28

2K 142 38
                                    

~Yamaguchi's pov~
Dopo colazione, io e Tsukki ci ristendiamo pigramente sul letto: io gli resto stretto al petto, mentre lui gioca con qualche ciocca dei miei capelli.
Discutiamo del più e del meno, ma una domanda mi tormenta anche mentre rido, o mentre lui mi bacia la fronte: cosa siamo, esattamente? Lui non mi ha chiesto espressamente di metterci insieme, né tantomeno l'ho fatto io: ed è giusto così, perché è ancora presto; ci troviamo in una stazione intermedia e in una posizione frustrante tra l'amicizia e qualcosa di più importante. Ma dovremo fingere, per esempio davanti alla squadra? E Tsukki cosa dirà alla sua famiglia? Non credo che lui riesca ad essere sincero quanto io lo sono stato con mia madre, anche a causa dei rapporti che ha con ella...

-Ehi, Tadashi, c'è qualcosa che non va?-mi dice allora lui, all'improvviso.
-No...solo...-. Temo ancora una volta di rovinare tutto: non posso pretendere da lui di dare una definizione a un rapporto che siamo riusciti ad approfondire da meno di un giorno.
-Nulla-riprendo, a malincuore-è che...tu cosa dirai ai tuoi e a tuo fratello?-
-Che sono stato qui con te, non dirò altro...non ho un buon rapporto con loro-.
Guarda pensieroso il soffitto, con uno sguardo che rivela impotenza ma sofferenza al contempo. D'un tratto, mi propone di ritornare a casa sua; sarei potuto rimanere a pranzo e poi avremmo studiato insieme.
-Porta anche la tua chitarra- mi dice, e nonostante io neanche sappia distinguere la differenza tra le corde di essa, non ribatto.

Dopo aver salutato mia madre ed aver percorso il breve tratto di strada che separa le nostre sue abitazioni, davanti alla porta troviamo sempre il fratello di Tsukki.
-Cavolo, Kei, mi hai fatto preoccupare...ho letto il tuo biglietto ma diceva che saresti stato fuori solo per la notte-.
Biglietto? Evidentemente deve avergliene lasciato uno prima di venire da me.
Akiteru apre le braccia come se volesse accogliervi Kei, che però non ha la minima reazione.
Tutta questa situazione mi imbarazza, come anche il fatto che praticamente il motivo per cui Tsukki se ne sia andato debba rimanere oscuro.
Per una volta sono in disaccordo con lui: non si può continuare a vivere, all'interno di una famiglia, come elementi totalmente indipendenti. Tsukki mi ha raccontato che i suoi sono violenti, ma suo fratello...insieme potrebbero fronteggiare questa situazione spiacevole.
Così, quando entriamo, Tsukki annuncia che avrebbe fatto una doccia e si sarebbe cambiato e io resto da solo sul divano con il fratello, inizio a parlargli:-C'è una cosa che Tsukki non ti ha detto-. Lui mi guarda con fare interrogativo:-Questa notte io e lui ci siamo baciati-.
Abbasso lo sguardo e arrossisco.
Quando rialzo il capo, vedo un sorriso vero illuminare il volto di quel ragazzo così bravo ad esibirne di tristi e fasulli. Vuole bene a Kei, si vede. -Non puoi capire quanto io sia felice, Kei aveva tanto bisogno di una persona che lo amasse, che lo distaccasse da questo ambiente familiare che lo opprime così tanto. Spero che con te sia meno nervoso...-.
-Con me è dolcissimo e comprensivo, non è affatto ciò che vuole apparire con gli altri-gli sorrido colorendomi lievemente di rosso -ed è per questo che penso che possiate riuscire a riappacificarsi-.
Di fronte al suo sguardo spaesato, gli racconto dell'esperienza negativa avuta con Kuroo e di tutto ciò che era accaduto, tralasciando la causa per cui ci siamo conosciuti, facendogli promettere di fingere che io non gliel'avessi mai detto.
-Nonostante ora ci sia anch'io, non so quale sia la precisa identità del nostro rapporto, non so quanto e se vorrà vedermi spesso...per questo ha bisogno anche di te, e ti parlo perché gli voglio un bene dell'anima e non posso che desiderare che lui stia meglio-.

Akiteru mi guarda con gli occhi lucidi e mi abbraccia:-Sei la persona più dolce che io conosca. Qualunque cosa voi siate, sappi che il vostro rapporto evolverà sempre...mio fratello è stato davvero fortunato a trovarti-.
Sentirmi dire tutto ciò mi scalda il cuore: ho sempre pensato che fossi io ad aver bisogno di qualcuno, e invece ora ho scoperto che è anche qualcuno ad aver bisogno di me. Qualcuno che amo.

Tsukki ritorna vestito di abiti più comodi, ed io e lui ci mettiamo a chiacchierare; facciamo qualche partita ai videogiochi e guardiamo un film abbracciati sul divano. 

Dopo pranzo facciamo insieme i compiti, e lui mi aiuta in matematica e scienze, che sono i miei punti deboli; mi innamoro ancora di più di lui, della sua voce grave ma limpida e del suo sguardo serio, che in poche parole fa chiaro su dubbi che avevo ormai da anni.

Finiamo i compiti in pochissimo tempo, e dopo essere usciti un po' in giardino ad allenarci a pallavolo, rientriamo in casa, e Tsukki mi invita a prendere la mia chitarra, rimasta abbandonata ai piedi del suo letto.

Fix you ~Tsukkiyama~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora