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~Yamaguchi's pov~
Si è fatto tardi, me ne accorgo solo ora: dobbiamo ritornare a casa. Finalmente.
Io e Tsukishima raduniamo le ultime cose per la fretta lasciate in camera e ci avviamo al pullman. Lui ancora non si decide a parlare, ma io non intervengo; so che è un momento delicato e tutto desidero fuorché un altro inopportuno litigio.
Partiamo dopo circa un quarto d'ora, quando tutti erano ormai arrivati e avevano stipato le proprie cose nel vano portabagagli. Nessuno della Nekona viene a salutarci, ma penso che sia io che Tsukki ne siamo solo felici.
È stata davvero una strana parentesi questa, ma penso ci abbia aiutato a crescere: io, almeno, mi sento diverso; più maturo e consapevole dei miei sentimenti. E anche Tsukishima è più grande ora, forse anche un po' troppo.

Saliti sul pullman tutti iniziano a chiacchierare l'uno con l'altro, ma, dopo un'oretta di viaggio, rimaniamo svegli solo io e Tsukki, che guarda alla finestra con le sue solite cuffie nelle orecchie. In questo non è mutato affatto.
Ma io mi sento così libero, l'oppressione del suo ex ragazzo gravava su di me in un modo terribile di cui solo ora mi accorgo, e quindi, senza neanche pensarci, lo giro verso di me prendendogli le spalle e gli chiedo:-Non pensi sia ora di raccontarmi cos'è successo? So che non è facile, ma non possiamo continuare a ignorarci...-. Tsukki abbassa le cuffie al collo e risponde, tranquillo:-Non era questo ciò che volevi?-. Quindi è ancora arrabbiato per stamattina...no, non è questo ciò che volevo, vorrei dirgli. Ero geloso...ma dovrei spiegargli di cosa, e non ne ho ancora il coraggio.
-Kuroo ti ha detto qualcosa? Ti ha insultato?-mi chiede. Quindi pensa davvero che il motivo per cui io lo detesti sia questo...Sugawara aveva torto, per fortuna, aggiungerei.
-No, Tsukki, Kuroo non mi ha fatto niente, e non mento...perché dovrei, insomma? Però vedevo che su di te aveva un'influenza negativa e sospettavo che, in fondo, ti stesse ingannando...era una felicità troppo forte e passeggera, non credi?-.
Non appena termino di parlare mi assalgono mille dubbi: forse ho detto troppo, forse crederà che l'abbia criticato implicitamente...
Ma lui mi guarda e sorride, non dice nulla; poi gli scappa una debole e dolcissima risata, come se volesse sciogliere così la tensione che si è creata, e mi dice:-Yamaguchi, non so come tu abbia fatto, ma hai preceduto tutto...e io che credevo che Kuroo ti avesse fatto chissà quale torto...penso che tu abbia imparato a conoscermi, in così poco tempo, più di quanto sappia farlo io. Sei incredibile-.
Mi guarda e sorride. Vorrei tanto baciarlo, cavolo: è così improvvisamente e inaspettatamente dolce. Poso la mia mano sulla sua, sul bracciolo del sedile.
-Con Kuroo credevo di stare bene, ma come io stesso avevo riflettuto, e ho avuto modo di constatare, erano le emozioni che provavo, così nuove, a provocare in me tanto gioia-inizia a dire-ho vissuto tutto così in fretta...di fronte a un laghetto, nel bosco, mi ha baciato, e io sono stato catturato dall'atmosfera, da sensazioni che prima forse ripudiavo, e ho ricambiato...-.
Il suo sguardo si fa più pensieroso:-Ma dopo che io e te abbiamo litigato, nonostante fossi in certo sul da farsi e decidendo però alla fine di vederlo, lo trovo intento a baciarsi con quel ragazzino, Kenma, così apatico che credevo fosse solo suo amico, nonostante lo accompagnasse ovunque-.
Abbassa gli occhi:-Sono sempre uno scarto per tutti; per quanto non sapessi quale fosse il suo obiettivo, ho capito che a Kuroo non bastavamo né io né Kenma, aveva bisogno di entrambi...mi ha fatto sentire stupido e incompleto. L'ho capito anche da ciò che mi hai detto tu...-.
Quando lo guardo ho le lacrime agli occhi: ciò che ho detto l'ha reso insicuro, l'ha fatto soffrire, ha triplicato la frustrazione che ha provato nel constatare di non essere abbastanza per il ragazzo che credeva di amare.
Forse tiene a me, almeno un po'. Si è aperto per la seconda volta, mostrandomi un suo lato così delicato e fragile che per un momento credo che, sfiorandolo, il suo viso possa infrangersi contro la mia mano, cadendo in mille pezzi.
Invece gli asciugo delicatamente una lacrima che era scivolata sulla sua guancia e gli dico:-Tsukki, è stato un momento di rabbia, nulla di più; in questi momenti si dice ciò che non si pensa, spesso rovinando tutto. Io...io mi sono innervosito per il fatto che Kuroo, in così poco tempo, avesse preso il mio posto, anzi, ne avesse assunto uno...più importante. Mi sono sentito come te, incompleto. "Non abbastanza". Ma se c'è una cosa che amo, Tsukki, è ascoltarti, tentare di aiutarti, vedere la tua corazza impenetrabile aprire per me qualche piccolo spiraglio-.
Rido leggermente:-Scusami se ho detto ciò che non intendevo dire-.
Kei mi mostra uno sguardo riconoscente e dispiaciuto al contempo:-Scusami anche tu, per non aver prestato attenzione a come ti sentivi-.
Mi sento così leggero, all'improvviso; le preoccupazioni svaniscono, e vengo avvolto solo dal calore della sua mano che stringe la mia.
Rimaniamo così per tutto il viaggio, fino a che, ormai al tramonto, il pullman parcheggia di fronte all'entrata del liceo.
Recuperiamo in fretta i nostri bagagli e ci avviamo verso la stessa strada, senza domandarci nulla, semplicemente seguendoci l'un l'altro, come da un po' facevamo.
Non è cambiato nulla. O forse qualcosa si; sarà il calore dei suoi sguardi che di tanto in tanto mi rivolge, anche se non me ne accorgo. Sono un po' diversi, ma in meglio.

Fix you ~Tsukkiyama~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora