Capitolo Uno

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Entrai nella casa. Era grande e spaziosa, non mi aspettavo molto ordine da Calum, dopotutto, è stato sempre un disordinato di prima categoria.

"Questa è anche casa tua adesso."

"Grazie di tutto Cal."

Mi tuffai fra le sue braccia e i suoi bicipiti enormi mi avvolsero le spalle coperte. So' di essere un peso per le persone,per questo mi sarei cercata velocemente un posto in cui stare.

Ecco,io non sono la classica persona che quando la incontri ti viene spontaneo dire 'Mi sei mancata'.

"Ti voglio bene Des."

"Anch'io Cal."

Allentammo la presa,poi ci guardammo. I suoi occhi scuri,mentre i miei molto più chiari.

Calum mi fece vedere la casa,mi mostrò la sala da pranzo.

Al centro della stanza c'erano un tavolo spazioso e liscio e quattro sedie gli circondavano i lati. Le pareti erano bianche,come pagine. I mobili avevano un colore chiaro,non so dire precisamente quale legno è stato usato,non sono brava coi materiali.

La sua camera invece,era semplice e abbastanza grande. Le pareti color crema erano state abbellite con dei poster di varie band. Il letto,singolo,era avvolto da un piumone blu. La scrivania era sempre dello stesso materiale laccato presente nella sala da pranzo.

"Adesso vedrai la tua camera."

Annuii alla sua affermazione,e lui mi aprì una porta bianca.

I miei occhi si sgranarono quando vidi le pareti. Il colore dei muri era bianco, un po' sbiadito. Appiccicato ad esso, vi erano poster,foto e anche un piccolo orologio. I poster raffiguravano per la maggior parte immagini di cantanti che stimo da sempre,principalmente Coldplay e Avril Lavigne.

Sul letto vi erano tre cuscini piccoli, tutti bianchi ma ognuno aveva una scritta diversa. "Smile" "Rock" "I love my Bro". In questo caso, mio 'fratello' citato nel cuscino, era Cal.

Le foto sul muro avevano una strana pellicola sopra che le rendava lisce. Erano tutte immagini mie e di Calum, scattate molto tempo fa' quando abitavamo entrambi a Miami. Mi focalizzai soprattutto su di una.

C'erano due bambini,entrambi nella stessa culla d'ospedale. Calum era quello con la tutina intera azzurra,la sua pelle ambrata,e gli occhi chiusi. Io invece ero avvolta in una copertina rosa confetto.

Ci conosciamo da quando siamo nati. Ricordo benissimo quel momento, o almeno ricordo quello che mi aveva raccontato mia madre.

Non c'era posto per tutti e due, le culle erano tutte occupate, solo una era libera. Ci infilarono entrambi nella stessa culla. E penso che da quel giorno, siamo come fratelli.

"Calum, vieni a vedere"

"Si, lo so, le ho attaccate io."

Annuii, con lo sguardo fisso su quell'immagine. Eravamo così piccoli.

"Quì c'è una foto dell'asilo." mi indicò quale. La guardai attentamente, e mi scappò una risata. Avevamo dei cappellini in testa, uguale a quelli che si mettono alla propria laurea, solo più piccoli. Sorridevamo entrambi felici di aver trascorso tre anni di asilo insieme e di essere passati alla classe successiva.

"Queste sono l'elementari, invece." me ne mostrò un'altra ancora. Questa volta eravamo seduti allo stesso banchetto, dipingevamo. Tutti e due intenti a disegnare con le tempere e un pennello.

"Che bello che eri."

"Ero?"

"Sei." risi "Eri adorabile" gli scompigliai i capelli scuri che subito si affrettò a ricomporli per bene.

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