𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟗

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[Jimin]

I raggi del sole illuminano la mia stanza, facendomi capire che è ormai mattina.
Questa notte non ho chiuso occhio e non sono assolutamente pronto ad affrontare la giornata che mi aspetta.
Non ho idea di cosa aspettarmi, e questo mi spaventa terribilmente.

Mi alzo svogliatamente dal letto e inizio a vestirmi, osservando la mia faccia assonnata allo specchio.
Devo sbrigarmi o arriverò in ritardo.

Indosso una t-shirt bianca con dei pantaloni neri ai quali abbino delle bretelle, mentre sopra indosso un cardigan color giallo ocra.

Non che mi interessi di come apparirò agli occhi della persona che devo incontrare, ma se esco di casa con la mia solita salopette mio padre avrebbe probabilmente da ridire.

Pettino con cura i capelli e, una volta finito, il mio sguardo ricade sul cassetto della mia scrivania.
Lo apro, un po' titubante, ed estraggo il mio beauty case.
All'interno tengo tutti i miei trucchi che solitamente uso solo quando sono a casa da solo e nessuno può vedermi.
Se mio padre mi vedesse anche solo con un filo di trucco in faccia mi sbatterebbe fuori dalla porta senza pensarci un secondo e gli abitanti del villaggio non sono di certo famosi per avere una mentalità aperta.
Quando sono da solo, però, posso sentirmi libero di essere ciò che sono veramente e questo mi fa sentire incredibilmente bene.

Ho sempre nascosto ciò che sono veramente per timore dei giudizi delle persone che mi circondano e quindi ogni tanto mi piace assaporare quella sensazione di apparente libertà.

Apro il beauty case e mi applico un po' di ombretto sulle palpebre abbinato ad un filo di eye-liner, per poi aggiungere qualche tocco di illuminante.
Una volta finito mi guardo allo specchio e, per la prima volta dopo tanto tempo, quasi mi piace ciò che vedo.

Scendo le scale velocemente per evitare che mio padre mi veda ed esco dalla porta.
Estraggo il foglietto che mi ha dato ieri sera per capire dove devo dirigermi, velocizzando il passo.

Cammino per le strade del villaggio cercando di non dare peso al nodo che percepisco in gola e al leggero tremolio delle mie mani.
Non ho motivo di essere nervoso, è un incontro come tanti.
Jungkook, in qualità di venditore, mi mostrerà la casa e dopodiché non lo rivedrò mai più.
Devo solo mantenere la calma ed evitare di prendere decisioni stupide o affrettate.

Svolto l'angolo e dopo qualche minuto di cammino mi ritrovo davanti ad una piccola villetta appena ristrutturata e fatico a credere che questa sarà la nostra nuova casa.
Mio padre ha davvero fatto un ottimo lavoro, devo riconoscerglielo.
Peccato che questa casa tecnicamente è più mia che sua, dato che l'ho pagata io.

Dopo aver osservato l'esterno dell'abitazione mi guardo attorno, ma ancora non c'è traccia di Jungkook.
Mi siedo sulle scale dell'entrata e inizio a giocherellare nervosamente con i bottoni del mio cardigan.

Il silenzio del viale viene rotto dal suono della ghiaia calpestata che si fa sempre più vicino, per poi cessare.

Tengo lo sguardo basso, troppo intimorito per alzarlo.

"Park?"

Deglutisco sentendo quella voce pronunciare il mio nome e finalmente mi decido ad alzare lo sguardo.

Il mio ex rivale è in piedi di fronte a me, vestito con un paio di jeans neri aderenti e una camicia nera.
I capelli neri sono perfettamente sistemati con il gel e, per la prima volta, non indossa gli occhiali.
I suoi occhi neri brillano come due stelle mentre mi osservano dall'alto.

"Park? Ti sei addormentato per caso?"

Scuoto la testa e faccio un respiro profondo, mentre sento le guance andare a fuoco.
Inizio peggiore di questo non poteva esserci.

𝐁𝐑𝐄𝐀𝐊 𝐌𝐘 𝐑𝐄𝐂𝐎𝐑𝐃𝐒 𝐁𝐀𝐁𝐄 𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora