𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟏𝟒

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[Jungkook]

Mi lascio andare e mi sdraio sullo scomodo letto della mia cella, facendo un respiro profondo e cercando di calmarmi.
Non so quanto tempo sia passato da quando mi hanno portato in questo posto freddo e cupo, ma sto già impazzendo.

La mia mente inizia a viaggiare, cercando di dare una spiegazione a tutto questo.
Sono sempre stato un imprenditore astuto, ma anche onesto.
Non mi sono mai piaciuti gli affari sporchi, e ho sempre cercato in ogni modo possibile di tenermici alla larga.
Per questo motivo, quando ho sentito le parole "vendita illegale di immobili", sono rimasto totalmente spiazzato.

"Jeon."

I miei pensieri vengono interrotti da una delle guardie che apre lo spioncino della porta e attira la mia attenzione.

"Cosa succede?" chiedo, alzandomi dal letto e avvicinandomi.

Spero che abbia buone notizie da darmi e che mi possa far uscire al più presto da qui.

"Ci sono visite per te." dice, prima di aprire la porta ed entrare.

Mi mette subito le mani dietro la schiena e mi ammanetta.

"Non sono un cazzo di criminale, smettetela di trattarmi come tale." dico, la voce che trema dalla rabbia.

"Muoviti." dice la guarda ignorandomi e spingendomi fuori dalla cella.

Cammino per il corridoio a testa bassa, spaventato dal senso di inquietudine che questo posto mi trasmette.

Non ero mai stato in una prigione prima di questo momento, e mi sento terribilmente fuori posto.
Non merito di stare qui, questa situazione è semplicemente assurda.

Giriamo l'angolo e la guardia mi fa accomodare in una piccola stanza, facendomi poi sedere su una sedia.
Davanti a me c'è un pannello di vetro e dall'altra parte, un'altra sedia vuota.

"Chi sarebbe questa visita?" chiedo, non vedendo nessuno dall'altra parte.

Giro lo sguardo e noto la guardia fare un cenno con la testa al collega presente dall'altra parte del pannello.
Quest'ultimo apre la porta al suo fianco e a quel punto entra l'ultima persona che mi sarei mai aspettato di vedere in un posto squallido come questo.

"Jeon, quanto tempo." dice Kim Taehyung, prendendo posto sulla sedia di fronte alla mia.

Come sempre è vestito e pettinato in modo impeccabile e posso avvertire il suo forte e familiare odore di colonia, nonostante il pannello che ci divide.

"Kim." dico, non comprendendo il motivo della sua presenza.

Non mi aspettavo di ricevere visite da nessuno, tantomeno da lui.

"Sei nei guai fino al collo, eh?" mi dice, osservando le mie mani bloccate dietro alla schiena dalle manette.

"Io...si. Non ho idea di come sia successo, io non ho fatto nulla di male."

Lui sorride e si sistema il suo giubbotto di seta rossa.

"E io che pensavo mi avessi venduto un immobile in modo illegale."

Sentendo quelle parole, per un attimo smetto di respirare e il mio cuore salta un battito.

Alzo lo sguardo e incontro i suoi occhi scuri che mi osservano con un'espressione indecifrabile.

"Io...cosa?" chiedo, incapace di dire altro.

"Non fare il finto tonto Jeon. Pensavi forse di farla franca con me?"

Abbasso lo sguardo, totalmente frastornato da queste sue parole.

"Io...io non ti ho mai venduto nessun immobile in modo illegale. Non lo farei mai. Mi conosci." dico.

𝐁𝐑𝐄𝐀𝐊 𝐌𝐘 𝐑𝐄𝐂𝐎𝐑𝐃𝐒 𝐁𝐀𝐁𝐄 𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora