro, la sua anima rotta la lascio a lei, non ci potrebbe essere migliore custode.
"Più di quanto credi che io lo sia..."ribatte puntando i suoi grandi occhi da gatta sul mio viso.
Sono nocciola ed intensi ma vuoti proprio come lo erano un tempo. Ci divertivamo un tempo io e lei. Entrambi non volevamo nulla se non il mero godimento e poi siamo finiti per perseguire diversi fini. Le nostre strade si sono separate ed io e lei siamo finiti per non volerci più.
"Chi sono i veri cattivi Nuvola?"domando continuando ad avanza nella sua direzione.
Io so di esserlo, non sono adatto per proteggere nessuno e suo zio lo sapeva, per questo voleva che le stessi alla larga, perché io ero la sua esatta fotocopia. Testardo e solitario, destinato a trascorre la mia vita a godere della compagnia di corpi ma non di cuori.
Ognuno di noi è destinato ad essere sé per l'interezza della sua esistenza, quindi non può far a meno di accettare ciò che è destinato ad essere.
"Quelli che desiderano solo far del male..."risponde con certezza.
Ed io sono proprio quel genere di persona, desidero imprimere la stessa sofferenza che ho vissuto.
Desidero far del male proprio come mi è stato fatto male. Ed dovrei starle alla larga ma appunto a me piace far del male e per quanto mi sia costretto a starle alla larga, sono finito per rincorrerla oltre oceano solo per rivendicare la mia vincita e dimostrare al bellimbusto che abita con lei, che lei preferisce me.
Ho un ego sproporzionato che necessita di essere adulato dalle lusinghe delle donne per poter sopravvivere bene. 
Finisce contro la parete e poggia una gamba contro. Inclina il capo e mi fissa al di sotto delle sue fitte ciglia lunghe e nere. I capelli neri cadono in una cascata al di sotto del suo seno. Sembrano come un sipario che copre il palco. Le afferro una ciocca di capelli e ci giocherello.
"Tu credi che io sia un vero cattivo?"domando con tono basso e languido, avvicinandomi ripidamente al suo viso. I nostri volti sono allineati, il mio naso accarezza la pelle liscia della sua guancia, posso sentire il profumo della sua pelle. Sembra aver lasciato un marchio indelebile nella mia memoria.
Ho avuto tante donne mentre stavamo insieme, prima e dopo. Non mi sono mai mancate le attenzioni femminili. Ma non ho mai dato importanza al profumo di una donna ma al suo si. È femminile e deciso. Mi manda in estasi ogni volta che lo percepisco. Prima che possa rivendicare le sue labbra, si scansa inclinando il capo, deviando il mio tentativo d'assalto. Poso una mano accanto al suo volto contro la parete e con l'altra lascio andare i suoi capelli e afferro la sua gola senza fare troppa presa. So che le piace giocare.
"Non sono più la ragazzina di un tempo che puoi manipolare con i tuoi giochetti, da tempo io e te non desideriamo più le stesse cose..."ribatte con tono impassibile.
"Eppure l'altra notte non ti sei tirata indietro e sei caduta nelle vecchie abitudini. Non mi è sembrato che ti fosse dispiaciuto farlo..."rimarco leccandomi il labbro inferiore.
"Non è stato male ma non è stato nemmeno un momento agognato come lo era un tempo. Prima desideravo quel genere di rapporti, desideravo assaporare altri corpi e divertirmi con te e con le altre. Ma ora non è più così divertente. E io non gioco se non mi diverto..."conclude facendo spallucce, mi dà una ginocchiata dritta sulle palle senza battere ciglio e mi fa inclinare per il dolore. "Ah Kather, non mettermi più in trappola, altrimenti queste sono le conseguenze..."conclude.
"Me la pagherai piccola..."ribatto con calma studiata.
Lei ridacchia ed esce fuori divertita.
Ama giocare con il pericolo ed io sono un rischio che lei ama correre.
Sono l'eterna fiamma con cui si brucia e di cui non può far a meno di toccare.
Lei per me, è la mia eterna sfida.

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