7. RICOMINCIARE

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Quella mattina la testa sembrava voler scoppiare. Mi ero svegliata sdraiata sul divano della casa sul lago a pancia in giù con della bava che scendeva dalla bocca. E già qui fa schifo. Avevo la bocca tutta impastata e le palpebre pesanti.

Ci misi un po' a realizzare di essere viva, poi dovetti passare alla tipica fase chiamata:"se non sono nel mio letto è probabile che mi sia ubriacata e che abbia fatto sesso con qualcuno rimanendo incinta." Infine arrivò il momento in cui mi ricordavo che su di me l'alcool non aveva nessun effetto.

Nel caso qualcuno se lo stesse chiedendo: Sì, ogni mattina è la stessa storia. Mi ero ritrovata il sedere di Stiles a due centimetri dalla faccia, visto che avevo rubato tutto il divano lasciandogli solo la possibilità di rannicchiarsi in un angolo.
Spero solo non abbia espulso gas durante la notte.

"Finalmente ti sei svegliata!" Lydia corse verso di me con un foglio in mano e la voce fin troppo squillante. I miei timpani dovettero un attimo riprendersi dal trauma, eppure Stiles continuava a dormire. Mi prese per mano e mi portò in cucina, dove di sicuro non mi aspettavo di trovare così tanta gente.

Scott e Kira stavano mangiando del bacon e uova strapazzate, mentre Malia cercava di non affondare con la faccia nella tazza del latte, visto che sembrava quasi stesse per svenire da un momento all'altro.

"Ragazzi dobbiamo dire a Jane la novità!" Esclamò la banshee sorridendo, ricevendo subito da tutti uno sguardo omicida. "Siamo tutti su una lista di morte!" Urlò alzando le braccia al cielo e per un secondo pensai di aver sentito male.

"Lydia" non riusciva a stare ferma e le mani le tremavano in preda a spasmi incontrollati. "Quanti caffè hai bevuto?"

"Due, forse otto, che importa?" 
Giusto, che differenza fa?

Mi porse un foglio appena stampato e subito dopo si sedette su una delle sedie intorno al bancone. Erano alcuni nomi, altri li conoscevo, altri no. In realtà non c'eravamo tutti, per ora vedevo solo Peter, Derek e Lydia.

"Ieri sera sono riuscita a decrifrare i miei appunti di matematica, dovevo inserire una password." Abbassai lo sguardo sulla sezione in fondo alla pagina a sinistra, dove uno dei nomi era scritto in maiuscolo: ALLISON.

Leggere, sentire o dover pronunciare quel nome mi faceva sempre uno strano effetto. Portai una mano sul fianco destro dove le sue iniziali erano incise sulla mia pelle. Non dovevano averlo notato tutti quel tatuaggio, ma la Lydia iperattiva che si era scolata tazzine di caffè come se fossero shottini, venne subito ad abbracciarmi, cosa che non faceva mai.

"Ah Jane ti voglio tanto bene, voglio bene anche a voi ragazzi eh!" Tutti risero, forse tutti tranne Malia, credo si fosse addormentata con la faccia schiacciata al marmo freddo. Lydia sembra Stiles quando prende troppo Adderall.

Io non c'ero sulla lista, eppure avevano già cercato di uccidermi. Potevo essere sicura che esistesse già un'altra parte della lista, forse più di una. "Stiles sta ancora dormendo?" Chiese Kira. Annuii e lanciai uno sguardo al ragazzo che stava ancora sdraiato sul divano pochi metri più in là.

Senza dire niente tornai di nuovo da lui con le mani nelle tasche della tuta e un solo piede scalzo. Avevo perso una calza e non sapevo più dove fossero finite le mie scarpe, insomma non poteva andare peggio di così.

Mi sedetti di fianco a Stiles con le gambe incrociate e recuperai il cellulare che avevo abbandonato sul tavolino di vetro lì davanti. Chiamai James, che non vedevo da più di ventiquattro ore, e le sue prime parole furono esattamente: "Giuro che se sparisci di nuovo ti barrico in casa fino alla prossima luna piena."

Alla fine ero riuscita a tranquillizzarlo,  anche perché la sua voce autoritaria mi faceva male alla testa più di quella di Lydia. Quando rimisi il cellulare in tasca e voltai il capo verso sinistra, trovai gli occhi indagatori di uno Stiles perfettamente sveglio, che mi analizzavano dall'alto in basso.

𝓗𝓲𝓼 𝓕𝓪𝓾𝓵𝓽 //𝓢𝓽𝓲𝓵𝓮𝓼 𝓢𝓽𝓲𝓵𝓲𝓷𝓼𝓴𝓲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora