𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟐𝟑

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[Jungkook]

Esco di casa stringendomi nel mio giubbotto e mi avvio verso l'ultimo posto in cui vorrei recarmi, ora come ora.
È arrivato il momento di confrontarmi a faccia a faccia con tutti i miei problemi e, anche se questo pensiero mi trasmette una sensazione di angoscia, devo farlo.

Dopo qualche minuto di camminata giungo davanti alla villa di Taehyung ed inizio a bussare energicamente alla porta.
Inspiro a fondo, preparandomi alla conversazione che devo affrontare.
Poco dopo lui mi apre e mi osserva con un'espressione carica di stupore.

"Jungkook, che ci fai qui?"

"Dobbiamo parlare." dico, senza battere ciglio.

Lui rimane in silenzio e si sposta leggermente, invitandomi ad entrare.

"Jungkook io...mi dispiace molto per quello che è successo ieri." lo sento dire alle mie spalle, mentre entro nel salotto e vado a sedermi su uno dei suoi grandi divani.

"Non sono qui per parlare di questo." dico, tagliando corto.

Lui si siede di fronte a me, la sua espressione sfacciata e arrogante sembra stranamente sparita.

"E allora perché sei qui?" mi chiede.

Inspiro a fondo riempiendo i miei polmoni d'ossigeno.

"Non ti prendo a pugni solo perché sei sangue del suo sangue, sappilo."

Lui mi guarda sgranando gli occhi.

"Lui..."

"Si, mi ha raccontato tutto. Ma non sono qui per parlare nemmeno di questo." dico, sistemandomi gli occhiali.

Mi sporgo in avanti, appoggiando le braccia sulle mie mie gambe e intrecciando le dita.

"Perché mi hai denunciato?" chiedo, andando dritto al punto.

Lui rimane in silenzio per un po', per poi guardarmi dritto negli occhi.

"Te l'ho già spiegato quando sono venuto a trovarti in prigione. Mi hai venduto un immobile che era già stato venduto precedentemente."

Scuoto la testa, sorridendo.

"Si da il caso che quel documento sia falso e che chi te lo ha consegnato avesse come unica intenzione quella di rovinarmi. Se fossi venuto a parlarmi, anziché correre dalla polizia come un cucciolo spaventato, a quest'ora non mi troverei in questo casino."

Lui si guarda intorno, nervosamente.

"Come faccio a sapere che non sei tu a mentire?" mi chiede, cercando di controllare l'incertezza che traspare dalla sua voce.

Alzo gli occhi al cielo e batto un pugno sulla stoffa del divano.

"Non puoi essere serio! Sei una delle persone che mi conosce meglio di chiunque altro. Sai benissimo quanto tenga al mio lavoro e sai altrettanto bene quanto io mi aggrappi a dei sani principi quando si tratta di affari. Non avrei mai potuto ingannarti."

"E perché la persona che mi ha consegnato quel documento avrebbe voluto rovinarti?" mi chiede, incrociando le gambe.

Abbasso lo sguardo a quella domanda, avvertendo una leggera pressione al petto.

"Perché si da il caso che quella persona sia mio padre." dico, a bassa voce.

Alzo lo sguardo e incontro il suo, incredulo.

"Non può essere..." dice, fissando il vuoto, dopo aver realizzato ciò che ho appena detto.

"E invece è proprio così. E tu ti sei fatto ingannare con una facilità disarmante, lasciando che ti utilizzasse per i suoi scopi. Avresti potuto notare il cognome in fondo al documento."

𝐁𝐑𝐄𝐀𝐊 𝐌𝐘 𝐑𝐄𝐂𝐎𝐑𝐃𝐒 𝐁𝐀𝐁𝐄 𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora