Capitolo 4

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"Come distruggere il nemico: indossare un vestitino figo e un bel po' di sicurezza."


Chiudo gli occhi. Cosa sto facendo?

Mi guardo allo specchio e tutta la mia spavalderia non mi appartiene più. Mi sento ridicola.

In compenso Emma è bellissima, ed è giusto così. Questa è la sua serata. Voglio che si diverta e che conosca qualche bel ragazzo che la possa rendere felice.

Stranamente non ha più parlato di Patrick ed io non ho affrontato il discorso. Forse ha pensato che, parlandone, avrebbe rovinato la serata.

Se così fosse, ha fatto proprio una giusta osservazione.

La squadro con un sorriso, pensando a quanto sia carina e a quanto invidio la sua pelle perfetta.

Così scura e luminosa.

Io ho la pelle così secca che devo mettermi tre volte al giorno l'olio per tenerla idratata, e se mangio uno spicchio di cioccolato mi spunta un brufolo gigante in faccia.

A proposito, ho lo stesso vulcano da tre giorni ed Em ci ha messo venti minuti e tutto il barattolo di fondotinta per coprirmelo.

Se guardo dritto non si nota, se mi metto di profilo si vede la piccola protuberanza.

La mia amica mi ha convinta a mettere una minigonna nera su un top abbinato, ma sono stata molto risoluta sulla scelta delle scarpe, rifiutandomi categoricamente di mettere i tacchi.

Volevo presentarmi in ciabatte, ma poi abbiamo trovato un compromesso e ho messo delle scarpe sportive ma abbastanza eleganti, con alcuni brillantini ai lati esterni.

Lei indossa un vestitino rosa che ha comprato quel pomeriggio in cui siamo andate a fare shopping e dei tacchi neri che le danno tre centimetri in più.

Sto per farle i complimenti, ma lei mi batte sul tempo.

«Stai benissimo vestita così».

Se c'è una cosa che adoro della nostra amicizia è che siamo entrambe sincere l'una con l'altra.

Se mi fa un complimento so che lo pensa davvero e non lo dice tanto per farmi felice, anche perché se faccio cagare non si fa troppi scrupoli a farmelo notare.

«Sembro una prostituta», faccio una piccola smorfia, continuando a guardarmi davanti allo specchio.

Non ho voluto esagerare col trucco, dal momento che i miei capelli ramati e ora acconciati in morbidi boccoli sono fin troppo appariscenti.

«Sembri una ragazza di ventidue anni pronta a divertirsi», cerca di rassicurarmi ma senza troppo successo.

«Appunto!»

«Ma non in quel senso», sospira facendo roteare gli occhi.

Come se fosse stata presa da un'idea geniale, va verso il suo zaino e tira fuori una bottiglia di vodka.

Sgrano gli occhi. «E questa dove l'hai presa?»

«Prima di tornare a casa dopo lezione», fa spallucce.

Apre il tappo e annusa storcendo appena il naso per il forte odore.

Lo sento perfino io che sono ad un metro di distanza da lei.

Non è una cosa da Em comprare alcol, ma poi penso che farebbe bene ad entrambe sciogliersi un po' prima di presentarci alla festa, specialmente a me, che mi sento un fascio di nervi.

Sarà lui la volta buona?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora