4. SBAGLIATO

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Gli occhi di James sembravano passarmi attraverso, come se fossi trasparente, un'entità astratta, e non fossi veramente seduta dall'altra parte del tavolo, proprio di fronte a lui.

Non avevamo parlato più del colloquio con la Smith, ma se per questo, nemmeno di altro. In casa nostra regnava il silenzio, ma non di quelli pacifici e rilassanti, era tutto terribilmente imbarazzante e sbagliato. 

Ero miracolosamente riuscita a preparare una bistecca e dell'insalata senza bruciare niente o mettere lo zucchero al posto del sale.

Il mio intento era quello di parlargli di come mi ero comportata negli ultimi giorni, perché mi vergognavo seriamente di tutte quelle sfuriate. La Jane di qualche mese prima non si sarebbe mai comportata in quel modo. 

"Scusa" pronunciai quasi impercettibilmente, come se una parte di me credesse che non avessi bisogno di scusarmi. Il mio patrigno lasciò cadere sul piatto la forchetta e sospirò, facendosi scivolare sullo schienale della sedia di legno. "Per cosa esattamente?" Domandò incrociando le braccia al petto. 

"Devo farti l'elenco?" Chiesi alzando entrambe le sopracciglia. "Non intendevo quello Jane" Il suo sguardo sembrò addolcirsi leggermente e quell'espressione dura sul suo volto scomparve. "Sì è vero, molte potevi risparmiartele, ma nonostante tu sia stata avventata e irragionevole, avevi sempre ragione." Allungò la mano sul tavolo e la appoggiò sulla mia con un gesto leggero e delicato. "Tua madre sarebbe fiera di te." 

Sorrisi le sue dita rovinate e callose nelle mie piccole e magre. Il mio cellulare cominciò a suonare, prima solo con una notifica, poi ne arrivarono molte altre facendo accendere e spegnere il display innumerevoli volte. "È Stiles?" Domandò James sporgendosi per guardare.

Recuperai velocemente il telefono prima che potesse vedere niente, mi stavano arrivando dei messaggi da un numero sconosciuto. Alcuni erano più lunghi, altri monosillabi. 

*numero sconosciuto*
Jane sono Malia

devo mostrarti una cosa.

Ora

Devi uscire di casa adesso, se no perdi un'occasione

Vuoi sbrigarti?

È l'unico modo per scoprire la verità

Cavolo hai la minima idea di quanto ci abbia messo per imparare ad usare sto coso?

Se non esci subito giuro che-

"Ehi James credo che andrò a prendere una boccata d'aria."
Dissi mettendo il telefono in silenzio e grattandomi la nuca leggermente imbarazzata. "Ma sta piovendo."
Commentò lui inarcando le sopracciglia. Mi tirai su il cappuccio della felpa e corsi fuori di casa con le mani in tasca.

Avevo sempre amato osservare la pioggia cadere, ma guardare quella scena, in quel modo, mi aveva letteralmente distrutta. Mi ero appoggiata alla porta chiusa e avevo iniziato a guardarmi intorno spaesata non capendo minimamente cosa volesse farmi vedere Malia.

Mi sedetti sulle scale del portico con i gomiti appoggiati alle ginocchia, in modo da restare riparata sotto la tettoia. Ovviamente i miei occhi videro per prima cosa casa Stilinski, sempre così vicina alla mia, quasi attaccata, ma allo stesso tempo così lontana come il ragazzo che ci abitava.

Una luce al piano di sopra era accesa, quella della camera di Stiles. Lui e Malia erano insieme e si stavano parlando, all'inizio in modo tranquillo, poi gli occhi della castana scattarono verso i miei. Non sapevo se mi avesse realmente vista, ma potei giurare di averla guardata dritta negli occhi. Ovviamente questo durò poco più di un secondo.

𝓗𝓲𝓼 𝓕𝓪𝓾𝓵𝓽 //𝓢𝓽𝓲𝓵𝓮𝓼 𝓢𝓽𝓲𝓵𝓲𝓷𝓼𝓴𝓲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora