"Ci vado."
"No, non lo fai."
La parte della lista che avevamo trovato il giorno prima si era scoperto essere un elenco di suicidi avvenuti qualche anno prima. Ovviamente, dove? Ad Eichen House. Volevo prendermi a schiaffi. "Perché non ci posso andare io per una volta?" Mi lamentai facendo avanti e indietro sotto il portico. "Perché ad un certo punto è fatta interamente di frassino e saresti più inutile di me." Ripetè Stiles per la millesima volta. Ogni volta che ci tornava succedeva qualcosa e in fondo non era così strano visto che si trattava di un ospedale psichiatrico, ma avrebbe dovuto parlare di nuovo con Brunski e non mi piaceva quel tipo.
Malia mi aveva raccontato di come sembrasse un pedofilo con problemi mentali peggiori dei suoi pazienti.
Stiles mi aveva accompagnata a casa la mattina dopo ed era da mezz'ora che parlavamo davanti alla porta, ancora in pigiama. Non volevo decidermi a farlo andare, anche se sapevo che alla fine lo avrebbe fatto in ogni caso. "Jane, devo andarci. Non hai fatto nessun sogno o disegno strano, no? Sono a posto." Sorrise e non mi andava più di prendere a schiaffi me stessa ma lui. "Giuro che se ti fai ammazzare non ti cremerò come ci eravamo promessi." Gli puntai un dito contro.
Io e Stiles non avevamo mai parlato del futuro, di quando ci saremo sposati, con trecento bambini, una mucca in garage e bla bla bla. Ma questo non ci aveva impedito di programmare quello che sarebbe venuto dopo. Eravamo soliti fare conversazioni strane come: se dovessi mai finire attaccata ad una macchina per respirare, promettimi di staccare la spina. "Se muoio, dovrai farmi cremare e seppellire le mie ceneri in gradino di fianco al mio vecchio pesce rosso Francis"; me lo aveva fatto promettere anche se come luogo di sepoltura faceva abbastanza schifo.
Lo avevo preso in giro perché suo padre lo aveva convinto che quel pesce una volta fosse un petalo di giglio. Ovviamente lui a sette anni ci aveva creduto pensando che fosse come il pesce di Lumacorno. Mi ero pentita subito di aver scherzato perché il Francis di Harry Potter era morto lo stesso giorno di Lily Evans e così era successo con il pesciolino di Stiles e sua madre. Le lapidi di fianco alla tomba di Claudia erano occupate, così voleva essere sepolto vicino a Francis.
"So che lo faresti in ogni caso, ma tranquilla non morirò oggi." Mi prese il viso fra le mani schiacciandomi leggermente le guance e lasciò un piccolo bacio delicato sulla mia fronte.
"Brutto bellissimo stronzo."
Coerenza, Jane?Stiles si voltò entrando dopo poco in casa sua ed io sospirai borbottando qualcosa che somigliava ad una maledizione contro Francis. Quella storia era troppo triste.
"Jane!" La porta si spalancò non appena afferrai la maniglia e per poco non caddi in avanti.
Clara mi afferrò un polso trascinandomi dentro casa e questa volta inciampai sul serio. Quello stupido porta ombrelli. Mi aiutò ad alzarmi e mi ritrovai reduce da un piccolo infarto, davanti al computer della bionda aperto sul tavolo della cucina. Malia era seduta scomposta sulla sedia e- aspetta ma quelli sono i miei vestiti.
"Malia?"
"Dimmi."
"Fra tutte le magliette che avresti potuto prendere dal mio armadio dovevi scegliere per forza quella del merchandising di Walls?"
"Ma era nella valigia di Clara."
Mi voltai furiosa verso la ladra alzando le sopracciglia. "Volevi rubarmi l'unico capo d'abbigliamento che possiedo, con su la faccia di Louis Tomlinson?"
"Ragazze io sono ancora qui." La voce di Mike uscì dalle casse dal computer. "Non ora Micheal". Aspetta-
"Mike!" Esclamai sorridendo e sedendomi di fianco a Malia lasciando la cleptomane in piedi.
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𝓗𝓲𝓼 𝓕𝓪𝓾𝓵𝓽 //𝓢𝓽𝓲𝓵𝓮𝓼 𝓢𝓽𝓲𝓵𝓲𝓷𝓼𝓴𝓲
FanfictionSequel di "His Eyes" e "His Soul" Season 4 Cosa si prova a perdere tutto in un lasso di tempo cortissimo? Quando le persone che credevi ti amassero, ti voltano le spalle? Il tradimento è una delle esperienze più orribili che una persona possa affron...