Capitolo 10

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"Non penso di poter andare avanti. Il cuore... la testa... tutto."

(Lolita - Vladimir Nabokov)


«Axel?»

La voce di Emma risuona un po' troppo forte per sovrastare la musica del locale.

Siamo al pub, seduti ad un tavolo per quattro, su panche di legno veramente scomode.

«Ha avuto un contrattempo», risponde Patrick con un sorriso tirato. «Ti dispiace?» I suoi occhi puntano i miei ed io mi limito a fare spallucce, cercando di mostrarmi indifferente.

«Allora, Patrick», parla Richi, «tu e Oliv siete amici?»

Non so se Em gli ha mai parlato del nostro passato, ma dallo sguardo malizioso deduco che qualcosa sa.

«Amiconi», annuisce Patrick. «Da una vita, vero Oliv?»

«Non chiamarmi così», sbotto, cominciando ad innervosirmi. E i miei amici bastardi invece che aiutarmi continuano a mettermi in difficoltà.

Il barista salva per un secondo la situazione, prendendo le ordinazioni, ma quando è il mio turno per chiedere, la voce di Patrick mi anticipa. «Per lei una birra al limone».

Mi irrigidisco appena, incrociando le braccia al petto.

«E se avessi voluto cambiare?»

L'ultima volta mi ha offerto la stessa birra al limone, ma solo perché aveva visto che ne avevo già finita una.

Patrick Costa non conosce assolutamente i miei gusti.

«Bevi solo quella», mi fa notare. «L'altra ti fa schifo, è troppo amara».

Emma cerca di nascondere invano un sorrisetto e i suoi occhi passano in rassegna da me a Patrick.

Lui vede che non rispondo e mi squadra alzando un sopracciglio. «Giusto?»

Il sorriso diabolico che s'imprime sulla sua bocca mi fa sentire a disagio. Stronzetto.

Pura fortuna, penso.

«Non ho sparato a caso», aggiunge, come se mi avesse letto nel pensiero. «Sono andato ad intuito. Chi beve birra al limone è perché la vera birra non riesce ad apprezzarla».

«Ah sì, eh?», scimmiotto. Mi fa esasperare quell'espressione da so tutto io, ma lui scoppia a ridere.

Arrivano le birre e prendo una buona sorsata della mia, facendogli notare come la apprezzo.

«Sei nella squadra di baseball, vero?», chiede Richi. Io ed Em ci rivolgiamo un'occhiata seccata.

«Che c'è?», continua il nostro amico, alzando le mani in segno di resa.

«Lo sanno anche i muri», lo rimbecca Em, facendo ridacchiare Patrick, ma lui cerca di non darci troppo peso e annuisce.

«Ci stiamo preparando per la partita contro il Saronno».

Patrick è nella squadra di baseball, l'Oltretorrente, ed è un giocatore valido. Così mi hanno detto, perché io di sport non ne so nulla, ovviamente.

So che anni fa è stato campione d'Italia under 21. Quindi, in teoria, è forte. No?

«Mi piacerebbe venire a vedere una partita», dice Riccardo. Em sputacchia un po' di birra perché le scappa una risata ed io lo incendio con lo sguardo.

Non capisce che non deve familiarizzare con il nemico.

Ma lui non mi considera, perché la sua attenzione è tutta su Afro.

Sarà lui la volta buona?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora