Capitolo Diciannove

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Destiny's pov.

Aspirai un ultimo tiro dalla mia sigaretta e sbuffai una nuvola di fumo grigio, come il mio animo, che svanì lentamente nell'aria, mischiandosi al mio respiro.

Afferrai per il manico il mio bagaglio gettando la mia -ormai consumata- sigaretta a terra e mi avviai verso l'entrata dell'aereo. Camminavo lenta, volevo godermi i miei ultimi minuti in quella splendida città e soprattutto per far uscire definitivamente Luke dalla mia testa, ma era impossibile.

L'aereoporto era pieno di gente. Chi andava di fretta, chi sorrideva, chi era incazzato nero. Tra tutte quelle teste riconobbi quella di Calum, mi aveva promesso che sarebbe venuto a salutarmi. Il suo petto era avvolto il un giubotto nero di pelle, i suoi capelli svolazzavano portati dal vento e le sue mani nascoste nelle tasche. I nostri occhi si incrociavano e sul suo volto spuntò un dolce sorriso che io subito ricambiai, ma svanì subito non appena vidi dietro di lui.

Non sapevo che avrebbe portato Michael, Ashton e ... Lui.

Lo osservai per bene. Aveva lo sguardo rivolto verso il basso e le mani nelle tasche dei skinny jeans. I suoi capelli erano coperti da un cappello di lana grigio da cui fuoriusciva un piccolo ciuffo biondo e il suo giacchetto blu era leggermente aperto, facendo intravedere il suo maglione scuro.

Alzò il volto e ci perdemmo l'uno negli occhi dell'altra. Quell'azzurro che mi mancava così tanto, quella bellissima sfumatura color cielo che non faceva altro che farmi impazzire. Distolsi lo guardo quando fummo più vicini.

"Perchè lui è quì?" chiesi freddamente a Calum, che boccheggiava leggermente "Ti prego non partire" disse frettoloso Luke.

"Cazzo, io ti amo davvero Des, credimi" disse stringendo con una leggera pressione il mio polso che cercavo di ritrarre dalla sua presa ferrea "Non mi toccare" sputai arrabbiata.

"Non lasciarmi, ti prego. Ti amo!" Urlò straziato e alcune persone si girarono "Lo so che ho sbagliato a scommettere su di te, dovevo dirtelo e annullare la scommessa, scusami. Ma io ora ho chiarito i miei sentimenti e ho capito che ti amo sul serio, ti prego non andartene da me! Non vedo quanto sto male? Se davvero per me eri solo un gioco non sarei mai venuto quì!" Stetti in silenzio ad ascoltare quello che aveva da dire.

A sentir dire quelle parole, una lacrima rigò il mio viso. Il ghiaccio che bloccava il mio cuore si era completamente sciolto. I frammenti in cui mi ero spezzata si rimisero insieme. Sentii quella bellissima sensazione nel petto, potevo udire il mio battito cardiaco davvero e pompare sangue vivo e caldo nelle mie vene.

La mia anima lo aveva già perdonato e il mio corpo voleva cedersi al suo, ma il cervello non ne voleva sapere. Una parte di me mi diceva di perdonarlo, tornare a casa con lui e godermi le sue coccole, mentre l'altra mi consigliava di lasciarlo lì a soffrire, da solo, dargli un colpo al cuore e fargli assaggiare un po' di male, di solitudine.

E io scelsi la seconda opzione; gli diedi uno schiaffo forte in faccia, tanto che il suo volto si girò verso sinistra e chiuse gli occhi "Me lo meritavo" mormorò e io annuii energicamente.

"La verità è che non mi fido più di te, Luke. E se nella nostra relazione non c'è fiducia, è meglio finirla quì" apostrofai lentamente. Lui, dopo aver assimilato tutte le mie parole, scoppiò in un pianto silenzioso e il suo labbro inferiore prese a tremare. Il suo copro fremette, non sapevo se per me o per il freddo.

"Non puoi lasciarmi così cazzo, sto soffrendo come un cane, non ti basta?" mi chiese, le nostre bocche si sfiorarono e lui osservò la mia attentamente, prima di avvicinarsi pericolosamente al mio viso.

Le nostre labbra si toccarono violentemente dando vita alla passione. Quanto mi mancavano quelle labbra fredde e screpolate, così piacevoli da baciare. Si fece spuntare un sorriso non interrompendo il bacio. Mi allontanai lentamente e "No" sussurrai.

"Ce la farò a dimenticarti" affermai sicura di me, ma non sapevo ancora a cosa andavo in contro.

Mi avvicinai all'entrata dell'aereo salendo alcuni gradini che mi portarono quasi dentro l'aereomobile. Ma lui mi fermò, salì anche lui qualche gradino per arrivare alla mia altezza e mi scrutava dalla sua altezza chilometrica per me.

"Sappi almeno che non era sesso per me. Io con te ho fatto l'amore" sussurrò al mio orecchio, in modo che solo io potessi sentirlo. Lo guardai ancora e stampò un altro bacio sulle mie labbra mentre i motori dell'aereoplano si accendevano, pronti farmi decollare verso Miami.

Scese dei gradini e lo osservai dal finestrino. Mi salutò con la mano mentre delle lacrime amare scendevano giù dai suoi occhi celestiali come cascate, e io feci lo stesso.

Poi chiusi gli occhi asciugandomi le guance umide. Ashton e Michael mi salutarono urlando, quanto gli volevo bene. Calum mi fece segno di sorridere e io lo feci istintivamente.

L'aereo partì e io non potevo sentirmi più vuota dentro.

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