26. PACE

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Più tardi capii di essermi sbagliata quando pensavo che io e Derek saremmo rimasti amici, perché non fu più raggiungibile, così come Braeden. Cercai di non dare comunque troppo peso alla cosa, ero sicura al 100% che lo avrei rivisto. Che fosse in una caffetteria a Seattle o durante un'altra delle nostre battaglie, avrei incontrato di nuovo gli occhi verde smeraldo di Derek Hale.

Non credo che serva spiegare cosa successe ad ognuno di noi dopo la sconfitta di Kate. Quella sarebbe stata la mia prima estate a Beacon Hills, la prima senza mia madre e ,di conseguenza, il mio primo compleanno senza desideri da esprimere fissando il fuoco lampeggiante delle diciotto candeline sulla torta al cioccolato che aveva preparato Stiles.

Ci furono dei secondi interminabili di silenzio in cui pensai a cosa volessi veramente, qualcosa di realizzabile che non fosse portare in vita i morti, ma alla fine soffiai senza più esitare e decisi di aspettare il momento giusto per ricominciare a desiderare di nuovo. Tutto quello che volevo era inafferrabile e, stando con i piedi per terra, non potei chiedere niente di più rispetto a quello che possedevo.

Non ero mai stata capace di accontentarmi, avevo sempre desiderato troppo e ottenuto troppo poco. Era il momento di liberare la mente, chiudere gli occhi e amare quello che avevo a disposizione. Di amare il più possibile, a prescindere di cosa mi sarebbe stato rubato.

Era arrivato il momento di apprezzare me stessa come facevo con gli amici, come Stiles mi aveva sempre ripetuto, e finalmente riuscii a guardarmi allo specchio il giorno del mio diciottesimo compleanno e dire: "Cavolo Jane, sei una forza della natura." Mi stimavo, mi volevo bene e respiravo, cosa che mi era sempre venuta più difficile col passare degli anni. Diciotto anni di stranezze, bugie e segreti che non avrei mai svelato, di persone che non ricordo e che rivedo in sogno senza sapere veramente della loro esistenza.

Era quella la mia vita ora. Dovevo raggiungere la mia pace prima di trovarla intorno a me.

Soprattutto se serviva a evitare che esplodessero lampadine quando diventavo troppo nervosa, rischiando di far volare pezzi di vetro in tutta la casa e di fare del male a James. L'unico genitore che avevo e l'unico adulto a cui potevo affidare la mia vita come avevo fatto in passato con mio padre e mia madre biologici.

Anche se all'anagrafe ero diventata anche io un'adulta mi sentivo ancora una bambina. In fondo ero sempre stata una bambina con il cervello di un adulto. Avevo passato fin troppe cose per lasciarmi prendere dal panico che di solito causa il fatidico numero 18. Ero sempre io, non sarebbe cambiato niente.

Quell'estate imparai a guidare rischiando di fare qualche incidente con la Jeep. Forse in parte era anche colpa mia e della mia goffaggine se arrivò a settembre più rotta di quanto non fosse prima. Non provai nemmeno a convincere Stiles a cambiarla, sapevo quanto ci tenesse e anche quando avrebbe smesso di funzionare non se ne sarebbe mai sbarazzato. Sarebbe rimasta in garage, incapace di muoversi, come un piccolo relitto.

A giugno venni promossa con tutte A e solo due B. Mi impegnai più del dovuto durante gli ultimi mesi di scuola e al posto di inseguire creature mutanti mi ero concentrata sullo studio. Persino Malia con la sua D in matematica riuscì a passare l'anno per accompagnarci in quarta.

Stiles, Lydia e Scott vennero a Seattle con me. Anche Malia partì all'ultimo minuto, anche se Mike dovette convincerla a venire. Persino io ero un po' scettica. Non sapevo se la sua presenza avrebbe fatto bene a Clara. Anzi, ero sicura che la pace che si era creata sarebbe stata spezzata da lì a poco. Kira partì per New York con i suoi e ci rimase per tutti e tre i mesi di vacanza. Sperai solo che non si stesse annoiando tutta sola con sua madre sociopatica e suo padre bipolare.

"Mi annoio." Sospirò Lydia guardando fuori dal finestrino. L'aria entrava dall'apertura scompigliandole i capelli ramati, che alla luce raggiungevano qualche chiara sfumatura di biondo. Le lentiggini sulle sue guance erano raddoppiate a causa di tutto il sole che aveva preso e il ponte del suo naso era leggermente rosso per una recente scottatura.

𝓗𝓲𝓼 𝓕𝓪𝓾𝓵𝓽 //𝓢𝓽𝓲𝓵𝓮𝓼 𝓢𝓽𝓲𝓵𝓲𝓷𝓼𝓴𝓲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora