Capitolo 7

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Rabab

"Cosa senti?"

"Non sento più nulla..."

Sono passate due settimane da quando il mio addestramento è iniziato. Non nego che ci sono state numerose volte in cui avrei voluto mollare tutto e tornare al mio lavoro. Però poi ho pensato a quei bambini. Ho pensato che questa missione potesse essere una rivincita per me e per quello che ho vissuto. Anch'io quando ero bambina avevo desiderato diverse volte che qualcuno fosse venuto a salvarmi.
Sono stata strappata dalle mani di un mostro quasi in fin di vita, per poi essere assegnata a mio zio. Ad otto anni sapevo già come smontare e rimontare una pistola. Sono cresciuta e sono stata formata per essere una macchina da guerra.  Sbuffo il fumo davanti a me mentre osservo un punto a caso del soggiorno. Drake entra in soggiorno con un solo asciugamano in vita. Più passano i giorni e più si prende delle confidenze che non dovrebbe prendersi. Però la vista non è niente male. È più alto del metro e novanta. Ha delle spalle molto ampie, braccia muscolose e un addome costernato da addominali gonfi. Sulle braccia si espandono delle vene in rilievo. I suoi folti capelli corvini sono umidi. Posa lo sguardo su di me e sorride in maniera seducente. Rimuove sempre la barba anche se si nota sempre un leggero accenno.
Su un pettorale il sinistro ha tatuato il nodo degli amanti, composto da linee rosse proprio come il mio. Sullo stesso pettorale ha un piercing ad un capezzolo. È davvero sexy. Risalgo con lo sguardo sul suo viso, si scrolla i capelli per poi sedersi sulla poltrona accanto al divano.
Spengo la sigaretta nel posacenere in cristallo sul tavolino nero posto davanti al divano. Allarga le gambe e poggia le braccia su i braccioli del divano. I muscoli gonfi risaltano ancora di più nella sua posizione. Si può essere così belli senza alcuno sforzo? Io invece me ne sto con i capelli raggomitolati in un tuppo fatto alla cavolo! Ho indossato dei leggins ginnici e una canotta nera. Al di sotto della canotta oversize non ho indossato il reggiseno. Ma più di tanto non si nota. Anche se sono sicura che il suo sguardo sia caduto proprio lì.
"Hai un problema con i vestiti?"borbotto guardando altrove.
"Per te è un problema che indossi solo un asciugamano?"ribatte con tono ilare.
"A te piacerebbe se me ne andassi in giro con un asciugamano indosso e basta?"ribatto con tono aspro per poi volgere lo sguardo sul suo viso. Il lume da lettura illumina il suo viso e fa risaltare i suoi occhi azzurri tendenti al blu.
"Vai continuamente in giro per casa mezza nuda. Mi meraviglio quando indossi dei vestiti. Ogni mattina ti ritrovo con indosso una canotta e una mutandine succinta. Per non parlare di quando te ne vai in giro in intimo direttamente!"ribatte evidenziando la realtà.
"È casa mia e faccio quello che voglio!"
Mi alzo in piedi e mi fermo davanti a lui incrociando le braccia. Poi mi passa l'ennesima provocazione, a cui sottoporlo, per la testa. Mi abbasso verso la poltrona, poggio le mani sui braccioli e mi avvicino al suo viso fino a sfiorare con le labbra il suo orecchio. "Non dirmi che ti dispiace o disgustata vedermi andare in giro mezza nuda..."sussurro con tono basso e sudante. Mi afferra per il retro delle gambe e finisco a cavalcioni sulle sue gambe. Mi afferra la nuca e mantieni il mio volto fermo a poca distanza dal suo orecchio. Il suo fiato mi accarezza il collo, il suo tono leggere di barba friziona vicino alla mia pelle sensibile.
"Non provocarmi troppo..." sussurra. Mi morde improvvisamente la mandibola. Resto ferma qualche secondo intontita. Solleva una mano sul mio capo e mi scioglie i capelli, arpiona le dita fra i miei capelli. Con la mano libera mi afferra il mento e direziona il mio viso verso il suo.
"Perché altrimenti cosa succede?"ribatto ridacchiando. Crede di intimidirmi così?
"Ti fotto fino a farti zittire una volta per tutte..."ribatte leccandosi le labbra. Mi spintona lontano da sè e mi fa finire di sedere sul pavimento. Noto un evidente protuberanza al di sotto dell'asciugamano che indossa.
"Non te lo permetterei mai! Puoi solo sognartelo!"urlo dal pavimento. Drake con la sua stazza possente resta fermo davanti a me, incrocia la braccia facendo guizzare i bicipiti e i pettorali. Sorride sornione e mi guarda come se fosse un diavolo che ha in pugno il suo peccatore.
"L'unica fra i due a poter sognare sei tu..."ribatte con tono canzonatorio. "Lo vedo da come mi guardi..."sussurra inginocchiandosi sulle gambe. "Lo so che mi desideri..."prosegue fissandomi dritto negli occhi. Il mio respiro diventa sempre più concitato. Cosa diavolo mi succede? Sono dannatamente attratta da lui più di quanto non voglia ammetterlo. Rispecchia esattamente il genere d'uomo che mi attrae. Figura possente, più alto di me, occhi chiari ed incantatori, per non parlare della sua personalità, questo dannato stronzo sa come tenermi testa e sa anche come premere i tasti giusti che hanno diretto accesso con i mie ormoni. Ogni volta che lo guardo i miei ormoni osannano ciò che vedono. Se solo fosse meno sè e fosse come tutti gli altri uomini saprei come metterlo in riga ma nelle ultime due settimane l'unica ad essere stata messa in riga sono io! Sempre e dannatamente io! Se solo trovassi il modo per placare i miei ormoni e dare più retta ai neuroni riuscirei a gestire meglio la situazione. Ma il mio cervello sembra essersi preso una pausa di riflessione!
"Qui l'unico che sogna fra i due sei tu! Tu con le tue convinzioni!"Mi alzo in piedi e scuoto la testa innervosita. Drake si alza in piedi e avanza di qualche passo. "Non toccarmi mai più!" urlo puntandogli un dito contro. Drake mi sposta la mano e continua ad avanzare. Si abbassa alla mia altezza e mi fronteggia.
Un duello di sguardi.
Un duello fra impulsi.
"Altrimenti?"domanda con un sorriso beffardo.
"Te ne pentirai..."sussurro per poi allontanarmi dandogli una spallata. Scoppio a ridere e salterello verso la mia stanza, facendo oscillare la testa.

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