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-Yamaguchi's pov-
Tornato in classe, non riesco a smettere di pensare a Tsukishima. Seguo le lezioni a stento. Sono abbastanza in crisi, devo ammetterlo: come posso rincontrarlo? Non gli ho neanche chiesto in quale classe vada...che stupido.

Non avrei mai creduto che una tale immagine, così bella, mi potesse sortire l'effetto che ha la scena più spaventosa di un film dell'orrore. Il viso di quel ragazzo, così misterioso, con così tanti particolari da scoprire, che avrei voluto conoscere ad uno ad uno, con mille segreti e fragilità, ma allo stesso tempo con una forza forse sovrumana e un'indifferenza eccezionale: tutte queste caratteristiche, tutte queste contraddizioni concentrate in una sola persona. Ecco, questo viso si crea puntualmente un proprio spazio nella mia mente nei momenti più inopportuni, e non mi lascia formulare un pensiero corretto: non faccio sicuramente buona impressione ai miei compagni. A volte mi sento come in un mondo parallelo. Come in questo momento: poi avverto una voce provenire da lontano. È quella del mio compagno di banco, che mi chiede se c'è qualcosa che non va, che la professoressa mi sta chiamando. Ritorno di colpo alla realtà, gli dico che va tutto bene, rispondo a stento a una domanda e poi ritorno nel mio mondo.

Al suono della campanella mi precipito agli armadietti. Cavolo, ho quasi dimenticato della prima lezione al club di pallavolo! Corro tra i corridoi e ad ogni svolta stento un poco, rallento: spero di trovare, alla girata, quel profilo raffinato, quella sagoma slanciata. Il cuore mi batte ogni volta: cos'è questa sensazione? Timore? Mi pare di averla provata davvero solo dopo un film di paura...

Mentre corro guardando i libri che tengo in mano, mi scontro con qualcuno.
Bokuto.
Mi guarda in volto in modo strano, e mi chiede: "Ma sei sicuro di stare bene? È da quando sei tornato dal bagno che sei strano..."
"Sicuro"
"Eppure il tuo sguardo mi ricorda tanto il mio quando ho visto per la prima volta..."
Si interrompe e pensa, come sognante.
"Già. Sappi solo che al mistero che stai affrontando non bastano mille vite e mille delle più brillanti menti per essere spiegato. La notte  inquieta più del giorno, ma è molto più affascinante, non credi?".
Dice questo e se ne va, guardandomi soddisfatto.
Non so come abbia fatto, ma ha indovinato il mio stato d'animo. In realtà, penso che molto probabilmente abbia recitato la prima frase filosofica che gli è venuta in mente...però, a chi si sarà riferito prima di dirla? Quel ragazzo è un mistero, però è simpatico; a lui, essendo stato bocciato e avendo un aspetto che incute abbastanza timore, non si avvicina quasi nessuno...sarebbe un buon confidente.

In ogni caso, arrivo alla palestra in cui si incontra il club. Sono davvero curioso di sapere chi saranno i miei compagni. Spero ci siano altri ragazzi di prima!

Un po' riluttante, busso alla porta. Mi apre un ragazzo dai capelli grigio chiaro, e con un neo vicino all'occhio sinistro: dice di chiamarsi Sugawara, mi mette un braccio sulla spalla, amichevole, e mi accompagna dentro, dove vedo vari ragazzi. Due, uno dai capelli blu, abbastanza alto, e un altro molto bassino dai capelli arancioni, stanno litigando; uno dai capelli marroni con un ciuffo biondo, anche lui basso, e uno pelato stanno ammirando una ragazza dai capelli lunghi blu, gli occhi azzurri e gli occhiali; un ragazzo alto e muscoloso, che desumo sia il capitano dalla maglia con il numero 1, con i capelli e gli occhi castani, sta parlando con quello che credo sia il coach; un ragazzo molto alto e castano, con i capelli legati dietro, si sta allenando con delle battute.
Si presentano: si chiamano Kageyama, Hinata, Nishinoya, Tanaka, Shimizu (la ragazza, che scopro essere la manager), Daichi e Asahi.

Sugawara però punta lo sguardo verso lo spogliatoio e mi dice: "C'è ancora un altro ragazzo. Oltre a te, Kageyama e Hinata, è l'unico altro primino del club. È entrato ed è andato a cambiarsi senza neanche presentarsi...".

Gli sguardi di tutti si concentrano sulla porta. Inizio a sentire dei passi, poi essa si apre con un cigolio.

Non ci credo. Eppure è così: chi avrebbe mai detto che uno come lui avesse deciso di frequentare questo club.
Ma è proprio lui: lo sguardo annoiato e non curante, il profilo perfetto, la figura snella, gli occhiali leggermente abbassati, che di tanto in tanto, con un movimento lento e raffinato dell'indice e del medio, ritira su.

Tsukishima Kei.

Fix you ~Tsukkiyama~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora