Capitolo Dodici

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ATTENZIONE, PRESENZE DI SCENE 'HOT'
Diciamo che in questo capitolo Luke e Des si danno da fare, emh emh. Di certo non giocano a carte.
CONSIGLIO A CHI È PARTICOLARMENTE SENSIBILE O PARTICOLARMENTE SUORA (in senso buono, vivibi) DI NON LEGGERE QUESTO CAPITOLO (o almeno le scene hot)
GRAZIE.

Destiny's pov

Luke quel giorno decise di portarmi al luna park. Appena varcammo il cancello di entrata, cominciai a perlustrare tutte le giostre che c'erano. Ne provammo alcune, ma poi notai la ruota panoramica e i miei occhi si illuminarono. Presi Luke per mano e lo trascinai verso la giostra. Ricevuti i due biglietti, salimmo sulla cabina verde -nonché il mio colore preferito-

Notai che in ogni cabina c'era una coppia d'innamorati tutti molto romantici, che si scambiavano parole dolci, alcuni ridevano, altri si baciavano.

"Sai, potremmo farlo anche noi" aveva detto Luke "Cosa?" chiesi confusa. Di che parlava?

"Questo" posò le sue labbra delicatamente sulle mie amplificando il bacio sempre di più che improvvisamente divenne violento e selvaggio. Le mani di Luke si posarono sul mio sedere, per poi infiltrarsi nella mia maglietta "Non adesso, Luke"

"E quando?" Chiese spazientito. Feci finta di pensarci "Presto" gli feci l'occhiolino. Lui la strinse a sè e si lasciò sfuggire un gemito strozzato. Lei gli schiaffeggiò la spalla amichevolmente e la porta della cabina si aprì.

***

Quando tornarono a casa, Mi fiondai in camera da letto. Pensai alle cose che dovevo fare. Mi ero lavata le mani, i denti, mi struccai, mi fece una ceretta veloce. Cosa mancava? L'intimo. Avevo solo intimo in pizzo, ma nessuno mi convinceva. Dovevo fare presto, Luke sarebbe salito a momenti. Frugai nella sua valigia non ancora del tutto del tutto disfatta e trovai un completino nero, che coprii con una canotta di Luke che mi arrivava fino alle cosce magre.

Lui entrò nella stanza, mi guardò attentamente. Mi voltai di spalle piegandomi verso il pavimento per raccogliere degli indumenti che mi erano caduti precedentemente dalla valigia e sentii Luke sussultare. Trattenni le risate nei polmoni, non volevo rovinare il momento.

"Dio" imprecò Luke avvicinandosi "Sei una pupa stasera" mormorò sfiorando la mia pelle.

"La tua pupa, fammi quello che vuoi" mi bloccai. Cos'avevo appena detto? Io che mi vendevo spudoratamente ad un ragazzo? Mi convinsi che infondo Luke era il mio ragazzo e quindi non sarei dovuta andare in chiesa a confessarmi la mattina seguente "Voglio fare le cose insieme" le sue labbra sfiorarono le mie, le sue dita si infilarono nella canotta e armeggiavano col reggiseno che riuscì a togliermi. Gli sfilai la maglietta e la lasciai cadere in un punto indefinito della stanza.

Sentii il suo bacino premere contro il mio. Chiusi gli occhi concentrandomi sulla sua cintura che sfilai facilmente. Dopo essersi liberato dei pantaloni, mi spinse sul letto privandomi della sua canotta. Anche l'intimo scivolò sul pavimento. Luke mi guardò negli occhi per cercare qualche piccola insicurezza che non trovò "Sei sicura?" chiede gentilmente e in risposta annuii. Ero davvero pronta. Sentivo che Luke era quello giusto, io lo amavo "Se ti faccio male dimmelo" e io annuii come un robot, ormai automaticamente. Entrò delicatamente in me.

I nostri corpi uniti è una delle sensazione più belle che io abbia mai provato. Il mio amore per Luke era indescrivibile e incondizionato.

Quando -ormai stanco- si sistemò sotto le lenzuola accanto a me, io mi addormentai immediatamente.

Luke's pov

Non appena Destiny si addormentò, la cullai fra le mie braccia. Quella notte era stata la più bella della mia vita. All'inizio era solo un gioco, ma poi è scattata la scintilla, mi sono davvero innamorato di Destiny.

Pensai alla scommessa con Michael. Lui non aveva voluto annullarla, per me lei non era un oggetto. Lei non doveva saperlo. Mi alzai dal letto dopo aver dato un leggero bacio sulla fronte della mia ragazza e andai da Michael.

Entrai nella sua stanza "Ho vinto la scommessa" dichiarai

"Per stavolta hai vinto, ma ricordati che sei stato facilitato" disse mentre mi consegnava il denaro.

Mi sentivo così in colpa.

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