𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟐𝟕

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[Jungkook]

"Small-town boy in a big arcade."

Raccolgo accuratamente i miei lunghi capelli, tinti di un viola brillante, in un piccolo codino mentre mi sistemo meglio sullo sgabello.
Inserisco una moneta nella slot machine e, dopo aver inspirato a fondo, inizio la partita.

Le mie dita si muovono agili e veloci sui pulsanti, mentre quella sensazione di emozione e adrenalina che tanto mi era mancata inizia a farsi strada all'interno del mio petto.

"Vediamo se ti ricordi come si fa, Jeon." sussurro a me stesso, mentre i miei occhi saettano da una parte all'altra dello schermo.

La partita giunge al termine e riesco ad ottenere un buon punteggio.
Nonostante questo, però, non riesco a provare quell'emozione che provavo alla sala del villaggio e che ormai sembra solamente un lontano ricordo.

Mi lascio andare sullo sgabello e mi guardo attorno, distrattamente.
L'enorme casinò di Seoul, meglio conosciuto come Lee Arcade, è grande almeno dieci volte rispetto alla sala di Seokjin dove sono abituato a giocare le mie partite e saranno presenti almeno un centinaio di slot machines di ultima generazione.
Quando ho varcato la soglia, pochi minuti fa, mi sono sentito quasi spaesato di fronte all'immensità di questo posto così come quando ho messo per la prima volta piede nella capitale.

In questi giorni mi sono recato qui per portare a termine alcuni affari per conto di mio padre, che è rimasto invece a Busan per mandare avanti il suo studio.

Da quando ho lasciato il villaggio e ho iniziato a lavorare per lui, non mi ha lasciato un secondo libero.
È stato un continuo giro di affari, uno dietro l'altro, senza neanche una pausa o una minima interruzione.
Sono diventato la sua macchina per fare soldi, e non ho potuto fare altro che adeguarmi alla situazione.

Quando sono arrivato qui a Seoul, per la prima volta dopo due mesi sono tornato a respirare aria di libertà.
Ho deciso di tingere i miei capelli, ormai lunghi quasi fino alle spalle, di viola.
So che mio padre non approverà mai questa mia scelta, ma poco importa.
E ora, dopo aver concluso il quarto affare della giornata, ho trovato del tempo libero e ho deciso di scaricare di nervi come sono abituato a fare da ormai moltissimo tempo.
Giocando.

E così ora mi trovo qui, nel casinò più famoso e rinomato di tutta la Corea del Sud.
Mai avrei pensato che un ragazzo proveniente da un piccolo villaggio come me, potesse trovarsi un giorno a giocare le sue partite qui.
Eppure, per mia volontà o meno, è andata così.

Interrompo i miei pensieri per inserire un'altra monetina nella macchina, preparandomi a giocare un'altra partita.
Prima di iniziare sposto leggermente lo sguardo dallo schermo e la mia attenzione viene immediatamente attirata da una figura che si sta spostando lungo il corridoio.
Indossa e una maglia gialla a me molto familiare e per un attimo concedo alla mia mente di illudermi.
Illudermi che sia lui.
Sono consapevole che è impossibile, ma il mio cuore si rifiuta di smettere di sperare e di cercarlo continuamente nei volti delle altre persone che incontro.

Il ragazzo indossa un piccolo cappellino blu che gli copre il volto e, una volta giunto più vicino alla mia postazione, lo toglie rivelando il suo volto.

Sento una stretta al cuore quando capisco che non è chi mi ero illuso che fosse, ma rimango comunque ad osservarlo.
Il suo viso ha dei lineamenti decisi ma allo stesso tempo delicati, e dei ciuffi di capelli castani ricadono sopra i suoi occhi scuri e profondi.
Il suo sguardo è attento e vigile mentre si guarda attorno, quasi freddo e distaccato.
Si muove velocemente osservando con attenzione ogni singola postazione, fino a quando non mi raggiunge incontrando improvvisamente i miei occhi.

𝐁𝐑𝐄𝐀𝐊 𝐌𝐘 𝐑𝐄𝐂𝐎𝐑𝐃𝐒 𝐁𝐀𝐁𝐄 𝐉𝐢𝐤𝐨𝐨𝐤 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora