Capitolo 13

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"La seconda cena col nemico non è una cena, è una tortura."


«Dobbiamo per forza? L'abbiamo fatta due settimane fa!»

Mi lamento, anche se so inutilmente, con mia madre per aver accettato un'altra cena, stavolta a casa della famiglia Costa.

«Ci va di stare tutti insieme, in compagnia».

«Sì, e amorevolmente», la prendo in giro.

«Ma, insomma, che problemi ci sono? Tu e Patrick mi sembra siate andati d'accordo l'ultima volta».

Le rivolgo un'occhiataccia. «Camicia sporca a parte», si affretta a dire.

«Patrick sembra buono e caro, ma è solo furbo».

«Perché dici così?», viene a sedersi accanto a me, con i cioccolatini preparati da lei.

Sa sempre come tirarmi su il morale e farmi calmare.

«Perché cerca di sabotare ogni mio tentativo di approccio con Axel Greco».

Mia madre mi guarda senza capire. «Chi è Axel Greco?»

«Il ragazzo più bono della scuola, ma tu mi hai fatta troppo cessa per essere notata da lui».

Metto il broncio come una bambina di dieci anni, e ammetto che in questo momento un po' mi ci sento.

«Come sei melodrammatica», alza gli occhi al cielo mia madre.

«Mamma, puoi cercare di capirmi?»

«Olivia Parisi, tu sei una bellissima ragazza che può avere chiunque voglia nella vita. Ma non conta solo la bellezza».

Stavolta sono io ad alzare gli occhi al cielo e a guardarla di traverso. «Di questi tempi sembra che conti solo quello».

«E tu vuoi al tuo fianco una persona che dice di amarti solo perché hai un bel faccino?»

So cosa sta cercando di fare. Sta cercando di farmi il lavaggio del cervello, dicendo che l'importante è la bellezza interiore.

Potrei anche essere d'accordo, ma di sicuro conta anche l'occhio. Dico così, perché ho conosciuto tanti ragazzi simpatici ma che poi non mi prendevano fisicamente.

«Non sei mai stata tanto superficiale, ti prego non iniziare proprio ora», si limita a dire per poi alzarsi dal divano.

Ma io la seguo perché non ho finito.

«È tutto qui quello che hai da dire?»

«Sei abbastanza matura e intelligente per capire che tutto ciò che conta è quello che hai qui dentro», mi spiega, mettendomi una mano sul cuore. «E che, quando quello che hai qui dentro è bello e buono, allora si rifletterà anche qui», la sua mano passa ad accarezzarmi il viso, e a me spunta un sorriso tenero.

«Quando sei bella dentro, gli altri ti vedranno bella anche fuori», ripeto le parole che mi diceva durante l'adolescenza, ogni volta che ne avevo bisogno.

«Non tutti», scuote la testa, «Solo quelli che la pensano come te. Ma gli altri chi li vuole?»

Mi fa un sorriso e mi guarda con due occhi amorevoli che solo una mamma può fare.

Dopodiché il suo viso si fa più serio e con una mano mi congeda. «Ora vai a prepararti».

Grazie, carissima.

***

Barbara, la mamma di Patrick e Tommaso, ci saluta calorosamente, accogliendoci con una teglia di tortelloni agli spinaci da cui arriva un profumo pazzesco.

Sarà lui la volta buona?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora