Capitolo 19

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"Mai fidarsi dei nemici, ma nemmeno degli amici rincoglioniti."


«Quindi, se ho capito bene, ora frequenti Patrick Costa?», chiede Richi, stravaccato sulla sedia del solito pub.

Io ho ordinato, come da routine, la mia cavolo di birra al limone e solo a sentire il nome di Patrick mi innervosisco, perché il mio cuore batte sempre un po' più forte del normale.

«Non hai capito niente», ribatto, scuotendo la testa e passandomi una faccia sul viso. «Semplicemente me lo ritrovo ovunque».

«Ma a te piaceva Axel», mi fa notare. Io ed Em rimaniamo a fissarlo senza capire.

«E quindi?», chiede lei al posto mio, lanciandogli un'occhiataccia.

Riccardo fa spallucce, assumendo un atteggiamento indifferente. «E Axel non ti caga, giusto?»

«Piantala!», lo rimbecca Em, «A lei non piace Axel, le piace Patrick».

Alle sue parole spalanco gli occhi e mi strozzo con la birra.

Vorrei dirle che lei dovrebbe aiutarmi in queste situazioni, non parlare a vanvera.

«Mi avete davvero stufato con questa storia!», batto una mano sul tavolo, facendo traballare le bibite.

«Ma se sei tu che continui a parlarne. Parli solo di Patrick», mi ricorda Richi, alzando le mani in aria in un gesto plateale.

Em mette la sua mano sulla mia e mi rivolge uno sguardo dolce, come a cercare di tranquillizzarmi.

«Amica mia, non vergognarti di ciò che provi», ma la sua frase carina viene spazzata via dalle parole di Richi.

«Ma vai a fare in culo». Si gira il cappellino, con le visiera all'indietro, prendendo un altro sorso di birra.

«Grazie, Riccardo. Sempre gentile», alza gli occhi al cielo Em, per poi tornare a concentrarsi su di me, ma io scuoto energicamente la testa. «A me Patrick non piace, forse mi attizza un po'», preciso, «ma è ben lontano dall'amore», faccio presente ad entrambi, cercando di farli ragionare.

«Allora potevi farti una bella scopata», continua Richi, con la sua solita poesia.

Io ed Em lo fulminiamo con lo sguardo.

«Non fate le santarelline, okay? Scommetto che avete un cazzo di gomma nel cassetto che tirate fuori non appena siete eccitate».

Io trattengo una risata, mentre Em fa una smorfia di disgusto.

Lui ci imita, ironico. «Oh, cosa dici?», fa il verso da femmina, «Non uno. Due!»

Io mi abbandono ad una fragorosa risata ed Em mi segue subito dopo a ruota.

«Oliv», torna seria la mia amica, «non penso che tu gli sia indifferente. Insomma, viene a fare halloween con te».

«Doveva accompagnare suo fratello», alzo gli occhi al cielo.

«Già, ma voleva stare con te».

«Ha mai provato a baciarti?», chiede Richi, assumendo un'espressione seria.

«Di sicuro non vengo a dirlo a te», incrocio le braccia al petto, guardandolo con fare scocciato.

Lui, però, non si arrende così in fretta. «Ma io posso dirti se gli piaci o meno».

Sbatto le palpebre perplessa. «Da come mi bacia?»

Lo vedo annuire con un sorriso beffardo, e non so se mi sta prendendo per il culo o è serio.

«Ma tu sei un caso a parte», s'intromette Em, prendendolo in giro. Richi si impermalosisce subito, come sempre, ed io mi trattengo dal ridere.

«Comunque, scusa Richi, ma mi imbarazza un tantino parlarne con te», ammetto, guardando il mio amico.

Ma non lascia comunque la presa. «Eravate su un letto?»

Alla sua domanda giro di scatto la testa verso Em e la guardo con gli occhi socchiusi a due fessure, ma lei alza subito le mani per difendersi. «Io non ho detto assolutamente nulla».

«Allora, probabilmente voleva solo passare in terza base», continua lui con un'alzata di spalle.

«Cioè?», chiedo con un cipiglio, timorosa della risposta, che forse so già.

«Voleva scoparti e basta», risponde sboccato e facendo sbuffare Emma.

Io sputacchio un po' di birra sul tavolo e vado in iperventilazione. Il mio viso si accalda e odio essere arrabbiata per questo.

La mia amica gli tira uno schiaffo sulla spalla, «Ma che stronzate dici?».

«È vero!», sbotta lui, massaggiandosi sulla parte colpita.

«Solo perché l'ha baciata in un letto?»

Mi copro il viso con le mani, non ascoltandoli più. Era meglio se non ne parlavo, era meglio non avere questo dubbio. In realtà, non ci avevo nemmeno mai pensato.

«E dove dovrebbe baciarla per farle capire che è una cosa seria?»

Lui fa spallucce. «Fuori da un ristorante».

Em inarca un sopracciglio, forse dubitando della salute mentale del nostro amico.

Poi nota la mia espressione e cerca di calmarmi.

«Oliv, ti prego, non credere alle parole di Richi. Non regge la cosa. Non ha assolutamente senso», scuote la testa, esalando un sospiro.

«Come volete», replica lui con una certa sicurezza che continua a farmi incazzare.

Ma in fondo, cosa potevo pretendere da uno come Patrick Costa? Che ridiventassimo migliori amici, poi fidanzati con tanti di anello di fidanzamento?

«Oliv», Em mi riscuote dai pensieri. «Non credere a 'sto pirla», ripete, poi, indicando Riccardo che non dice nulla, ma continua a ghignare.

Cambio completamente atteggiamento, e cerco di assumere la classica corazza che mi permette di proteggermi.

«Be', se anche voleva fare sesso con me, non c'è riuscito. A me lui non piace, e non gli permetterò di infilarsi nelle mie mutandine», cerco di rispondere con convinzione, ma a giudicare dalle espressioni dei miei amici, quello che appare meno convinto è Riccardo.

Lo zittisco prima che possa dire altro. «Hai già detto fin troppo stasera».

Lui sorride, continuando a non bersi le mie parole, sotto lo sguardo vigile di Em, pronta a dargli un altro schiaffo se solo si azzarda a dire qualche altra cavolata.

«Quelli come lui non hanno bisogno di chiedere, Olivia. Sei già sua».


Ciao scricciole, ho posticipato la gita in montagna. Non vi avvilite, arriverà presto.

Cerco di postare quasi tutti i giorni, ma tra una cosa e l'altra riesco ad impegnare tutta la giornata.

Sto imparando a disegnare e a fare delle piccole creazioni con photoshop. Potete vederle sul mio profilo instagram: scritturaealtririmedi

Posterò due capitoli oggi, quindi finito questo leggete il prossimooo.

E non dimenticatevi di votare e commentare. Bacio a distanza.


Giulia Paradiso

Sarà lui la volta buona?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora