11. DIFETTI

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Quella porta. Quella stupida ed enorme porta scorrevole. La odiavo. Quante volte mi ero ritrovata a doverla oltrepassare con il cuore che mi martellava nel petto e la sudorazione più alta del normale. Odiavo il loft di Derek. Non ci associavo nessun ricordo felice, solo cose brutte che volevo dimenticare. Ancora non sapevo della connessione tra Malia e la mia famiglia e non sapevo nemmeno da dove partire per trovare una soluzione alle mie domande. Ma quella non era l'unica cosa che mi ricordava quel posto. C'era anche il momento in cui avevo litigato con i gemelli e deluso Derek per sempre.

Non sapevo cosa si aspettasse da me. Non avevo mai provato la sensazione dell'essere rifiutati. Pensai a come sarebbe andata se Stiles non avesse mai ricambiato i miei sentimenti. Come mi sarei sentita? Probabilmente se non mi fossi messa con Stiles non avrei mai nemmeno conosciuto gli altri. Sospirai e alzai il pugno per bussare, ma prima che potessi muovermi, la porta si aprì da sola.

Mi ritrovai davanti il viso serio e severo di Braeden. Come sempre portava il suo fucile preferito sulle spalle e la cicatrice risaltava sulla sua pelle scura. "Ciao Jane." Mi liquidò con fermezza per poi lasciare il palazzo in fretta e furia. Sembrava stesse scappando da qualcosa.

Entrai nella grande stanza e mi guardai intorno alla ricerca del padrone di casa. Sicuramente non mi aspettavo di trovarlo a vestirsi proprio davanti al divano. Un momento, ma se Derek era nudo e Braeden- ah.

"Ti stai dando da fare eh?"
Ma dico, sei stupida? Mi diedi uno schiaffo mentale per aver pronunciato quelle parole. Anzi, non uno schiaffo, si può dire che iniziò una vera e propria rissa nel mio cervello. E poi lo avevo detto proprio come avrebbe fatto un ragazzo o un amico.
"Ehi fratello, quindi ieri ti sei fatto quella tipa uh? Come è andata?"

Corrugò le sopracciglia e si voltò di spalle ignorandomi. In altre circostanze avrei alzato gli occhi al cielo e lo avrei preso in giro per le sue solite reazioni da lupo musone, ma adesso non mi sembrava proprio il caso.

"Allora...tu e Braeden?" Stupida, stupida, stupida. Era inutile che cercavo di deviare il discorso. Ero venuta lì apposta, non potevo lasciarmi scappare così quell'occasione di parlargli. "Abbiamo solo fatto sesso." Sesso, come no. Non era mai solo sesso. "Beh lei è bellissima e nel suo piccolo sembra anche- ehm, simpatica? Diciamo che vi somigliate ecco."

Sospirò e dopo essersi messo la maglietta si sedette sul divano. Continuò a guardarmi e mi sentii per la seconda volta nella mia vita sotto pressione da un uomo, seduto davanti a me con un'espressione minacciosa. La prima? Esami di terza media.

"Derek, io volevo chiederti scusa." Mi guardai le mani e ricordai tutto quello che potevano fare. Ero potente, molto potente, e non mi piaceva per niente. Molte persone spesso vogliono sentirsi invincibili, ma a me metteva solo ansia essere consapevole di poter uccidere una persona con la sola forza del pensiero.

"Di cosa ti stai scusando in particolare?" Ci stava che fosse arrabbiato con me, però comunque quello che era successo quel giorno era completamente fuori dalla mia portata. Non potevo controllare le mie emozioni. Non potevo costringermi da sola ad innamorarmi di lui.

"Beh, per averti quasi ucciso." Risposi, sicurissima di non dovergli spiegazioni per quanto riguardava il resto. Rise, ma non una risata felice. Una amara, sarcastica, triste. "Credi davvero che io sia arrabbiato per questo?"

"No." In fondo avevo risposto.

"Jane." Mi rimporverò con lo stesso tono che usava James ogni volta che giustificavo la sparizione improvvisa dell'ultimo sacchetto di patatine nella credenza con:"magari si sono teletrasportate e ora stanno nel paradiso delle patate a prendere per il culo i pop corn perché sono sottovalutati, mentre loro sono le regine degli snack."

𝓗𝓲𝓼 𝓕𝓪𝓾𝓵𝓽 //𝓢𝓽𝓲𝓵𝓮𝓼 𝓢𝓽𝓲𝓵𝓲𝓷𝓼𝓴𝓲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora