~Tsukishima's pov~
Cazzo.
Cazzo cazzo cazzo.
Io non credevo, non avrei mai immaginato che a Yamaguchi piacessi. Se ripenso al fatto che lui mi abbia baciato inizio a chiedermi se magari io l'abbia sognato. Ma il tocco delle sue labbra sulle mie è stato così...soffice, e bello.
Mi sono sentito bene. Più di quando Kuroo mi ha baciato: perché in quel momento, quasi come se Yamaguchi mi avesse letto nel pensiero, stavo proprio riflettendo sui sentimenti per lui, così contrastanti, che sembravano avermi invaso improvvisamente.
Li aveva interrotti in modo così brusco che non sono riuscito più a ragionare, dopo, né a parlare.
Ma allora perché non l'ho baciato di nuovo? Se solo ne avessi avuto il coraggio...
Perché almeno non gliel'ho detto lungo il tragitto? Perché non ho evitato di mandarlo via così bruscamente da cacciarlo?
Perché ho finto di non vedere come si puliva il volto dalle lacrime col dorso della mano, mentre tornava a casa, correndo?
Perché ho rischiato che tornasse da solo, alla sola luce dei fiochi lampioni di periferia, senza tenergli la mano, senza far sì che si sentisse al sicuro? Una persona così fragile, ma così buona...così buona da mandarti in confusione.Davanti alla porta, prima di entrare, mi sono fermato. Mi sono seduto sullo scalino, e ho pensato. Non mi sento all'altezza? Non ho ancora confessato a me stesso i sentimenti veri e propri che nutro per lui? Penso che, essendomi lasciato da poco, io mi lasci travolgere facilmente, o, viceversa, che non sia pronto ad affrontare un'altra delusione?
Forse è ciò che ha pensato anche lui: che io non creda più nell'amore, che non voglia riprovarci. Ha voluto mostrarmi come le stesse sensazioni possano provocare effetti diversi, emozioni, pensieri contrastanti.
Con Kuroo non ricordo di aver sentito le farfalle nello stomaco e il bisogno impulsivo di abbracciarlo più forte; la tenerezza non mi ha invaso guardando il suo volto diventare totalmente rosso, dalla punta delle orecchie al mento, anche perché ciò non è accaduto: un volto che mostrava un amore vero e mai provato.Ma mi sono reso conto di essere terribilmente insicuro. È ingiusto come sia di fronte alle persone alle quali si tiene sinceramente che si manifestino, tutte insieme, le debolezze: ed esse ti bloccano, ti fanno agire in un modo di cui poi ti penti.
È ciò che, credo, è successo anche a lui: ora comprendo che ha litigato con me facendosi prendere da un'irrefrenabile gelosia e un odio inspiegabile.
Ho capito però che, al di là della mia volontà, lo amo. E non voglio che soffra, per me, che sono una persona che nessuno meriterebbe al proprio fianco: non mi augurerei al mio peggior nemico.
Ma anche lui mi ama.
E le nostre debolezze, insieme, forse formerebbero un intero...forse sono tali perché hanno bisogno di qualcuno che dimostri la loro inconscia identità di punti di forza.Cosa dovrei fare? Scrivergli che ricambio, e che ho sbagliato? Sarebbe assolutamente vile.
Decido di dirgli che avremmo parlato il giorno dopo, nel giardino della scuola, prima degli allenamenti.
Prendo il telefono e mi accorgo con mio grande stupore che sono già le 2 di notte: sarò rimasto fuori 2 ore, a osservare la luna e riordinare i miei pensieri.
Rientro in casa, indosso il pigiama, controllo che mio fratello stia dormendo per evitare che venga a disturbarmi in un momento inopportuno, guardando il mio cellulare."Ehi, Yamaguchi...domani vorrei parlarti, magari dopo scuola, nel parco, prima degli allenamenti"
Aspetto una risposta, anche se in realtà credo e spero che stia già dormendo, perché vorrebbe dire che non l'ho eccessivamente ferito.
Invece, dopo neanche due minuti, leggo la scritta "sta scrivendo..." sotto il suo nome e il messaggio non tarda ad arrivare:"Certo, Tsukishima. E scusami per oggi"
Mi sembra quasi che queste poche parole parlino, con una voce diversa dalla sua, più adulta. Come se fosse cresciuto nel giro di tre ore, a causa di una delusione più grande di quanto il suo cuore già fragile potesse sopportare.
"Tsukishima"...mi ha chiamato così forse solo all'inizio, prima di abbreviare il mio cognome in quel soprannome così dolce, che mi ricorda, ogni volta, il nome giapponese utilizzato per indicare la luna.
"Scusami per oggi"...per cosa? Vorrei correre a casa sua ad abbracciarlo.
Non dormirà stanotte, lo so. Ed è colpa mia.Poso la testa sul cuscino e cerco di dormire. Di tanto in tanto controllo l'orologio: passa mezz'ora, un'ora...
Non ci riesco. Mi arrendo all'idea di passare la notte in bianco, come è accaduto varie altre volte.
Ma la vista della luna dalla finestra non mi rinfranca come accadeva prima; non mi basta.
Devo fare qualcosa, perché sento che anche lui è nella mia stessa situazione, e la morsa del senso di colpa si stringe sempre di più al mio cuore come un ferro a una calamita.Per una volta, prendo una decisione di cui sono pienamente consapevole e cosciente.
Mi alzo, mi reco in bagno, sciacquo il viso.
I capelli mi ricadono, un po' arruffati, sulla fronte, ma non ho tempo né voglia di sistemarli; indosso il paio di occhiali che uso per uscire e mi precipito alla porta.
Lascio un biglietto a mio fratello su di essa spiegandogli che tornerò domattina ed esco, facendo attenzione a non fare rumore chiudendomi l'uscio alle spalle.Le luci dei lampioni sembrano essersi ancora più affievolite e quel poco che riesce a riflettersi a terra crea ombre spaventosamente lunghe.
Non mi chiedo neanche per un attimo cosa stia facendo, per la prima volta nella mia vita.
Assalito da una paura improvvisa inizio a correre velocissimamente, immaginandomi alle spalle i peggiori tipi di mostri il cui aspetto è probabilmente dettato esclusivamente dal mio cervello che è ormai in un tilt totale di emozione.In neanche 5 minuti sono davanti alla porta di Tadashi.
Saranno le 3, forse le 4, anche. Non mi preoccupo, forse neanche ci penso.
E busso piano.
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Fix you ~Tsukkiyama~
Fanfiction{storia in italiano} I got this anxious feeling but it goes away for a minute when I'm with you breathing