Capitolo 14

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"Perché aspettare te è come aspettare la pioggia durante la siccità: inutile e deludente. Riferimenti puramente casuali."

Semicit.


«Bentornati alla terza lezione di recitazione», saluta il maestro Max. «Come vedete ho messo dei cuscini sul pavimento del palco per farvi stare comodi».

Con un cenno della mano ci invita ad accomodarci sui cuscinetti riposti in cerchio, ognuno di un colore diverso.

Max ci passa un foglio a testa con scritto "Cinderella show".

«Ebbene sì, quello che state leggendo è proprio il copione per lo spettacolo di quest'anno».

Alcuni applaudono, probabilmente perché sono elettrizzati, di cui la percentuale maggiore è femminile. Aprendo il fascicolo e vedendo pochi personaggi, mi chiedo come farà a far recitare una quarantina di persone.

«Quando sarà?», chiede qualcuno.

«Poco prima di Natale», annuncia il prof con soddisfazione.

A questo punto tutti si ammutoliscono, perché siamo ad ottobre e credo sia impossibile preparare un show per Natale!

Il maestro legge la preoccupazione sui nostri volti e alza le mani, «Tranquilli, ce la faremo!»

Io, in realtà, non sono preoccupata, perché non credo di aver intenzione di recitare, o comunque sono favorevole a fare la comparsa.

Comincio a leggere qualche battuta e storco il naso di fronte ad una frase. «Cenerentola, da quanto non fai una doccia?»

Aggrotto le sopracciglia e mi accorgo solo dal suono di alcune risate di aver pronunciato la frase a voce alta.

«Credo di aver un copione sbagliato», balbetto appena, cercando di giustificare la mia figuraccia, ma Max mi interrompe. «No», scuote la testa, «è una Cenerentola in chiave comica».

Sospiro per trattenere una smorfia. Se questa è una delle battute che dovrebbero far ridere, ho quasi paura a leggere le altre.

Patrick di fianco a me sghignazza ed io gli rivolgo una delle mie solite occhiatacce.

«Vorrei che tu fossi Cenerentola ed io il principe», ammette, «perché posso offenderti di brutto».

A questo punto scoppia a ridere di fronte al mio sguardo assatanato. «Già, divertente. Peccato che mi offendi sempre e comunque», gli faccio presente gettando il copione ai miei piedi.

«Che assurdità una Cenerentola in chiave comica». Mi assicuro di dirlo a bassa voce per farmi sentire solo da lui.

«Per me è innovativo e carino, ma dimenticavo che tu hai una predisposizione ad ancorarti alle cose vecchie, trite e ritrite».

«Non è vero, credo solo che certe storie non si possono cambiare».

Lui mi lancia uno sguardo indecifrabile e per un attimo trattengo il respiro.

«Tutto può essere cambiato», dice a mezza voce, distogliendo di nuovo gli occhi.

«Comunque», ci riporta al presente il maestro, «come avrete notato siete in troppi, quindi aprirò delle selezioni, in cui potrete mostrarmi il personaggio che vorreste interpretare. Quelli scartati si occuperanno della questione tecnica che sta dietro la preparazione di ogni spettacolo».

Le ragazze cominciano a fare dei sospiri eccitati, ma Max le ferma subito. «Signore, vi prego, non tutte per Cenerentola».

Rido tra me e me perché nessuna vorrebbe fare le sorellastra o la matrigna malefica. Be', forse la matrigna potrei farla io, visto che sono una persona abbastanza acida, però la cosa che vorrei fare maggiormente è non recitare, quindi ho deciso che non mi impegnerò troppo.

Sarà lui la volta buona?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora