22

2.2K 166 98
                                    

~Yamaguchi's pov~
Quando torno a casa mangio velocemente e mi addormento subito. Sono stanchissimo ma altrettanto felice, e mi sveglio presto, per andare a scuola. Non vedo l'ora di raccontare a Bokuto tutto ciò che è successo.

Varco le soglie dell'aula e, senza neanche farlo apposta, trovo solo lui. Mi siedo al suo fianco, nel banco, e gli chiedo come fosse andata in quei giorni in cui ero mancato. Lui alza la testa dal cellulare, che stava consultando, e mi fa immediatamente un grande sorriso.
-Tutto bene, anche se mi sei mancato. I prof hanno spiegato qualcosa, ma se vuoi ti passo gli appunti! E a te, come è andata?-
Mi sorride, lasciandomi intendere facilmente cosa volesse sapere.
Io rido e faccio un sospiro, rispondendo:-È successo di tutto, davvero...-.
E gli racconto ogni cosa, non tralasciando nulla. E gli parlo anche di come Tsukki fosse diverso dopo, e di come ci fossimo dolcemente riappacificati.
-Hai fatto passi avanti, Yama-mi dice lui. -Riguardo a Kuroo...-. Il suo tono si fa più cupo. -Era mio amico prima, poi abbiamo litigato...ha provato a mettersi anche con me, mentre stava con Kenma. Non capisco perché non si lascino...ma credo che, in realtà, sia solo un narcisista patologico, e che forse non lo faccia neanche con cattiveria. Una visita dallo psichiatra certo non gli farebbe male-.
La naturalezza con cui Bokuto pronuncia la diagnosi di Kuroo a sua insaputa mi fa scappare un sorriso, ed entrambi scoppiamo a ridere.
Poi Bokuto si fa serio e mi dice:-Non preoccuparti, la loro relazione è stata praticamente informe e, perciò, pressoché inutile...tranne che per il fatto che il tuo Tsukki ora ha bisogno di qualcuno che gli faccia credere nuovamente  nell'amore, e quel qualcuno non puoi essere altro che tu, e durante il viaggio di ritorno mi pare che te l'abbia già fatto capire...-.
Sorrido a pensare alle nostre mani intrecciate, al suo volto bello ma malinconico che sovrastava il paesaggio quasi come un dio, riflesso nel finestrino.
-Ho paura trovi qualcun altro-scandisco istintivamente, penso ad alta voce.
Bokuto è sorpreso dalla schiettezza della mia affermazione, ma mi risponde:-Ma chi, Tadashi? Ha vissuto l'esperienza di mettersi col primo che ci ha provato ed ha capito come va a finire...dagli del tempo prima di rendersi conto di quanto tu, oltre che un buon confidente, saresti anche un perfetto fidanzato per lui...-.
Arrossisco e insieme scoppiamo nuovamente a ridere.

Oggi non c'è pallavolo, di pomeriggio.
Appena finite le lezioni e aver scambiato due chiacchiere all'uscita con Bokuto e Akaashi, mi dirigo verso casa, intenzionato a terminare gli arretrati e a organizzarmi con lo studio.
Oggi, inoltre, inizio anche il corso di chitarra, che ho chiesto io a mia madre di frequentare.
Specialmente in questo periodo, le ispirazioni per scrivere canzoni e suonarle che mi vengono in mente sono molte, e mi sembrava davvero sprecato non riuscire per carenze tecniche a dar ad esse voce.

Proprio prima di varcare la soglia di casa, il mio cellulare squilla.
È Tsukki. Rispondo immediatamente.
-Ehi, oggi non mi hai aspettato?-.
Credevo che fosse accordo tornare insieme solo al termine degli allenamenti...che stupido.
-Ah, scusa Tsukki...ho chiacchierato con Bokuto e ho fatto tardi-.
-Capito. Ti va di farci un giro in centro stasera e mangiare un panino in un pub?-.
Il mio cuore sobbalza nel petto e avverto le mie guance che si surriscaldano velocissime...sono grato che lui si trovi dall'altro capo del telefono.
-C-certamente...-balbetto.
-Bene, allora vediamoci sotto casa mia per le 8-.

Tutti i miei piani saltano, ma per una buona causa: lo studio potrà aspettare.
Il corso è per fortuna alle 6 e dopo di esso riesco a precipitarmi a casa, farmi una doccia e vestirmi in modo abbastanza presentabile, seppur non elegante (non è certo un appuntamento a lume di candela che Tsukki mi ha proposto).

Guardo l'orologio: sono le 19:40, sono in largo anticipo data la vicinanza della sua casa con la mia, a soli due isolati di distanza.
Me la prendo con calma, e compro anche ad uno snack bar delle patatine che avremmo potuto sgranocchiare durante il tragitto verso il centro.
Arrivo sotto casa sua e suono al campanello:-Arrivo!-. Sento una voce provenire da dentro, che non è però quella di Tsukki.
Ad aprirmi è un ragazzo poco più che ventenne, con i capelli corti e biondi, un po' più scuri di quelli di Kei, e alto, anche se un po' meno di lui.
Si somigliano: è sicuramente suo fratello.
-Chi sei?-mi chiede.
-Yamaguchi, un...amico di Tsukki, cioè...Kei-rispondo io, e arrossisco per l'ennesima figuraccia.
-Kei, qui c'è qualcuno per te!-urla lui, sorridendo.

Sento dei passi provenire dall'interno della casa e una seconda figura si staglia alla porta.
È Tsukki. Ed è stupendo.
Ha usato un po' di gel per tirare i capelli all'indietro, valorizzando il volto, e ha una montatura di occhiali diversa, che mette ancora più in risalto i suoi occhi color miele.
Indossa una camicia abbastanza stretta che gli mette in risalto il fisico, e dei jeans.
Mi sento arrossire di nuovo, ma per fortuna lui non se ne accorge, mentre dice al fratello, visibilmente scocciato:-Noi andiamo, vedi di non combinare nulla. Dillo anche a mamma:tornerò per le 11-11:30-.
Si volta verso di me:-Per te va bene come orario, Yamaguchi?-
-C-certo certo-riesco a dire, perso com'ero tra i miei pensieri.

Il fratello ci saluta e chiude la porta.
Tsukki mi sorride, e insieme ci avviamo verso il centro, sgranocchiando le patatine che nel frattempo gli avevo offerto.

Fix you ~Tsukkiyama~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora