Capitolo 22

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"Nevica, ma il mio corpo è bollente stasera."


Mi preparo per andare a cena e mi sento divinamente.

Non pensavo che i preliminari potessero essere così.

È strano andare fuori a mangiare e per la prima volta non essere in lotta con Patrick.

Il ristorante è elegante, interamente in legno, a parte i tavoli moderni e bianchi a cui ci fanno accomodare. La prenotazione è perfetta, perché siamo riusciti ad accaparrarci il bellissimo posto vicino al camino.

Gli adulti sono sul lato sinistro, mentre noi sul lato destro.

Patrick è proprio vicino a me e mi mordo il labbro inferiore per non sorridere.

«Allora, com'è andata con la skate? Non vi abbiamo più visti», dice mia madre mentre addentra un grissino.

I suoi occhi sembrano quelli di un corvo, ed io so che sta cercando di leggerci dentro.

Patrick evita di rispondere, lasciando il lavoro sporco a me. Tipico.

«Non sono male», alzo le spalle, «pensavo decisamente peggio».

«È vero?», chiede rivolta a lui. Donna di poca fede.

Patrick si schiarisce la voce prima di parlare. «È vero. Ha una certa dote di cui nessuno sapeva nulla».

E quasi gli tiro un calcio per la risposta a doppio senso. Pensavo che almeno stasera non avremmo litigato, ma vedo che è impossibile.

Guardo davanti a me e noto Tommaso che ci osserva attentamente e drizza le orecchie.

«Sul serio?», chiede ancora mia madre, un po' turbata. «Strano, Olivia non è brava in nessuno sport».

«In questo invece è stata decisamente ottima e soddisfacente», continua l'idiota, nascondendo un ghigno.

«Ci ha dato dentro, eh?», s'intromette Tommi contribuendo ad aggiungere pepe alla conversazione, ma grazie al cielo suo fratello maggiore gli tira una ginocchiata da sotto il tavolo, costringendolo a zittirsi.

«E domani che programmi avete?», stavolta è Barbara a parlare.

«Perché, voi che fate?», chiedo, lanciando un'occhiata i miei.

«Continuiamo a sciare, ma c'è il pala ghiaccio. Potreste fare un giro lì voi due».

Guardo Patrick come se fossi in cerca di approvazione. In realtà non mi dispiacerebbe pattinare, anche se ovviamente non sono brava nemmeno lì, ma sicuramente meglio dello skateboard.

«Sai pattinare?», chiede lui con un tono da furbetto, facendomi capire che è strasicuro del fatto che la risposta sia no.

«Se sa pattinare come sa andare sullo skate, sei il ragazzo più felice del mondo», continua Tommaso, guadagnandosi un altro calcio.

«Posso insegnarti anche quello».

Patrick si morde il labbro per trattenere una risatina, mentre la conversazione ormai viaggia su due filoni, di cui uno è quello sicuramente sconcio e porno.

Dopo cena io e Patrick decidiamo di andare alla festa della birra.

C'è un freddo cane e i funghetti non scaldano granché. Sono sempre più convinta di quanto poco mi piaccia la montagna e quanto adori il mare.

«Non c'è la tua birra al limone, ti ho preso un po' di vino». Patrick torna con un bicchiere di plastica per me e una bottiglia di birra per lui.

Sarà lui la volta buona?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora